T’immagini... Che Valentino Rossi vince il decimo mondiale proprio nel 2020

T’immagini... Che Valentino Rossi vince il decimo mondiale proprio nel 2020
Moreno Pisto
E se oltre al ritiro e al restare in Yamaha con una moto ufficiale ci fosse un tertium non datur? Quel colpo di teatro di quelli che solo lui ha dimostrato di saper fare?
30 gennaio 2020

E proprio adesso, proprio nel 2020, proprio dopo le ultime decisioni sarebbe bello sì. Sarebbe bello che Valentino Rossi sconvolgesse tutto e facesse un altro dei suoi dispetti a quelli che pensano di aver già capito tutto. Ve lo immaginate?

Non chiudete gli occhi altrimenti non potreste leggere. Ma immaginate: la Yamaha per il 2021 ha messo sotto contratto i due giovani che voleva la Ducati, Vinales e Quartararo, gli unici due che sembrano poter scalfire il predominio di Marquez.

I giornalisti, gli opinionisti, gli esperti elogiano il grande rispetto della Casa giapponese per il grande campione comunque costretto a una scelta: ritirarsi, optare per una soluzione alternativa - una quinta moto o un team satellite (seppur con i crismi di un team ufficiale) - o farsi un team tutto suo.

Qualcuno elogia il passo indietro di Valentino Rossi (manco fosse Amadeus alla conferenza stampa di Sanremo...). E lui che fa? Immaginate che si alleni, si chiuda nella cerchia dei fidati, lavori duro, ci creda come ci ha creduto solo lui quando nella sua carriera solo lui ci poteva credere e torni a vincere. A stare lassù. A giocarsela con Marquez. Che romanzo sarebbe? Che bello sarebbe?

Quanto si dovrebbero inchinare quelli che sono lì a dire, digitare, sostenere: “Dai, comunque vada resterai sempre il numero uno”, “resterà comunque una leggenda”, “come lui nessuno mai”. Complimenti eccelsi per carità, ma che tra le righe lasciano sempre intravedere quel: “Hai fatto il tuo tempo”, “È finita”, “Forse è arrivato il momento di dire basta”.

Invece no. Io voglio che Valentino Rossi torni a ridere sotto il casco fino quasi alle lacrime per la gioia di una vittoria che nessuno aspettava, come in Sud Africa alla prima gara con la Yamaha. Immaginate succeda di nuovo in Qatar.

Io voglio che Valentino stia lì davanti, a giocarsela con Marquez, perché come può farci esaltare lui non ce n’è. Immaginate: altro che crisi degli ascolti, altro che gare scontate, altro che fine dei giochi.

Valentino è lì. Sempre

Io lo voglio perché è già successo di sottovalutare Valentino e che proprio in quel momento tutto il suo ghigno, la sua cattiveria agonistica, il suo desiderio di zittire i critici siano venuti fuori. Regalandoci tanto, tantissimo, urla incredibili, telecronache meravigliose, lunedì col sorriso. È già successo. Perché non dovrebbe succedere ancora? Solo che a sto giro sarebbe tutto più amplificato, più sorprendente, sarebbe tutto di più. Ma secondo voi se la Yamaha non stesse sviluppando una moto competitiva Vinales e Quartararo avrebbero firmato così velocemente?

E se la Yamaha è competitiva perché non pensare a un Valentino davanti a tutti? Pensa se non ci avessi provato si intitola il libro che racconta la sua impresa dopo l’addio in Honda. Pensate se ci provasse ancora, potremmo dire. Magari per l’ultima volta. E se ci riuscisse? Mamma mia. Ora sì, chiudete gli occhi. E immaginate.

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