Braybrook, Edmondson e Albergoni sul podio dell'entusiasmante Hell's Gate MG.K Vis

Braybrook, Edmondson e Albergoni sul podio dell'entusiasmante Hell's Gate MG.K Vis
12 febbraio 2007
Wayne Braybrook ha vinto Hell’s Gate MG.K-Vis 2007. Inglese come Knight, che aveva vinto tutte e tre le precedenti edizioni della gara di enduro estremo (l’unica, l’autentica, la “vera”) che si svolge al Ciocco, Braybrook per due volte era arrivato alle spalle del Gigante dell’Isola di Man. Come dire che, finalmente, Braybrook ha raccolto i frutti della perseveranza. Certo, Knight non c’era (era andato a correre al Touquet, “costretto” dalla KTM a rinunciare alla difesa del titolo), ed i pronostici della vigilia erano “ragionevolmente” orientati in direzione del riscatto di Wayne. Ciò non ostante mai come in questa occasione la gara di Fabio Fasola ha messo a nudo il suo intero, enorme potenziale. È stata una corsa appassionante, combattuta strenuamente, e l’evidenza del risultato finale nasconde, in realtà, un’autentica serie di piccoli, determinanti colpi di scena. Insomma, avrebbero benissimo potuto vincere sia Paul Edmondson che Simone Albergoni, rispettivamente secondo e terzo sul podio, o anche Alessandro Botturi, che ha chiuso, invecce, al quarto posto assoluto al termine dei quattro giri dell’Inferno”. Meno evidenti le chances di Gregory Eyries, seppure quarto nell’edizione 2006, ed inesistenti, al “totalizzatore”, il tedesco Andreas Lettenbichler, sesto, e Piero Sembenini, l’ultimo degli “scampati” di Hell’s Gate MG.K-Vis 2007, settimo concorrente a raggiungere la sommità dell’Hell’s Peak. E con una Beta 270 da... Trial. Apparentemente contradditorio il dato relativo ai concorrenti che hanno concluso la massacrante prova: sette, appunto, uno più dell’anno scorso, poichè, al contrario ed a detta dei partecipanti, l’edizione 2007 è stata addirittura più difficile delle precedenti. La causa della straordinaria durezza della gara va ricercata, oltre che nel micidiale tracciato, nelle condizioni atmosferiche, buone il giorno della gara, ma “devastanti” nei due giorni prima dell’evento: pioggia battente. Il terreno è risultato molto scivoloso, la tenuta del tutto aleatoria. Ma bella, la corsa è stata bellissima! La prima sorpresa è arrivata dalla gara eliminatoria del mattino. Ci si aspettava i favoriti in fila, ed invece ha vinto Fabrizio Dini. Edmondson, Botturi e Braybrook hanno completato la prima fila dello schieramento di partenza, lanciata alle 15:00 in punto per i trentasei finalisti, tutti insieme. La gara si è infiammata immediatamente con l’avvio rabbioso di Alessandro Botturi. Dopo otto chilometri Braybrook è caduto e si è procurato una dolorosissima lussazione del mignolo destro. Ha ignorato i medici, che volevano soltanto dargli un’occhiata e rifilargli un antidolorifico, e si è lanciato all’inseguimento della “sua” corsa. Così la prima parte della gara si è sviluppata sul duello tra Botturi e Albergoni, primo e secondo, e su quello tra Edmondson e Braybrook, terzo e quarto. Al secondo giro è stata la volta di Botturi ad incorrere in un inconveninete. Bucato il carter della frizione, il portacolori Honda Zanardo si è dovuto fermare per una diecina di minuti ai “box”. Braybrook ha concluso il suo inseguimento al terzo dei quattro giri, prendendo la testa della corsa, e lasciando a Edmondson e ad Albergoni, comunque non lontani, il compito di dirimere una questione che sembrava non riguardarlo più. L’ultimo giro è stato affascinante, degno della regolarità della “belle époque”. Il sofferente Braybrook, mantenuta la testa della corsa, si è presentato per primo davanti alla salita finale dell’Hell’s Peak, ed Edmondson ha superato Albergoni, il cui faro della nuova Yamaha-Ufo si è dimostrato meno efficiente di quello della Honda dell’inglese, giusto cinquecento metri prima della fine del giro. Intanto Braybrook presentava la sua Gas-Gas all’inizio della scalata. A questo punto è entrato in scena il pubblico. I piloti erano letteralmente esausti, ubriachi di fatica, e senza l’aiuto degli spettatori mai come questa volta la vetta dell’Hell’s Peak sarebbe rimasta inviolata. Ma alla fine la formula indovinata ed entusiasmante di Hell’s Gate MG.K-Vis 2007 ha avuto il sopravvento. I piloti sono stati trascinati sulla sommità, uno ad uno, e nel giro dei venti, avvincenti ultimi minuti, Fabio Fasola ha potuto comporre il quarto podio della storia di Hell’s Gate MG.K-Vis 2007. Solo allora Wayne Braybrook, nuovo Cavaliere di Hell’s Gate MG.K-Vis 2007, si è concesso ai medici che gli hanno rimessso a posto il dito della mano. Era “moderatametne” emozionato”, mentre Edmondson, appoggiato al podio, era il ragazzo sognante che ha percorso vent’anni di storia dell’enduro. Albergoni era semplicemente entusiasta. Forse la rovinosa caduta alla cascata, al termine del primo giro, ha compromesso la sua corsa verso la vittoria, ma è certo che l’italiano tornerà l’anno prossimo. Per dare un’idea dei “contenuti” di Hell’s Gate MG.K-Vis 2007, infine, basta citare Alessandro Botturi, uno dei più coriacei piloti del circus mondiale: “Hell’s Gate MG.K-Vis 2007 è una corsa massacrante, difficilissima, tesa ed incerta fino alla fine. Si arriva alla fine esausti, ma stracolmi di soddisfazione. È l’enduro vero, come quello di una volta!” Pronti per l’edizione 2008, dice Fasola. “Più bella ancora”. Più bella? Ma come è possibile? Classifica assoluta finale: 1°: 1. Braybrook Wayne, Gas Gas 300, E3 1, Gas Gas UK 2°: 2. Edmondson Paul, Honda 250 4T, E1 2, Maximum Solutions Of 3°: 5. Albergoni Simone, Yamaha 450, E2 3, Ufo Yamaha 4°: 6. Botturi Alessandro, Honda 250 2T, E2 4, HM Zanardo 5°: 3. Eyries Gregory, Yamaha WRF 250, E1 5, FMF Sport group 6°: 18. Lettenbichler Andreas, GasGas 250 2T, E2 6, Goasstall-racing team 7°: 25. Sembenini Piero . Beta 270 Trial

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