Moto(.it) e Cinema, un film al giorno: "Easy Rider"

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Lo conosciamo bene, ma c'è molto di più dietro all'iconico road movie. Il suo successo è stato inaspettato come i motivi che lo hanno generato
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5 settembre 2019

Nella nostra rassegna moto e cinema che va in parallelo con il Festival di Venezia 2019 non potevamo, ma proprio non potevamo rinunciare al fil per eccellenza che sposa le due ruote alla celluloide. I motivi per vedere, o rivedere, Easy Rider sono tantissimi, scriveva qualche tempo fa la nostra Camilla Colombo proprio sulla celebre pellicola. È il primo film che ha cambiato la prospettiva su cosa dovesse essere un film di successo per Hollywood, qualcosa che potesse essere totalmente dirompente rispetto alla tradizione e piacere solo ai più giovani. È il road movie per eccellenza, l’opera che in maniera più netta e semplice - un viaggio in sella alla propria Harley Captain America sulle strade degli Stati Uniti del Sud - ha messo in immagini e parole la controcultura sorta dopo il movimento del Sessantotto (Easy Rider è uscito nel 1969), il desiderio hippy di vivere in maniera antitetica rispetto alla middle class, interpretato dai bravissimi Peter Fonda, Dennis Hopper e Jack Nicholson.È l’inno della ricerca della libertà, come cantano gli Steppenwolf nella famosissima Born to be wild: il bisogno di fuggire dagli schemi degli anni ’50 e ’60 e proporre modelli alternativi, sentiti come autentici e più consoni all’animo umano. È, per gli amanti delle chopper, il film di riferimento, dove la motocicletta si eleva a compagna di vita, di espressione di se stessi, della propria consapevolezza di essere su un palcoscenico sociale.
 

Quelche settimana fa, dopo la morte di Peter Fonda, Nico Cereghini in un suo editoriale ragionava appunto sulla libertà e su come noi motociclisti la chiamiamo "moto". Ma è ancora vero? Quanto è rimasto della libertà di Easy Rider in sella alle moto di oggi?

"C'è stato almeno un giorno, o un pezzetto di giorno, nel quale vi siete sentiti autenticamente liberi? Vi è successo insomma di vivere ancora quel sogno di libertà che fin da ragazzini avete certamente, anche voi, identificato proprio nella moto? E se vi è capitato, ci raccontate il dove il come e il quando?"  (Da: Nico Cereghini: "Easy Rider, cosa resta della nostra libertà?").

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