Ozzy Osbourne: Addio al Principe delle Tenebre, rock e motori nella stessa leggenda

Ozzy Osbourne: Addio al Principe delle Tenebre, rock e motori nella stessa leggenda
Si è spento all’età di 76 anni l'icona indiscussa dell’heavy metal. Una carriera luminosa e tormentata, fatta di eccessi, innovazione e grandi passioni, tra cui quella profondissima per le moto
23 luglio 2025

La notizia della sua morte, avvenuta a Birmingham circondato dalla sua famiglia, ha scosso fan e artisti di tutto il mondo. 

Nato John Michael Osbourne il 3 dicembre 1948 in una famiglia operaia di Birmingham, Ozzy cresce in un ambiente difficile: sei figli, il padre fabbro, la madre operaia. Ragazzo problematico, abbandona presto la scuola e affronta diversi lavori umili prima di scivolare nella microcriminalità. È la musica, in particolare dopo l'ascolto di “She Loves You” dei Beatles a 14 anni, a offrirgli una via d’uscita. Dopo una breve detenzione per furto, fonda la sua prima band, i Rare Breed, seguita dal sodalizio con Geezer Butler, Tony Iommi e Bill Ward. Così nasce nel 1968 quella che sarebbe diventata una pietra miliare nella storia del rock: i Black Sabbath.

Oltre al suo ruolo di rivoluzionario della musica, Ozzy era noto per il suo amore per le moto e il mondo dei motori, una passione che ha influito sia sulla sua vita privata che pubblica. Non è raro vedere Ozzy raffigurato accanto alle sue due ruote, simbolo di una filosofia di vita fatta di libertà, rischio e ribellione.

La passione per le moto nasce negli anni '70 e non si esaurisce nemmeno dopo gli incidenti; anzi, le motociclette rimangono un elemento irrinunciabile nella sua quotidianità fino agli ultimi anni, come dimostrano le frequenti apparizioni pubbliche e private in sella ai modelli preferiti. Non si può parlare di Osbourne senza evocare il suo leggendario garage.

Le moto più significative di Ozzy Osbourne e lo loro storia

Ozzy Osbourne, oltre a essere una leggenda della musica heavy metal, è sempre stato appassionato di motori, in particolare di motociclette. La sua collezione nel corso degli anni ha incluso diversi modelli iconici, ognuno legato a un episodio particolare della sua vita o della sua celebrità.

Yamaha Banshee 350

Nonostante sia tecnicamente un quad (ATV) e non una moto tradizionale, la Yamaha Banshee 350 è tristemente famosa nella biografia di Ozzy Osbourne per l’incidente che lo ha visto protagonista nel dicembre 2003. L’evento, avvenuto nella sua tenuta nel Buckinghamshire, fu serio. L’artista perse il controllo sul terreno irregolare, venne sbalzato dal veicolo che finì per schiacciarlo. Non indossava casco e non era sotto l’effetto di droghe o alcol e l’incidente causò oltre otto costole fratturate, la rottura della clavicola sinistra, una vertebra del collo incrinata e la perdita di conoscenza e un arresto respiratorio. Ozzy smise di respirare e il cuore si fermò per circa un minuto fino all’intervento provvidenziale di un suo bodyguard, che lo rianimò. L’artista rimase in coma farmacologico per otto giorni e fu necessaria un’operazione d’urgenza per sistemare una lesione interna. La convalescenza fu lunga e dolorosa: Osbourne impiegò diversi mesi per ristabilirsi, tra dolori costanti, fisioterapia e paura di non riprendersi più completamente. Questa esperienza segnò profondamente il suo rapporto con le due (e quattro) ruote, ma non spense la sua passione per la velocità e i motori.

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Chopper Personalizzata da Count’s Kustoms: Il Simbolo Motoristico di Ozzy Osbourne

Questa moto si distingue come una vera icona, capace di racchiudere perfettamente l’immaginario dark e ribelle che ha reso unico il “Prince of Darkness”. Realizzata dal famoso atelier di Las Vegas, Count’s Kustoms, la moto fu ideata e costruita tenendo conto dei gusti personali di Ozzy. Spicca per i dettagli customizzati come la finitura “total black”, cromature aggressive e un lungo avantreno in stile Sugar Bear Springer. Il serbatoio, sagomato a croce e decorato con il nome “OZZY” e grafiche in stile ragnatela rossa e nera. Sul parafango posteriore è raffigurata la celebre chitarra polka-dot di Randy Rhoads, chitarrista storico di Ozzy. È un omaggio diretto all’estetica gotica e scenografica che da sempre accompagna l’artista. Questa motocicletta è apparsa in alcune puntate del reality show “The Osbournes”. È rimasta uno dei simboli del suo legame profondo con la cultura motociclistica statunitense. La moto ha così assunto un ruolo centrale nella rappresentazione visiva di Osbourne, diventando un simbolo iconografico del suo stile ribelle e fuori dagli schemi.

