Nuova Beta Alp 4.0, è ancora lei la moto migliore per la montagna? Il nostro TEST

Nicola Andreetto
Il ritorno della montanara! La Beta Alp è da sempre un progetto unico che unisce enduro, trial e commuting quotidiano. Abbiamo provato in anteprima la nuova edizione completamente rinnovata
16 aprile 2024

Oggi andiamo per alpeggi con la... Alp! E con cos'altro? La formula inventata da Betamotor più di vent'anni fa è oggi più valida che mai. L'idea iniziale era quella di rendere una moto da trial/alpinismo più turistica e sfruttabile ogni giorno. O, se vogliamo, di fare il contrario e quindi costruire una dual sport che fosse anche incredibilmente valida in fuori strada e soprattutto facile, indicata non per gli enduristi in cerca di specialistiche quanto per amanti della montagna. Così la Alp è sempre stata "la moto da montagna" più di ogni altra. In molti hanno colto la genialità di questo progetto tant'è che la Alp a suo modo è diventata una di quelle moto di culto che possono vantare una schiera di fedelissimi estimatori che la conoscono in ogni vite, la personalizzano e non la cambierebbero con null'altro. Non sono stati pochi coloro che, quando due anni fa Beta ne ha annuncita il termine della produzione della Alp 400, hanno vissuto quest'uscita di scena come un vero e proprio lutto. Per fortuna, però, si sapeva che la Casa toscana stava lavorando ad una nuova generazione.

Una generazione totalmente nuova

Così lo scorso EICMA abbiamo potuto vedere finalmente il nuovo corso della Alp. Al fianco della già nota Alp 200 sono apparse non una ma ben due Alp 4.0. Oltre alla versione con ruote da 21" e 18" è apparsa anche l'inedita X con ruote da 19" e 17", faro tondo ed un'estetica più urbana. Un po' come dire che questa montanara si è evoluta e ora sa andare ben oltre ad un sentiero. Gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma il progetto è tutto nuovo: il motore è ora un monocilindrico fornito da Tayo Motorcycles, gruppo cinese con cui Betamotor ha avviato da tempo una collaborazione. Per farla breve è lo stesso motore che equipaggia le Zontes, marchio la cui distribuzione in Italia guarda caso è affidata proprio a Distribike azienda che fa sempre capo a Betamotor e della quale può sfruttare logistica e know-how. 

Il motore dicevamo è rimasto mono e 4T, ma è un moderno 4 valvole bialbero raffreddato a liquido della cilindrata di 348 cm3 con corsa di 62 mm e alesaggio di 84,5. Non è decisamente un corsa lunga dunque. La compressione di 12,3:1 inoltre contribuisce a darci l'idea di una buona reattività. La potenza dichiarata è di 35 CV a 9500 giri, mentre il cambio è a sei marce con rapporti piuttosto corti perlomeno da quanto abbiamo potuto provare sulla versione "standard" quella più votata all'off road. La capacità del serbatoio è di 11 litri e il consumo (dichiarato) è di 3,5 litri ogni 100 km. Possiamo dire che è un po' ottimista forse, ma non lontano dalla verità. Il telaio è un perimetrale in acciaio con motore appeso ed è abbinato ad una forcella tradizionale con steli da 43 mm di diametro e 185 mm di escursione. Dietro troviamo un monoammortizzatore con leveraggio e regolabile nel precarico tramite ghiera: l'escursione è di 195 mm. I freni sono entrambi a disco con l'unità anteriore da 290 mm e la posteriore da 220 mm entrambi con un buon impianto Nissin. 

Alcune scelte fanno discutere

A far discutere di più gli appassionati della Alp, però, sono perlopiù scelte estetico/funzionali che non prestazionali. Gli elementi maggiormente sotto accusa sono lo scarico, che ora passa sotto al motore ed ha un silenziatore corto, compatto, ma basso rispetto a quello di norma impiegato su una enduro, e il portatarga montato a sbalzo sulla ruota. La soluzione ha di certo una ragione pratica: lasciando la coda tronca e così corta, la targa deve stare obbligatoriamente come elemento più esterno della moto. Così facendo, però, è maggiormente esposta a possibili colpi in fuoristrada. Ciò però che evidenziano queste due scelte e che forse non va giù agli amanti delle vecchie Alp è che non solo la "imborghesiscono" molto ma la rendono di fatto una moto più stradale. In effetti l'impressione è che la nuova Alp 4.0 possa essere più una moto per il commuting quotidiano che una moto da alpinismo dura e pura. A maggior ragione quando si nota la strumentazione con schermo a colori. A rimettere le cose al proprio posto, però, ci pensa la guida. Quindi... Come si guida?

Agile, compatta, facilissima

Agile, compatta e facilissima sono forse i primi tre aggettivi con cui cercherei di descrivervi la nuova Alp 4.0. Il pacchetto è assolutamente convincente per funzionalità e divertimento, un po' meno per il comfort. La moto è decisamente piccola il che la rende poco protettiva e comfortevole se vogliamo fare una lunga trasferta. Di contro, però, per lo stesso motivo è un furetto nello stretto. Il peso di 140 kg rende i 35 CV del mono Tayo molto più esuberanti di quanto si possa inizialmente immaginare. Non è un motore rabbioso o particolarmente aggressivo, anzi sono proprio la sua dolcezza e fluidità a farcelo apprezzare, ma allunga a dovere e non fa rimpiangere cavallerie superiori. Specie quando, dopo essersi divorati col sorriso curve e tornanti che più stretti non si può, ci si lancia a cuor leggero in fuori strada. Non c'è nulla che ci possa fermare o perlomeno questa è la sensazione che se ne ricava. Si ha tutto sotto controllo, la moto rimane sempre agile e controllabile. Il cambio è corto nei rapporti ma lavora bene e la risposta all'acceleratore è sempre piacevole e pronta quanto basta per arrivare in vetta senza la necessità di arrivarci per forza per primi. Non è una moto da gara ma da scoperta! Anzi, a dire il vero non è neppure detto che ci si debba arrivare in piedi, in vetta. In realtà quando ci si alza sulle pedane si scopre quanto sia molto piccola e il manubrio rimanga in basso. Questo alla lunga potrebbe causare un spo' di mal di schiena. Quasi meglio guidarla da seduti anche in off. La sella, già un po' rigida e stretta, non è però resa più ospitale dagli spigoli esterni: morale dellas favola dopo una giornata potreste non amarla. La porzione per il passeggero poi è proprio di rappresentanza. Tornando invece ad aspetti positivi, mi è piaciuto il feeling dei freni sia su strada sia sullo sporco dove si può escludere l'ABS.

Pro e Contro

Pro

  • Erogazione motore
  • Unicità progetto
  • Efficacia impianto frenante

Contro

  • Scarico e porta targa bassi
  • Sella un po' dura e spigolosa
  • Dimensioni fin troppo compatte nella guida in piedi
  • Design blocchetti elettrici un po' datato

Argomenti

Betamotor Alp 4.0 (2024)
Betamotor

Betamotor
Pian dell'Isola, 72
50067 Rignano sull'Arno (FI) - Italia
055 8348741
info@betamotor.com
https://www.betamotor.com/

  • Prezzo 5.790 €
  • Cilindrata 348 cc
  • Peso 140 kg
  • Sella 865 mm
  • Serbatoio 11 lt
Betamotor

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Pian dell'Isola, 72
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