Maxi operazione della Finanza: sequestrati 15 mila caschi contraffatti (e non omologati!) prodotti in Cina e spacciati per Made in Italy

Maxi operazione della Finanza: sequestrati 15 mila caschi contraffatti (e non omologati!) prodotti in Cina e spacciati per Made in Italy
La Guardia di Finanza di Torino ha scoperto una vasta rete di aziende che vendevano accessori auto e moto contraffatti provenienti dall’Asia. Oltre 5,5 milioni di articoli sequestrati e 4 imprese denunciate per frode commerciale e prodotti pericolosi
27 ottobre 2025

Operazione ad ampio raggio della Guardia di Finanza di Torino, che ha portato al sequestro di oltre 5,5 milioni di prodotti tra accessori per auto, moto e bici, per un valore commerciale stimato di circa 90 milioni di euro. L’inchiesta, denominata “Non ci casco”, ha permesso di smascherare una rete di aziende che importavano articoli di origine cinese e vietnamita, spacciandoli per “Made in Italy”.

L’indagine ha coinvolto diverse province del Nord Italia, tra cui Milano, Mantova, Verona, Vicenza, Bologna e Modena, dove sono stati individuati depositi e magazzini di stoccaggio. Le perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno interessato anche vari punti vendita e store monomarca, sia in Piemonte sia nel resto del Paese.

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Tra i prodotti sequestrati figurano migliaia di caschi per moto e biciclette, insieme a visiere, kit di sicurezza, catene da neve, dispositivi elettronici, batterie e altri accessori. Su 15 mila caschi (10 mila da moto e 5 mila da bici) sono state effettuate specifiche perizie tecniche, che ne hanno accertato la non conformità alle normative di sicurezza. Le verifiche hanno evidenziato gravi carenze strutturali e l’assenza dei requisiti minimi di omologazione, rendendoli potenzialmente pericolosi per gli utilizzatori.

Secondo quanto emerso, le aziende coinvolte importavano i prodotti dall’estero e li confezionavano in Italia con etichette, loghi e colori che richiamavano l’italianità, inducendo i consumatori a credere di acquistare articoli nazionali. In realtà, si trattava di merci contraffatte e non certificate, successivamente distribuite sul mercato italiano ed europeo.

I rappresentanti di quattro imprese sono stati denunciati per vendita di prodotti industriali con segni mendaci, in violazione della normativa sul Made in Italy. Per uno di loro è scattata anche la segnalazione per frode in commercio e importazione di prodotti pericolosi per la sicurezza pubblica.

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