Indian Sport Chief RT

Quest’unico esemplare è stato creato in collaborazione con il celebre customizer britannico Krazy Horse, noto per la sua abilità nell’infondere nelle motociclette elementi unici e fortemente caratterizzanti. La moto è stata completamente ripensata per incarnare l’estetica ribelle e oscura di Ozzy e dei Black Sabbath. Il serbatoio riporta le facce dei membri originali dei Black Sabbath, realizzando un’opera unica che fonde il mondo della musica e quello dei motori. Assieme alla moto è stata abbinata una chitarra Gibson SG Standard personalizzata con la stessa livrea della moto. Basata sulla Indian Sport Chief RT, la moto monta l’imponente motore Thunderstroke V-twin da 1.890cc. Questo modello è stato firmato da Ozzy Osbourne, Tony Iommi, Geezer Butler, Bill Ward e dagli ospiti illustri della scena rock e metal internazionale presenti al concerto nel quale è stata presentata, tra cui Metallica, Slayer e Pantera.Negli ultimi anni Ozzy ha collaborato con Indian Motorcycle per la realizzazione di una versione speciale della Sport Chief RT. Questa moto, altamente personalizzata, venne presentata in occasione di un importante ritorno sul palco e successivamente fu messa all’asta per beneficenza.

Messa all’asta, la Sport Chief RT ha avuto uno scopo benefico importante: il ricavato è stato destinato a Cure Parkinson’s, al Birmingham Children’s Hospital e ad Acorn Children’s Hospice, sottolineando anche il legame tra la passione di Ozzy per i motori e il suo impegno sociale.

Boss Hoss 2003

Un'altra moto leggendaria nel garage di Ozzy è la Boss Hoss 2003, una cruiser americana dotata di un motore V8 da 5.7 litri. Questa potente due ruote venne utilizzata da Ozzy in una campagna di sensibilizzazione contro la guida in stato di ebbrezza, dimostrando la sua consapevolezza dei rischi legati alla passione per i motori. Questa moto si distingue per le sue caratteristiche tecniche uniche, il motore è derivato dal V8 Chevrolet utilizzato anche sulle auto Corvette, con "growl" e coppia elevatissima, il telaio è massiccio, le sospensioni tarate per gestire il peso e la potenza straordinari. Il design cromato coniuga lo stile cruiser tradizionale con un'imponente estetica incredibilmente muscolosa. Il cambio prevede una sola singola marcia (single speed) ed è decisamente particolare il meccanismo di frizione assistita per rendere possibile l'azionamento del potente motore in maniera gestibile. Le prestazioni sono di assoluto rilievo con velocità massima dichiarata di oltre 250 km/h. Il fascino della Boss Hoss sta proprio nella sua natura eclettica, rappresenta per Ozzy un concentrato di adrenalina e libertà estrema, un mezzo che unisce la potenza automobilistica a uno stile di guida unico, in linea con il suo spirito anticonformista e la sua grande passione per i motori fuori misura.

Ozzy Osbourne è stato spesso ritratto su altre moto, ma le quattro sopra descritte rappresentano gli esemplari più iconici o comunque più legati a storie rilevanti della sua vita. Va ricordato che, nonostante incidenti e problemi di salute, la passione per le moto non lo ha mai abbandonato, diventando parte integrante del suo personaggio pubblico e privato.

Ozzy lascia un segno indelebile sia nella storia della musica che in quella della cultura pop mondiale. Pioniere di un suono e di uno stile, eterno ribelle, ma anche appassionato collezionista di moto e simbolo di libertà. La sua parabola, segnata da cadute e rinascite, è uno dei racconti più autentici della storia del rock. Nel salutarlo, il mondo non perde solo il leader di Black Sabbath e il solista dai record, ma anche una figura che ha saputo fondere l’irriverenza della scena musicale alla cultura dei motori, depositando in ogni brano e in ogni viaggio una porzione della sua anima selvaggia e inconfondibile.