Yamaha TMax Extreme, da BRT Prototipi

Yamaha TMax Extreme, da BRT Prototipi
  • di Alfonso Rago
Una robusta cura dimagrante, incremento della potenza, parti speciali: quest'originale TMax della romana BRT Prototipi vuole mescolare il mondo dello scooter con quello della moto. Con una interpretazione d'effetto
  • di Alfonso Rago
4 aprile 2014

Hanno raccolto la sfida lanciata da Roland Sands: se il customizer californiano ha realizzato il TMax Hyper Modified basandosi sul maxiscooter di Iwata, da Roma rispondono con un’alternativa estrema fin dal nome. Una gara tutta sul filo della creatività e della contaminazione dei generi applicate alle due ruote, sfuggendo il rischio concreto ne venga fuori un Frankestein anonimo, geneticamente modificato ma senz’anima. Lasciamo a voi il giudizio, ma ci sembra che in questo caso il risultato sia d’alto livello. L’obiettivo è semplice e diretto: far venir voglia di salirci sopra e spalancare la manopola del gas.

Il TMax Extreme della BRT Prototipi è stato uno dei veicoli più ammirati all’ultima edizione dei Motodays: la factory romana (dietro la sigla si nascondono i soci Lorenzo Buongarzoni, Enea Ciprian e Gianluca Berardo che curano direttamente tutte le elaborazioni che escono con la loro firma), d’altro canto non è affatto una sconosciuta dagli appassionati. Fondata nel 1999, vanta una grande esperienza nel campo dei motori e delle elaborazioni: lo scorso anno vinse, sempre alla Fiera dei motori di marzo, un ambito premio nella categoria Cafe Racer con la special su base Bimota DB5.

Il telaietto posteriore in tubi 
e le modifiche estetiche al telaio
di serie
Il telaietto posteriore in tubi e le modifiche estetiche al telaio di serie

Il TMax Extreme nasce dalla voglia di creare un oggetto fuori dagli schemi, per offrire un’interpretazione sportiva a quanti hanno il desiderio di possedere una moto aggressiva che però conservi la comodità di un mezzo versatile, senza l'onere di dover impiegare un cambio meccanico. La base di partenza è un TMax 500 del 2008 sottoposto ad una radicale trasformazione: giusto per dare qualche numero, il peso passa dagli oltre 225 kg del modello standard ai 175 kg in ordine di marcia dell'Extreme, mentre la potenza cresce da 43,52 cv a 51,6 cv all'albero. Un mix che da solo fornisce un’idea di quelle che potrebbero essere le prestazioni dello scooter su strada o su pista.

La lista degli interventi è davvero lunga: il motore è cresciuto nella cilindrata fino a 530 cc (quella dell'ultimo TMax di serie), il telaio è stato modificato per un ideale allineamento delle ruote, sono stati applicati fazzoletti d’alluminio all'interno delle asole originali per creare un effetto ottico importante, che richiama alla memoria gli indimenticati telai ROC Yamaha; sono nuovi forcellone e cerchio posteriore, la trasmissione a cinghia è quella del TMax 530. Il traliccio posteriore del telaio è stato interamente pensato e costruito dalla BRT Prototipi; doppia soluzione per le pedane del pilota, che può scegliere tra la seduta sportiva utilizzando quelle ricavate dalle posteriori di una Bimota BD6 Delirio, opportunamente modificate, mentre per l’opzione più turistica e rilassata sono a disposizione le pedane anteriori derivate da manopole Rizoma.

La posizione di guida è da moto
La posizione di guida è da moto

Ancora per l'avantreno sono utilizzati steli forcella della Ducati Hypermotard 1100s, le pinze freno anteriori sono Brembo monoblocco M4, mentre le piastre sono di una Bimota DB6 Delirio, ricavate dal pieno; steli ed offset delle piastre hanno permesso di lasciare invariate le quote d’interasse originali. Il cerchio anteriore è tornito alla base dei dischi per modificarne la campanatura e permettere l’adozione di dischi freno maggiorati Braking Wave da 300 mm; anche il disco posteriore è Braking Wave da 280 mm. L’asse ruota anteriore è stato costruito appositamente per i diametri differenti del piedino forcella e dei cuscinetti cerchio anteriore; il manubrio è PBR a doppia sezione stile Hypermotard ed anche le pompe freno sono di derivazione Hypermotard; leve dei freni, manopole, serbatoi liquido e pro guard system sono Rizoma; la strumentazione adottata per la versione definitiva è uno strumento della Koso Stage 6 digital. Il radiatore dell'acqua proviene da un Suzuki Burgman 400; il serbatoio da 7 litri di capienza, è artigianale in alluminio, realizzato interamente dalla BRT Prototipi. Il cablaggio elettrico è stato modificato per essere alloggiato all’interno di una scatola di alluminio sempre opera dalla BRT Prototipi, posta davanti al serbatoio benzina, soluzione studiata per rendere possibile l’estrazione di tutto l'impianto in modo pratico.


Completano l’elenco delle modifiche una nutrita serie d’elementi tecnici, tutti scelti per ottenere il massimo della funzionalità e dell’efficienza. La batteria è al litio Aliant Ultralight, la centralina aggiuntiva è una Power Commander PC3, il filtro aria K&N; l’impianto di scarico completo arriva dalla Arrow; le cover laterali serbatoio in carbonio sono di provenienza Ducati Hypermotard; il faro anteriore è di una Ducati Streetfighter, la sella è realizzata a mano dalla Tecnoselle di Roma, il portatarga  alla ruota è della Febur, le frecce sono Rizoma, lo stop posteriore è di derivazione enduro, l’ammortizzatore posteriore Bitubo con serbatoio separato, le verniciature sono curate dalla motocarrozzeria D'amico Design.

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