KTM SX-F 250 e 350 Factory 2011

KTM SX-F 250 e 350 Factory 2011
Finito il Motocross delle Nazioni siamo stati sulla pista di Saint Jean d’Angely in sella alle KTM di Nagl, Herlings, Roczen e Cairoli. E’ arrivata la conferma che Tony è il numero uno. Anche nel mettere a punto la moto
26 settembre 2011


Il test delle KTM Factory 2011 SX-F 250 e 350

Saint Jean d’Angely (Francia)
La pista del Nazioni è ancora “calda” quando parcheggiamo l’auto a fianco dell’hospitality della KTM. Il viaggio è stato tosto: 1.200 km d’auto fatti tutti d’un fiato per arrivare puntuali all’appuntamento con le moto protagoniste dei mondiali di motocross del 2011.
Si respira ancora l’aria della fantastica edizione vinta dagli Stati Uniti d’America col trio Bagget, Dungey e Villopoto. Ma le emozioni più intense le hanno regalate quei due pazzi della KTM, Tony Cairoli e Ken Roczen. Che sarebbero poi i Campioni del Mondo della MX1 e della MX2. E già questo basta a creare una certa apprensione in chi scrive.
Il Tonino nazionale ci ha fatto sognare – nonostante i due zeri rimediati – con un giro assatanato nella manche riservata alla MX1-MX2; la stessa gara che ha mostrato al mondo intero di cosa è capace il giovanissimo Ken Roczen, autore di un sorpasso su Ryan Dungey (con una 250 ai danni di una 450!) che entra di diritto nelle pagine di storia del motocross.
E oggi siamo qui, sulla stessa pista, per provare le moto dei magnifici quattro: le 250 SX-F di Herlings e Roczen, e le SX-F 350 di Nagl e Cairoli.
La salivazione è azzerata. Da una parte ci sono loro, i mezzi ufficiali portati in gara dai nostri beniamini (chi non tifa per Tony abbandoni subito il PC!), dall’altra c’è la splendida pista francese, un continuo saliscendi inframmezzato di doppi, tripli, wave e panettoni in discesa da urlo.
Non so se essere più teso per la pista o per l’onore di provare la moto di Antonio Cairoli. È una bella lotta.

KTM Factory. Come un abito di altissima sartoria

Le factory bike sono schierate davanti a noi. Siamo di fronte allo stato dell’arte del cross mondiale: le quattro tempi di Mattighofen hanno fatto piazza pulita degli allori messi in palio nel 2011 dalle classi MX1 ed MX2. L’emozione e la voglia matta di saltare in sella e pigiare start si impastano come la terra nera e il fango di Saint Jean d’Angely.
Le K dei campioni non differiscono strutturalmente dalle moto vendute nei concessionari, troviamo quindi il collaudato telaio in acciaio ad alta resistenza, l’avviamento elettrico (a cui nessun pilota pare più voler rinunciare per questioni di peso), la sospensione posteriore dotata di cinematismo progressivo e i potenti motori a 4 tempi, bialbero, alimentati per mezzo dell’iniezione elettronica.
Le moto sono equipaggiate con i completi di scarico Akrapovic in titanio, le sospensioni provengono dal reparto corse WP e gli pneumatici sono i Pirelli Scorpion dotati delle mousse specifiche da motocross. Sono presenti i mozzi alleggeriti in ergal anodizzato e non mancano i pezzi in carbonio, chiamati a proteggere la corona, i dischi dei freni e le pinze. Non ci sono però vistosi codini in carbonio o telai speciali (come visto su alcune concorrenti giapponesi schierate nel Mondiale), gli ingegneri austriaci hanno preferito lavorare di fino sulle moto provenienti dalla normale produzione. E i risultati sono a dir poco esaltanti. 
 

Non ci sono vistosi codini in carbonio o telai speciali (come visto su alcune concorrenti giapponesi), gli ingegneri austriaci hanno preferito lavorare di fino sulle moto provenienti dalla normale produzione. E i risultati sono a dir poco esaltanti

La moto di Tony ha una progressione favolosa, con la terza marcia si percorre tutto il circuito del Nazioni. La prontezza in prima apertura rende superfluo chiamare in causa il rapporto inferiore, mentre l’allungo pare interminabile


Giù lo stivale, inseriamo la prima e vediamo se la 350 paga effettivamente lo scotto della cilindrata ridotta.
Niente affatto! Ai bassi manca la classica botta da quattroemmezzo, troviamo invece un’erogazione piena e lineare (il motore ha più schiena ai medi di quello di Nagl).
La moto di Tony ha una progressione in uscita di curva favolosa, con la terza marcia si percorre quasi tutto il circuito del Nazioni. La prontezza in prima apertura rende superfluo chiamare in causa il rapporto inferiore, mentre l’allungo pare interminabile. A pieni giri la potenza è davvero rilevante e non ci meravigliamo dei tanti hole shot di Tony.
La regina della MX1 sposa la maneggevolezza delle piccole 250 e si rivela davvero veloce sulle gobbe e nelle chicane del circuito. Non di meno conquista per il rigore sulle buche della pista e nei canali in uscita di curva, merito di una forcella WP semplicemente perfetta che toglie una bella dose di fatica dalle mani del suo pilota. 
I venti minuti a mia disposizione sono già terminati, ma il ricordo della moto campione del mondo resterà vivo nella memoria ancora molto a lungo.