Limiti di velocità in autostrada: ecco come funziona nel resto d'Europa

Limiti di velocità in autostrada: ecco come funziona nel resto d'Europa
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Dalla totale assenza fino agli 80 km/h di Malta, tutti i limiti di velocità nelle autostrade europee
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
29 gennaio 2020

In Commissione Trasporti alla Camera, a firma del deputato Alessandro Morelli, è approdata la proposta di innalzare "sulle tratte autostradali di massima sicurezza, e cioè quelle coperte da tutor, con tre corsie per ciascun senso di marcia e asfalto drenante" il limite massimo di velocità a 150 km/h.

Fatta salva ogni speculazione in ordine alla presunta maggiore pericolosità di permettere 20 km/h in più sui tratti più sicuri, vediamo cosa accade nelle autostrade del resto d'Europa.

È nota l'assenza di limiti in Germania dove però la velocità consigliata è 130 e i tratti liberi non sono poi così ampi e diffusi come potrebbe credersi in un primo momento e in più sono variabili; Austria, Francia, Croazia, Danimarca, Grecia, Olanda, Rep. Ceca, Slovacchia, Lussemburgo e Ungheria sono ligi ai 130, mentre la Polonia permette i 140 km/h (e curiosamente aumenta di 10 km/h il limite in città durante la notte, fino a 60 km/h) che attualmente è il vertice velocistico nelle autostrade europee.

Più lente le strade del Regno Unito con 112 km/h e di tutti gli altri paesi che orbitano attorno ai 120 km/h, con le strade maltesi regine di sicurezza dove non è permesso oltrepassare gli 80, senza dimenticare che spesso oltre le nostre frontiere la repressione delle infrazioni è molto ferma ed è difficile che passi inosservata al rigore delle forze dell'ordine.

Se in Italia venisse approvato l'innalzamento del limite fino a 150, si potrebbe risparmiare mezzora in un tragitto di 500 km percorso senza mai fermarsi e di arrivare a destinazione in tre ore e venti minuti: guadagno del tutto teorico rispetto al limite di 130 km/h dato che i 150 all'ora sarebbero concessi solo su tratte limitate, quindi forse il maggiore beneficio dell'eventuale innalzamento del limite potrebbe essere quello di evitare sanzioni pesanti per violazioni pericolose come quella di procedere oltre 40 km/h e non oltre i 60 km/h.

Nel sistema attualmente in vigore (fino a 130+60 km/h) è prevista una sanzione pecuniaria tra 527 e i 2.108 euro, decurtazione di 6 punti sulla patente e sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, mentre nel nuovo scenario fino ad una velocità rilevata di 190 km/h (in realtà 200 se si tiene conto della tolleranza del 5%) si ricadrebbe invece nella fattispecie più leggera con una sanzione pecuniaria tra i 169 e i 680 euro e la decurtazione di 3 punti dalla patente di guida.

Che un incremento della velocità media porti ad un innalzamento della incidentalità e della mortalità sulle strade sembra un fatto inoppugnabile ma anche le ripercussioni sui consumi, e quindi sulle emissioni, potrebbero essere sensibili senza contare che lo spazio di frenata a parità di tempo di reazione si allungherebbe notevolmente.

Vedremo quindi cosa sarà disposto in Commissione Trasporti nell'ambito della riforma organica del Codice della Strada, all'innalzamento dei limiti di velocità potrebbe, per esempio, essere accoppiata una riforma del sistema sanzionatorio.

 

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