Bol D’Or. La Suzuki SERT domina a Magny Cours

Bol D’Or. La Suzuki SERT domina a Magny Cours
Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
Nonostante la pole della BMW, l'esperienza del team di Dominique Meliand porta alla vittoria la sempre eccellente GSX-R1000 con 14 giri di vantaggio sulla Kawasaki Bolliger, attuale leader del Mondiale Endurance
  • Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
13 settembre 2010

Venerdì 10 settembre, Matthieu Lagrive aveva conquistato la Superpole con la sempre più consistente, velocissima BMW S1000RR n° 99 gommata Michelin, gestita dal team BMP Elf 99 riorganizzato in tempo record da Michael Bartholémy, ex Kawasaki MotoGP.
Lagrive e il suo esperto compagno di team, Sébastien Gimbert (il terzo pilota del team era Erwan Nigon), tra l’altro, sono stati gli unici a scendere sotto il limite dell’1’41”, regalando oltretutto alla Casa tedesca la sua prima Superpole nel Mondiale Endurance.
Ma non bisogna mai sottovalutare la lunghissima esperienza, in questo spettacolare campionato, del mitico team SERT (Suzuki Endurance Racing Team) di Dominique Meliand, senz’altro la compagine più anziana e meglio organizzata dell’EWC (Endurance World Championship), dove per ben 9 volte, dal 1983 al 2008, ha conquistato il titolo, che lo scorso anno è invece andato al team YART – Yamaha Austria.

La Suzuki Sert n°2 gommata Dunlop, condotta da Vincent Phillippe, Guillaume Dietrich, Freddy Foray e Daisaku Sakai, ha infatti vinto la 74esima edizione della classicissima francese, tagliando il traguardo dopo 781 giri con ben 14 di vantaggio sulla fortissima Kawasaki ZX-10R n°8 (gomme Pirelli) del Bolliger Team Switzerland, attuale leader del campionato. Sul terzo gradino del podio, distaccati di un solo giro, sono saliti gli spagnoli del team YMES Folch Endurance, in sella a una Yamaha R1, gommata anch’essa Pirelli. Quarta assoluta, staccata a sua volta di un solo giro dal team iberico, è arrivata la GSX-R del team RAC 41 City Bike.
Quanto ai team italiani, va sottolineato il piazzamento della Yamaha R1 Superstock gommata Pirelli, del team italiano Moto X One capitanato da Maurizio Bargiacchi: l’equipaggio Bellucci/Devoyon/Iannuzzo ha terminato infatti in decima posizione assoluta, precedendo la Suzuki/Pirelli EWC del team Moto Vyrus Racing di Roberto Ruozi (con piloti francesi), giunto 11° al traguardo.

La vittoria nella categoria Supersport è invece andata alla Yamaha R1 Bikers Day, mentre quella della Open è toccata alla Metiss 1000 del team Metiss JLC Moto, che tra l’altro ha conquistato anche un eccellente 7° posto assoluto nella classifica generale.
Per la cronaca, la Metiss ( www.team-metiss.com/trainavantjbb.html ) vanta una ciclistica, imperniata sul motore Suzuki con funzione portante, dotata di sospensione anteriore con geometria variabile denominata JBB, progettata da Jean Bertrand Bruneau.

Questa 74esima edizione del Bol D’Or ha visto parecchi problemi meccanici, ma anche parecchie cadute (anche gravi) con conseguenti interruzioni con ingresso in pista della safety car, anche durante la partenza, avvenuta come sempre alle ore 15.00.
L’incidente, nel quale Sébastien Scarnato (team Honda National Motos) si è lussato un’anca, ha coinvolto anche le Suzuki del team qatariano QERT II e del Serbian Racing Team, entrambi ritirati. La safety car ha lasciato la pista alle 15.10, con Suzuki Sert di Phillippe a guidare il gruppone davanti a quella del team QERT I, alla Yamaha YART.
La gara procede a lungo in questo senso, con svariati interventi della safety car e con vari ritiri, ma con la BMW sempre in testa. Anche la R1 del team Yamaha France GMT 94, all’esordio con le Michelin, viaggia molto bene: solo la moto tedesca è più veloce di lei. Ma alle 21.00, la BMW rientra ai box per una perdita d’olio, lasciando la testa proprio alla giapponese portata in gara da David Checa, Foray e Junod, per ripartire dopo 9 minuti, ma rientra ai box dopo una caduta poco prima delle 22.00: la sosta dura solo un paio di minuti, poi la S1000RR rientra in pista con Nigon alla guida.
Alle 23.00, in testa alla corsa c’è la Suzuki SERT, che precede la Yamaha GMT94 di 13 secondi e la Kawasaki Bolliger.
Passa la nottata, e alle 8.57 Grégory Junod riporta ai box la GMT94 fortemente danneggiata da una caduta, ma dopo soli 10 minuti rientra dopo aver cambiato cerchio posteriore, carena e radiatore. La Suzuki Sert sta conducendo con 9 giri di vantaggio sulla BMW e alla Yamaha Folch Endurance, mentre la GMT94 è settima. Ore 9.57: Mattieu Lagrive cade con la BMW n° 99. Entra per l’ennesima volta la safety car, mentre il pilota cerca di riportare la moto al box. La BMW rientra in pista dopo oltre un’ora di sosta, ma si ferma nuovamente dopo un solo giro. Alle 11.18, il team dichiara il ritiro, ma gli rimane la soddisfazione del giro più veloce della gara: 1’42”195, alla media di 155,355 km/h. Notevole, nonostante la sfortuna, la durante iprestazione al traguardo della Yamaha GMT94.
Da notare che il Bol D’Or di quest’anno si sono ritirati 20 equipaggi sui 57 partiti: tra le vittime illustri, anche la stessa Yamaha n°1 Campione del mondo, che ha ceduto alle 22.12 per una copiosa perdita d’olio.

Due delle cadute di questo Bol D’or sono state particolarmente gravi. La prima ha coinvolto il giovane Raphael Chèvre (Team AM Moto Racing Competition), che ha subito un grave trauma cranico con perdita di conoscenza, e domenica sera è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Digione, dove si trova in rianimazione, in stato di coma farmacologico. Inoltre William Costes (team Michelin Power Research) si è fratturato entrambi i femori, bacino, un ginocchio e un malleolo, ma fortunatamente ha superato una situazione piuttosto critica.

 

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