Sei Giorni 2013 Sardegna. Antoine Meo, l’uomo da battere

Sei Giorni 2013 Sardegna. Antoine Meo, l’uomo da battere
Piero Batini
  • di Piero Batini
I francesi vanno tutti forte, ma uno di questi lo è ancora di più. Aspettando la replica sul campo di Johnny Aubert e Pierre-Alexandre Renet | P.Batini, Olbia
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
2 ottobre 2013

Punti chiave


Antoine, eccoti primo assoluto. Stiamo giocando come al solito? Gatto e topo?

«Sto imparando a guidare pian piano la moto. Er a un po’ strana e quindi per tutta la giornata ho cercato un po’ di soluzioni. A me piace un motore un po’ diverso rispetto a quello che usa il “Nambo”. A lui piace un motore forte-forte a metà del regime di utilizzo, mentre a me piace che il motore spinga in alto. Allora devo cercare di guidare un po’ come fa lui, ma non ci riesco, faccio fatica. Oggi abbiamo modificato due o tre cosine e va molto meglio».


Fortuna che fai fatica! Guarda i risultati. Forse ti lamenti perché devi fare il meccanico?

«Si tratta di regolazioni, cose semplice, e riesco a farle tranquillamente».


Allora non sei troppo sacrificato, dai. Com’è questa Sei Giorni?

«A guardarla prima sembrava facile, ma in gara si scopre che è una Sei Giorni impegnativa. Le Speciali, certo, ma anche i trasferimenti. Ne risulta una bella Sei Giorni».


Credi che avete fatto la scelta giusta, a cambiare classe a usare la moto di Nambotin?

«Per me alla fine non fa molta differenza. Ho tribolato un po’ il primo giorno con il motore, ma ora va molto bene».


Ultimamente, in un periodo molto breve, hai corso con la quattro tempi del Mondiale, poi hai fatto l’assoluta in Francia con la 125, e adesso tocca alla grossa due tempi. Un bello show del catalogo KTM…

«Alla KTM sanno che non mi da fastidio cambiare moto, corro con tutte le moto che ci sono…»


Ti fai sfruttare allora?

«Certo, certo…»


La differenza fondamentale di questa moto rispetto alle altre che hai usato in precedenza?

«La 300 due tempi è una moto impegnativa. Perché richiede molta fisicità per essere guidata. È molto potente, e quando arriva la potenza devi essere lì, pronto a tenere la moto. Alla fine è una questione di preparazione atletica, e di attenzione e risptto. La 125 la puoi frustare, la 300 se la frusti s’incazza. Quindi devo essere bravo con lei».

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