Giovanni Copioli (FMI): "Vogliamo aiutare i giovani piloti"

Giovanni Copioli (FMI): "Vogliamo aiutare i giovani piloti"
Massimo Zanzani
Abbiamo intervistato il presidente della FMI sulle discipline sportive Motocross ed Enduro. C'è la volontà e ci sono progetti per sostenere i giovani talenti. E molto di più
22 febbraio 2019

Da poco più di due anni Giovanni Copioli è alla guida della Federazione Motociclistica Italiana con il chiaro intento di modernizzare l’ente federale. A proposito di attività nello sport, lo abbiamo intervistato su Motocross ed Enduro.

Iniziamo con il parlare degli Internazionali d'Italia MX, da poco conclusi. Secondo alcuni sarebbe il caso di modificare la formula di gara, vedi la manche Supercampione che non convince, o il montepremi destinato solo a questa classe. Che ne pensa?

«Ci sono tante opinioni differenti, e noi siamo pronti ad ascoltare e capire se un campionato che ha dato tanto a questo sport possa essere migliorato. Magari lo si potrebbe semplificare, rivedendo il discorso della Supercampione e proponendo delle manche dedicate alle due classi di punta, oltre alla 125, che comunque porta ad emergere tanti giovani talenti. Credo comunque che sia una formula che possiamo rivedere, perché migliorare è sempre il nostro obiettivo».

C’è anche chi vorrebbe ritornare alla gara su due giorni…

«Si può valutare anche questo aspetto, e per l'anno prossimo studieremo tutte quelle soluzioni che possono andare incontro alle esigenze dei piloti, che certamente hanno bisogno di più tempo in pista, visto oltretutto che gli Internazionali si disputano a inizio stagione».

Veniamo all’ultima edizione del Motocross delle Nazioni, che in pista ha dato tante soddisfazioni ma poi il grande sconforto con la squalifica del team italiano...

«La delusione è stata grandissima, e ci siamo rimasti tutti davvero molto male. Siamo certi che con una benzina conforme ai parametri il risultato agonistico non sarebbe cambiato, però ci sono le regole, e le dobbiamo rispettare. Purtroppo dopo le contro analisi non abbiamo potuto far altro che accettare il verdetto, cercando di guardare avanti con la consapevolezza che in quel weekend il podio ce l’eravamo meritati. E nella prossima edizione di Assen ce la metteremo tutta per raggiungere i traguardi che l'Italia merita: peccato per Cervellin e per il suo team, che sono incorsi in questa leggerezza».

Fortunatamente, attualmente sembra che al fianco di Cairoli ci siano tante giovani promesse...

«Sicuramente, come hanno confermato anche le belle prestazioni di Lupino e Cervellin. Poi ci sono anche tanti altri emergenti, ad iniziare da Mattia Guadagnini in continua progressione, e i ragazzi che stiamo aiutando con il progetto Talenti Azzurri.
Abbiamo infatti deciso di non aiutare solo un team di riferimento, ma una rosa di giovani meritevoli, perché la Federazione come istituzione deve aiutare i piloti, non una squadra in competizione con le altre, e quindi abbiamo fatto un progetto che aiuta circa 90 piloti sia da un punto di vista tecnico che con delle borse di studio.
Questo avviene non solo nel motocross ma anche nelle altre specialità, comportando un dispendio di energie e di risorse economiche molto grande. La nostra infatti è una federazione non olimpica, e le risorse che ha vengono soprattutto dal tesseramento: dal Coni riceviamo circa soltanto il 25% del nostro bilancio, quando alcune Federazioni olimpiche ricevono il 95%. Quindi noi ci dobbiamo autofinanziare, ed è anche il contributo degli appassionati che tesserandosi ci sostengono e permettono di far fiorire giovani campioni».


Far quadrare i conti quindi non è proprio facile

«E’ molto complicato, soprattutto in un momento in cui le sponsorizzazioni sono difficili da trovare. Per fortuna abbiamo oltre 100.000 tesserati, che credono nella Federmoto e che ci permettono di costruire il nostro futuro. Negli ultimi due anni comunque siamo in crescita e stiamo toccando dei punti importanti per i tesserati, offrendo anche e soprattutto dei servizi utili.
Ad esempio, siamo riusciti a mettere a punto una polizza per le moto d'epoca veramente conveniente che Unipol ha ideato esclusivamente per i tesserati, e stiamo lavorando anche per una polizza dedicata alle moto moderne. E' insomma una Federazione che si impegna a 360 gradi».

