Segnali di ripresa

Segnali di ripresa
Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
Un’azienda italiana ha lanciato in fiera un messaggio molto positivo per tutto l’ambiente motociclistico
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
28 novembre 2011


La notizia è positiva e deve essere sottolineata: in periodo di crisi un’azienda è riuscita nel 2011 a battere tre record nella sua storia: fatturato, moto immatricolate e quote di mercato. Questa azienda è italiana, la Ducati.

Per le rosse di Borgo Panigale il 2008 era stato l’anno record: 42.269 moto immatricolate, un fatturato di 469 milioni di euro e un’EBITDA (ovvero il margine lordo dell’azienda) pari a 76 milioni. Poi la crisi. Anni difficili in cui però Ducati non ha smesso di investire e ha addirittura implementato il programma di sviluppo previsto dal piano strategico-industriale, che trovava concretizzazione nel rilascio di un modello nuovo ogni anno. Ma, soprattutto, pur diminuendo i volumi, l’azienda riesce ad ottimizzare il mix dei prodotti offerti, mantenendo margine. Malgrado il 2009  sia un anno di forte contrazione per il mercato, Ducati produce 34.606 moto e riesce comunque a mantenere un buon fatturato (360 milioni di Euro) e un’EBITDA di 66 milioni di Euro. Il 2010 cresce di 1.500 moto circa, ma la strategia è chiara e i risultati premiano l’attenta gestione di questa azienda: crescono il fatturato (391,6 milioni di Euro), l’EBITDA (71 milioni di Euro) e le quote in un mercato sempre più difficile. Ed ecco il 2011: circa 43.000 moto immatricolate, si supera perfino il 2008, ogni record è battuto!

Ma leggiamo meglio i numeri più recenti. Il segmento delle moto over 500 cc soffre dal 2006, non solo in Italia. Eppure nel 2011 Ducati ha registrato crescite in tutti i mercati, a partire dalla Francia (+12%), alla Gran Bretagna (+17), alla Germania (+31%), al Nord America – USA, Canada e Messico – (+44%) all’Asia (+77%). Tutti mercati in perdita a singola o doppia cifra (tranne la Germania con un +1%). Incredibile anche il risultato raggiunto proprio quest’anno in Giappone con un +13%.

Resta fuori dal segno più l’Italia, con un -3% contro una media nazionale di -19%, ma con un profitto aumentato del 6,8%, indice di quell’azzeccato mix di prodotto e attenta gestione delle risorse, che garantisce a Ducati un margine e un profitto anche se le quantità non crescono.

Dal 2006 Ducati ha aumentato incessantemente la percentuale di quote nella sua fascia di mercato, passando dal 4,2% del 2006 al 10,7% del 2011. Il fatturato record del 2011 dovrebbe attestarsi sui 475 milioni di Euro, battendo il record del 2008 (469 milioni di Euro).

Nord America e Asia mostrano cifre di sviluppo impressionanti. E’ facile immaginare un 2012 che, specialmente nel  mercato Asia-Pacific, dovrebbe raggiungere percentuali di crescita a tripla cifra. Basta infatti pensare che fino ad oggi  un Monster venduto in quei paesi poteva arrivare a costare il corrispettivo di c.ca 15.000 euro per colpa dei dazi di importazione che arrivavano all’80% del valore. Da oggi, grazie alla messa a regime del nuovo stabilimento di assemblaggio che Ducati ha realizzato in Thailandia, potranno essere vendute a un prezzo corrispettivo a circa 6.500 euro, assolutamente in linea con quanto le altre case concorrenti propongono su questi mercati.

Modelli quali Multistrada 1200, 848 e la sorprendente Diavel che a ottobre 2011 aveva già venduto 7.550 pezzi, insieme alla neonata Panigale, sono la testimonianza che anche in un momento difficile come questo una buona strategia, un grande impegno e un po' di creatività italiana possono portare a risultati positivi. Un'importante messaggio anche per gli altri costruttori.

Se poi il 2012 fosse anche l’anno di Valentino…!