Nico Cereghini: “Datemi una moto da guardare e da toccare”

Nico Cereghini: “Datemi una moto da guardare e da toccare”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
E’ troppo importante la possibilità di condividere fisicamente la nostra passione. Questo bisogno sta alla base del successo dei mercatini come quello di ieri a Novegro: dove qualcuno cerca una moto o un pezzo preciso, altri soltanto emozioni
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
21 febbraio 2022

Ciao a tutti! Un salto a Novegro per la Mostra Scambio di febbraio, con neanche tanta convinzione. Devo ammettere che non sono un grande amante delle vecchie cose, anche se ogni tanto sento il richiamo di una moto del passato -di una moto che ho avuto o anche soltanto desiderato- e lì per lì provo una sensazione forte, viva, con tanto di suoni, odori ed emozioni.

Parlo di quei dettagli evocativi che i meno giovani conoscono bene, particolari molto personali, legati allo stato d’animo di allora: le curve di un serbatoio più grosso degli altri che faceva sembrare importante e desiderabile una motoretta come tante, la testata di una monoalbero che profumava di corse, un carter laterale più tecno degli altri, o magari un terminale di scarico che suonava secco e ti è rimasto nel cuore. Quelle cose lì, che contano tantissimo per te e magari non valgono nulla per un altro.

La nostalgia mi passa in fretta, sfuma, sostituita dal fascino delle moto di oggi. Va anche precisato che non ho così tanta passione per la meccanica, non ero di quelli che fin da piccoli smontavano curiosi ogni giocattolo per scoprirne il meccanismo interno. Invidio la competenza di tanti di voi, piacerebbe anche a me scovare tra tante carcasse arrugginite il pezzo autentico, ma temo la trappola: sono a disagio quando qualcuno mi racconta che ha sostituito la flangia del secondario del cambio sul Motobi 175 del ’61… e magari pretende pure che lo segua su e giù per tutti i passaggi della lubrificazione.

Mi sono perso un po’ ma torno a bomba. Dicevo che ci sono andato, a Novegro, con poca convinzione. Non cercavo nulla di speciale, sono tornato a casa a mani vuote eppure contento. Meglio: sazio. Era un bisogno che sentivo da tempo. Quello di riempire gli occhi di moto e di motori, di respirare la passione in una forma qualsiasi, ma soprattutto condividerla. Una volta si frequentavano le concessionarie amiche e si stava ore a chiacchierare con i nostri simili…

C’era una carenza da riempire, qualcosa di fisico che mi mancava. Avevo addirittura pensato, qualche tempo fa, di andare nell’officina più vicina a casa e chiedere al meccanico, che neanche conosco così bene, di poter assistere allo smontaggio di un motore o alla sostituzione di qualche pezzo. Mi avrebbe preso per matto e mi sono fermato in tempo, ma volevo ritrovare il contatto concreto con la passione. Vista, udito, tatto, tutti i sensi al lavoro.

Il web è uno strumento formidabile e insostituibile. La possibilità di condividere informazioni, video, fotografie, all’istante e a livello planetario è meravigliosa. Ma attenzione a lasciare tutto al virtuale. Ci vuole anche il contatto fisico con le cose e con gli umani, se vogliamo che la passione nasca e venga coltivata. 

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