Mario Lega: “Scendere in pista è come entrare nella gabbia dei leoni”

Carlo Baldi
Parlare con Lega è come aprire un libro di storia del motociclismo. Mario è stato campione del mondo 250 nel 1977 e per due volte campione italiano della 350
29 maggio 2020

Oltre ad essere stato un pilota ed un campione del mondo, Mario Lega è una persona che ama profondamente le moto e le corse. Fa parte di quella generazione di piloti che correvano anche a costo della propria vita, e che hanno perso amici fraterni meno fortunati di loro, su circuiti stradali o su piste dove ora non si corre più o che hanno subito importanti modifiche per garantire la sicurezza necessaria. 

Parlare con lui significa aprire un libro di storia del motociclismo. Con lui abbiamo parlato del suo titolo mondiale del 1977 e dei suoi due titoli italiani, dei quali va particolarmente fiero, perché per vincerli ha sconfitto molti piloti che come lui correvano anche nel mondiale. 

Sono tante le storie e gli aneddoti che ci ha raccontato, dal suo viaggio in Venezuela dove corse e tornò senza ingaggio, ma con una fiammante Yamaha 250, all’essere stato pilota ufficiale per un solo giorno, scartato perché troppo…..pesante. Ha vinto il mondiale 250  salendo una sola volta sul gradino più alto del podio, ma questo nulla toglie ad un titolo conquistato con talento e determinazione. 

Dopo essersi ritirato dalle competizioni Lega è stato istruttore di guida e commentatore per la Gazzetta dello Sport. Ora, a 71 anni  compiuti a febbraio, si dedica alla famiglia ed al suo cane Dustin, mantenendo una forma fisica invidiabile e lo stesso temperamento con il quale affrontava i terribili circuiti  di Abbazia o di Salisburgo. Pilota per sempre.                   


 

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