Patente speciale e moto. Il sogno di Andrea

Patente speciale e moto. Il sogno di Andrea
Andrea, quasi 40 e una paralisi al braccio sinistro, sfida il "sistema" e lotta per ottenere la patente di guida della moto. La sua storia può aiutare altri nella sua condizione a superare gli ostacoli della burocrazia
14 luglio 2011

Punti chiave


La storia di Andrea Lostaglio

Andrea fa parte di una categoria che in Italia non se la passa troppo bene, quella dei “disabili”. Uomini e donne che spesso presentano condizioni fisiche che consentono loro di praticare sport agonistici e di condurre una vita priva di limitazioni, come nel caso ad esempio di Mattia Pasini (che corre in Moto2 nonostante il braccio seriamente lesionato in un precedente incidente con la moto da cross).  Il nostro Andrea ha una paralisi ostetrica al braccio sinistro. Da sempre combatte con la burocrazia del nostro Paese per avere le stesse opportunità dei “normalmente abili”.
Pensate allo sport (in molti casi per la pratica è richiesto il rilascio di apposite licenze), alle barriere architettoniche e, anche, al conseguimento della patente. Il nostro lettore ha la patente dell'auto da una ventina di anni e ora all’alba dei 40 anni e grazie alla nuova legge ha deciso di riaprire il cassetto dei sogni e di tentare la via della patente della moto. 

Il secondo tentativo. Le moto multi adattate? Non pervenute

Nel 2007 Andrea fece un primo tentativo per approcciare il mondo delle due ruote nonostante il problema di disabilità al braccio sinistro. Raccolse un po’ di informazioni, ma poi mollò tutto (c'era in ballo l'adozione del piccolo Samuel, come dargli torto?).
A distanza di quattro anni ci riprova, ma la situazione pratica e legislativa si è fatta ancora più ingarbugliata.
La DISMO, associazione DISabili in Moto è praticamente scomparsa, la DISABIKE, importante azienda che si occupava di modificare le moto, ha chiuso.
Per non parlare della disponibilità di motociclette multi adattate: le autoscuole non le hanno, evidentemente i costi di acquisto sono troppo elevati rispetto alla richiesta o all’interesse suscitato dalla categoria. Le regole imposte dalla vigente normativa sono inoltre estremamente restrittive.  
Per le necessità di Andrea, che deve spostare la frizione a destra, esistono in commercio in Europa e nel mondo diversi dispositivi che risolvono brillantemente il problema, ma in Italia non sono omologati!
L’unico prodotto autorizzato dal Ministero dei Trasporti è quello della Handytech. Esiste anche una piccola azienda a conduzione famigliare, la DalBo Mobility di Treviso, che da anni si occupa di modificare moto per disabili. Hanno anche una moto multi adattata che noleggiano a chi ne ha bisogno.
 

L'esame per la patente A Speciale si farà

Grazie all'interessamento diretto dell'azienda trevigiana, che si appoggia a un'autoscuola del posto incaricata di contattare l'ASL per fissare l'incontro con la commissione medica, Andrea può coltivare il suo vecchio sogno.
La commissione stilerà infatti il referto contenente le modifiche da apportare al motociclo, e in un secondo tempo sarà possibile effettuare l'esame con la moto multi adattata per ottenere la patente A Speciale.
Un dato fa riflettere: la grande e operosa Milano non ha saputo aiutare Andrea Lostaglio nel vedere riconosciuto un suo sacrosanto diritto, mentre a Treviso sta filando tutto liscio come l'olio. Perché? Ci piacerebbe avere una risposta dai rappresentanti delle Autoscuole meneghine in proposito.


Disabilità e motociclismo. Due mondi distanti, ma molto si può fare

L'Harley-Davidson Fat Boy e le distese assolate dell'Arizona. Un sogno che diventa realtà per Andrea. Certo, prima farà esperienza in sella alle più agili Sportster Nighster o Forthy Eight, poi sarà pronto per il grande salto. E per i viaggi che ha sempre sognato. Andrea ha trovato interlocutori attenti negli H.O.G., nella persona in particolare di Dennis Lillo, e presso la concessionaria H-D di Monza. 
Senza l'interessamento loro e dell'Azienda di Treviso sarebbe stato tutto tremendamente più difficile. Ora che Andrea vede il suo progetto in piena fase realizzativa, pensa anche a chi, trovandosi nella sua situazione, non sa come muoversi nei meandri della nostra stopposa burocrazia. 
Disabilità e motociclismo sono ancora mondi distanti, esplorati da un numero piccolo di persone. Le notizie e le informazioni sono difficilmente reperibili, le associazioni inesistenti, le leggi assai generiche.
La strada è ancora lunga. Andrea deve superare l'esame, poi trovare la moto e farla adattare per le sue esigenze.
Non abbiamo dubbi che riuscirà nella sua personale impresa, perché lo spirito è quello giusto.
Moto.it gli fa un grande in bocca al lupo e invita i lettori che volessero contattare Andrea per un semplice consiglio a scrivere alla redazione (redazione@moto.it).
 
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