MotoGiro d’Italia. Regolarità: è scienza esatta?

MotoGiro d’Italia. Regolarità: è scienza esatta?
Si direbbe di sì, il MotoGiro 2025 è lì a dimostrarlo. Non solo fuoriclasse della velocità media, computer-umani precisi al decimo di secondo, ma duelli da cardiopalmo al centesimo. Assente Willelmes, vince ancora Tomassini davanti a Bonanomi
3 giugno 2025

Pesaro, fine Maggio. Leggo, rileggo, ci ripenso. Ho fatto una edizione del MotoGiro d’Italia (hey, sto parlando della rievocazione storica, io sono appena del secolo scorso) e me la sono presa come una lunga escursione turistica, partecipando alla passerella di Moto che abbiamo sognato noi, i nostri padri e i nostri nonni, con la massima calma. Chi andava e va a immaginare che sotto il velo della rievocazione si nasconde una “guerra” agonistica delle Regolarità di così alto, incredibile livello? Io no, non l’avevo immaginato, anche perché un’altra volta, in un’altra occasione, ero partito ed ero riuscito a girare a zero, io meglio di tutti, e mi son guardato bene di rivelare che era stato un tredici al totocalcio visto che neanche avevo pensato a tenere una qualsiasi media.

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Rivisitando il MotoGiro d’Italia appena concluso ho rilevato una storia che ha dell’incredibile. Siamo abituati, ormai, a vedere una Dakar che finisce sul filo del minuto, al Motocross in cui volano in due sotto lo striscione d’arrivo, alla MotoGP che finisce al photophinish. Bene La battaglia di questa edizione del MotoGiro si è risolta solo all’ultima tappa, in ballo una separazione di pochi centesimi di secondo. Ecco perché mi salta alla mente il concetto: Regolarità = Scienza esatta.

Passo indietro. Il Motogiro d’Italia è la rievocazione storica di una delle più antiche e prestigiose gare motociclistiche italiane a tappe. Nasce nel 1914 e tocca i suoi vertici di popolarità facendo esplodere la passione italiana, grazie alla Federazione Motociclistica Italiana, tra il 1953 e il 1957, quando diventa una vera e propria leggenda per gli appassionati delle due ruote. Oggi, al pari di altre corse su strada, “classiche” leggendarie ormai improponibili nei termini della competizione pura, come la 1000Miglia o la Targa Florio, il MotoGiro è una fortunata a appassionante rievocazione storica, il cui successo arriva contestualmente alla prima edizione del 1989.

La manifestazione è anche una autentica passerella di “pezzi” storici da bava alla bocca (o da risveglio di sogni antichi e, magari, di desideri mai realizzati), quest’anno si son viste anche due rarissime Tehulche SS 75 cc 4 tempi del 1954, fabbricate in Argentina e figlie di un ingegnere di origini italiane, e negli anni il MotoGiro ha creato i suoi idoli protagonisti di battaglie appassionati. L’ultima decade dell’Evento vede due assi della Regolarità contendersi buona parte delle edizioni. Sono l’olandese L'olandese Eric Willelmes e l’italiano Marco Tomasini. Il primo ha vinto tre volte, l'ultima nel 2019 con una Guzzi Lodola sport 175 4T. Aveva corso in precedenza con una Morini Rebello 175 4t a doppia camma del 1955, un aeroplano ma esigente sotto il profilo della manutenzione, non adattissimo alle corse di durata. Più duttile la Lodola, meno performante ma affidabile. Il secondo, Tomassini da Foligno, ha vinto 11 volte, le ultime cinque consecutivamente. Fate voi!

La gara è ovviamente di regolarità. I concorrenti partono uno alla volta a distanza di un minuto, lungo il percorso hanno dei controlli orari imposti ai quali non possono transitare né in anticipo e né in ritardo, altrimenti scattano penalità. Nello specifico, inoltre, per ogni tappa sono previste tre prove d'abilità da eseguire in un tempo imposto al centesimo di secondo. Vince dunque chi si avvicina di più al tempo imposto. Ed ecco la scienza esatta. Ci sono concorrenti che, cronometro e computer alla mano, ma soprattutto una forma mentale allenata e davvero speciale, che girano a zero, e con questo intendendo che spaccano il centesimo, oppure con ritardi o anticipi analoghi.

Ed ecco la storia concentrata del MotoGiro 2025. Eric Willelmes ha dovuto rinunciare alla viglia della partenza, e dopo una settimana di gara, con partenza e arrivo a Pesaro, organizzazione Moto Club Terni L. Liberati – P. Pileri, ovvero in una delle fosse dei leoni della storia del Motociclismo, il confronto decisivo è tra Tomassini e Marco Bonanomi. Dopo cinque tappe e oltre 1500 chilometri, nella categoria Rievocazione Storica anni cinquanta, la più prestigiosa che si rifà direttamente alla gara che si è corsa dal 1953 al 1957, i due arrivano praticamente appaiati all’ultimo giorno. Marco Tomassini in sella alla Gilera 175 Super Sport 4T del 1954. Marco Bonanomi su MV Agusta 175 CSTL del 1957. La bella è sulla San Benedetto del Tronto – Pesaro di quasi 300 chilometri. Tomassini ha perso tutto il vantaggio per un guasto nella penultima tappa.

Le tre prove speciali finali diventano decisive. Nella prima si impone l’umbro per un decimo, nella seconda chiudono entrambi a zero, e tutto si gioca quindi nell’ultima “speciale”. Vince Tomassini, per pochi centesimi, quanto basta per aggiudicarsi l’undicesimo MotoGiro d’Italia, anche per questo una delle manifestazioni itineranti per moto d’epoca più importanti al mondo.

Gli altri vincitori: Maurizio Paoloni (Classic), MV Agusta 350 del 1970; Michael Cassel (Motogiro), Moto Morini Corsaro Avio, Mauro Fortunati (Scooter) Piaggio Vespa PX200; Pier Fabrizio Donadonibus (Regolarità anni ’60), Lambretta Innocenti 200 DL del 1967.

© Immagini. MotoGiro d'Italia

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