Molte piste di motocross stanno chiudendo per vari problemi, a iniziare da quello del rumore: cosa state facendo per invertire tale tendenza?

«Ci stiamo impegnando tanto, a iniziare dallo studio di come ridurre le emissioni sonore delle moto. Con il nuovo Consiglio Federale abbiamo istituito una Commissione Ambiente, presieduta dall'Ing. Strani, che si sta dando da fare per risolvere problemi che gli stessi proprietari delle piste portano alla nostra attenzione.
In caso di problemi, di rumore o di inquinamento, ma anche di sicurezza, possiamo aiutare i titolari a trattare con le amministrazioni comunali o con chi si lamenta: è un servizio che stiamo dando ai club cercando di aiutarli nell’evitare problemi. Abbiamo anche un Comitato Impianti che sta lavorando bene, una Commissione Sicurezza che si occupa non solo dell'integrità dei piloti, ma anche degli ufficiali di percorso e di tutti quelli che lavorano in questo ambiente, e aiutiamo le piste più bisognose con qualche piccolo finanziamento».

Per quanto riguarda l'Enduro invece?

«In questo settore dobbiamo combattere ogni giorno, perché ci sono problemi ambientali che non sono facili da superare. Cerchiamo di portare avanti i diritti di tutti gli amatori, ma sempre educando al rispetto per il territorio, ma è innegabile che i problemi ambientali non manchino.
Dal punto di vista sportivo, invece, nel 2018 ci siamo tolti tantissime soddisfazioni, a cominciare dalla Sei giorni in Cile visto che dopo tanti anni siamo riusciti a riconquistare il trofeo Junior grazie a tre ragazzi bravissimi. Abbiamo vinto anche quello riservato ai club, sempre grazie a piloti giovani, e quindi vuol dire che un vivaio c'è, ed è fondamentale per confermare come l'Enduro sia una specialità importante per l'Italia».

Tra le novità 2019 proposte dalla Federmoto c'è anche un testimonial d’eccezione come Valentino Rossi.

«L'ho rincorso per circa un anno, e alla fine ha accettato con piacere. Prima di lui abbiamo usufruito dell’immagine di Cairoli e Dovizioso, e dopo Vale abbiamo altri piloti importanti nel cassetto. Ritengo che per noi sia importante far vedere come un grande pilota che al motociclismo ha dato tanto, e sta ancora dando molto, abbia un filo conduttore con la nostra Federazione.
Con lui abbiamo un ottimo rapporto, io stesso sono andato un paio di volte al Ranch a girare assieme a loro, e abbiamo anche una collaborazione con la VR46 per far crescere giovani piloti, oltre ad alcune iniziative che stiamo studiando assieme. Il fatto che il team VR46 quest'anno parteciperà non al CEV, ma al CIV, è un bel segno, che dimostra come stiamo crescendo e quindi siano sempre di più i team impegnati nel mondiale che decidono di correre anche nel Campionato Italiano Velocità».

Un sogno nel cassetto?

«Far crescere ancora questa Federazione e di esaudire un po' quelli che sono i desideri di tutti. Non nascondo che mi piacerebbe avere più risorse per poter aiutare ancora di più tanti giovani e i Motoclub nelle loro attività o sostenere gli impianti, questa sarebbe la ciliegina sulla torta».

Se avesse la bacchetta magica cosa farebbe?

«Probabilmente la userei proprio per realizzare questo sogno: un bel salvadanaio con tante risorse da poter investire. Veniamo da un momento difficile e anche il Coni a livello governativo non è in un momento semplice, ma speriamo che si risolva tutto nel migliore dei modi anche perché la nostra Federazione a livello di numeri è tra le prime dieci in Italia. Siamo una Federazione importante, lavoriamo sodo e facciamo squadra per migliorare sempre».