La Galbusera V8 500, la moto “impossibile” [VIDEO E GALLERY]

Questa 500 particolare fu presentata a Milano nel ’36 ma poi non si vide più. Pochi pensavano che potesse funzionare davvero e invece un appassionato friulano dalle mani d’oro, Mirco Snaidero, l’ha realizzata. Bellissima d’aspetto e di voce…
12 settembre 2025

C’è anche il libro che racconta l’intera storia. Lo ha scritto il triestino Franco Damiani di Vergada con il titolo “Sulle tracce di Marama Toyo”. E’ qui che si parla di due grandi personaggi, il milanese Galbusera e Marama Toyo: il primo costruttore di moto e il secondo pilota, tecnico e avventuriero. E si racconta della misteriosa Galbusera V8 due tempi, 500 cc, la super moto presentata al salone di Milano nel ‘36 e mai realizzata oppure chissà, perduta anni dopo sotto le bombe.

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Ed ora eccola qui, costruita da Mirco Snaidero basandosi sulle poche fotografie scattate allora. Mirco è un artigiano, un grande tecnico: vive e lavora in provincia di Udine, restaura da sempre moto d’epoca e realizza affettatrici d’autore. Appassionato come pochi, ha scoperto quella Galbusera e se n’è innamorato, ha cercato tutto il materiale cartaceo rintracciabile e ha ricostruito da zero quella 500 otto cilindri a V!!

Che è una moto specialissima. Molto complessa da realizzare. Basti pensare che Mirco Snaidero ci lavora da una decina d’anni, dal gennaio 2015…

“Secondo molti esperti -ci ha raccontato Mirco- non avrebbe mai potuto funzionare e io stesso avevo qualche dubbio. Invece funziona, va in moto immediatamente, abbiamo solo un problema di fumosità. E’ un due tempi particolare che va a benzina, non a miscela. Io credo che se lo avessero messo in moto allora, nel ‘38, le grandi case ci avrebbero fatto un pensierino. Non ha i travasi, il lubrificante non va nell’albero motore ma viene spinto nel cilindro quando il pistone è al punto morto inferiore. C’è un compressore che aspira l’aria dal carburatore. La cilindrata è 500 e i due motori girano in senso opposto per un bilanciamento assoluto. Per il momento non lo abbiamo sfruttato, ma… questo motore potrebbe dare tanti cavalli!”.

Le immagini sono state realizzate nel corso della manifestazione del 31 agosto scorso. Nell’ambito delle iniziative legate a Go!2025 -Gorizia e Nuova Gorica capitali europee della cultura transfrontaliera- è stato lanciato il progetto “Motociclismo senza confini” per sottolineare l’importanza del motociclismo sportivo nell’unire popolazioni separate. Italia e Jugoslavia, così divise alla fine della seconda guerra mondiale, erano unite dalla stessa, grande passione per la moto.

Motoclub Trieste, MC Pino Medeot di Gorizia, ASI, FIVA hanno collaborato per una giornata memorabile: il mattino a Nuova Gorica e la sera al Castello di Gorizia. Tanta gente, tante moto d’epoca e due moto eccezionali come la Sirza 125 degli anni Quaranta (realizzata da un droghiere che era pilota e tecnico autodidatta) e la Tomos 50 monoscocca, due realizzazioni del territorio Venezia Giulia.

E’ intervenuto anche Luigi Gigi Rinaudo, uno dei tanti piloti giuliani che (come Parlotti, Grassetti, Campanelli, Loigo) andavano volentieri a correre in tante manifestazioni nella ex Jugoslavia, passando oltrecortina informazioni, ricambi e pure qualche moto usata. Non c’era soltanto il GP dell’Adriatico ad Abbazia, si correva anche a Portorose, a Nova Gorica, a Lubiana, a Skofija Loka, su strada e in salita… Era un mondo in fermento.

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