Nico Cereghini: "Città e pericoli. Anche l'utente debole ha delle responsabilità"

Nico Cereghini: "Città e pericoli. Anche l'utente debole ha delle responsabilità"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Certo, le nostre città sono disordinate e pericolose soprattutto per i pedoni e i ciclisti. E' giusto e opportuno chiedere soluzioni, ma ci vuole anche il rispetto delle regole da parte di tutti, serve prudenza e sono indispensabili campagne di educazione
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
25 settembre 2023

Ciao a tutti! C'è agitazione, a Milano e non solo, per le condizioni pericolose in cui gli utenti deboli si trovano nella metropoli. Giovedì scorso 21 settembre ciclisti e pedoni - alla ricerca di una maggiore sicurezza dopo i tanti e gravissimi incidenti - hanno manifestato tentando di "bloccare la città". La parola d'ordine era molto forte: di Milano si muore. Si è chiesto di introdurre subito il limite dei 30 orari, di realizzare ciclabili dappertutto, di combattere la sosta selvaggia delle auto e di ripristinare le domeniche a piedi.

Per il sindaco Sala l'amministrazione sta facendo il massimo, ha tentato di ridurre in tutti i modi la circolazione delle auto in città, sta cercando di capire cosa fare come dappertutto in Europa. Intanto, nell'area B a Milano, dal prossimo 2 ottobre bus e camion oltre le dodici tonnellate dovranno obbligatoriamente avere il sensore dell'angolo cieco e gli adesivi di avvertimento per ciclisti e pedoni. E progressivamente anche i camion più piccoli dovranno adeguarsi.

Bene. I sensori cambieranno le cose? Temo proprio di no. Un camionista, nostro lettore, pochi mesi fa ci ha raccontato cosa significhi circolare nel traffico con un mezzo pesante equipaggiato del sensore. L'allarme serve a poco perché suona incessantemente, basta qualsiasi cosa per farlo scattare. Qualche risultato in più, io credo, potranno darlo gli avvisi di pericolo 25 centimetri per 17 applicati sui mezzi, quelli che avvertono ciclisti e pedoni: state lontani, qui è molto pericoloso trovarsi.

Perché un punto fondamentale è proprio questo: siamo noi utenti deboli (pedoni, ciclisti e appunto anche i motociclisti) che per primi dobbiamo avere i sensori ben attivi. Attenzione e prudenza al massimo livello, altrimenti non ne usciamo. Prendersela sempre con gli altri non ci porta da nessuna parte, serve una svolta, serve che ciascuno si prenda la sua parte di responsabilità. E ci vogliono anche campagne di formazione, di educazione, per raccomandare a tutti il rispetto delle regole e il rispetto del prossimo.

E' vero, a Milano le ciclabili sono spesso disegnate male e le auto sono parcheggiate ovunque, come è vero che molti motociclisti e automobilisti e furgonisti vanno troppo forte, e che di camion in città ce n'è in giro tanti. Ma se andiamo ad analizzare gli incidenti più gravi accaduti qui a pedoni e ciclisti, scopriamo purtroppo che proprio la condotta imprudente di pedoni e ciclisti è stata spesso, come minimo, una concausa.

Dispiace dirlo, ma in troppi attraversano la strada lontano dalle strisce pedonali e senza fare attenzione, e molti ciclisti si muovono tra auto e camion con eccessiva disinvoltura, senza avere quello spunto che spesso aiuta noi con moto e scooter. Chi gira tutti i giorni in città lo vede bene, troppi cittadini si mettono da soli in condizione di grave pericolo. L'amministrazione ha il dovere di cercare soluzioni efficaci, ma tutti noi dobbiamo far meglio.