Enduro. Ciao Omone!

Enduro. Ciao Omone!
Carlo Mayr se n’è andato. Stroncato da un malore a casa. Ma la sua seconda casa (talvolta forse la prima) era l’Enduro, la Regolarità. Era fuori, ma mai vista una persona che riuscisse a starne dentro, fino in fondo, spinto dall’amore ad essere sempre aggiornatissimo
1 dicembre 2025

Milano, 30 Novembre. Carlo Mayr. Non che fossimo così vicini, ma tutte le volte che capitava ci fermavamo a chiacchierare. Il più delle volte a lungo e secondo uno schema ricorrente. Era come una sessione di aggiornamenti reciproci, che immancabilmente virava, una volta completata, in dibattito, commento sull’argomento del giorno. Che poteva essere uno qualunque, ispirato dal clamore di un grande o piccolissimo evento del giorno (si era sempre a una Gara), o dal personaggio, nel bene o nel male ma senza animosità, del momento.

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Immancabilmente ne venivo fuori stupito, meravigliato. Carlo era stato un “pro”, aveva lavorato per Motocross e per Xoffroad, era molto bravo, aveva fotografato la storia dell’Enduro e conosceva tutto e tutti, ma ormai era fuori dall’ambiente, inteso come “professionistico”. Eppure ogni volta rimanevo sbalordito dalla conoscenza che aveva mantenuto così viva delle vicende dello Sport che amava più di tutti, in modo profondo e straordinariamente competente e critico.

Quel genere di profondità critica, che sconfina spesso nell’arguzia di un commento sagace o sdrammatizzante, spesso pungente al limite, ma mai oltre, è una forma di competenza che ho sempre ammirato, perché va sempre oltre l’evidenza semplice degli accadimenti. Ed ecco, Carlo aveva questa dote che per me è essenziale, segno di maturità dell’impegno, a qualsiasi livello. Nella forza fisica del gigante che era, Carlo Mayr era un cuore tenero e attento, enormemente rispettoso. Uno che stava sempre dietro alla prima fila, ma cui piaceva esserci sbirciando e vendendo più lontano degli altri. Sua natura eccellente, raramente gli ho sentito sputare sentenze, per lo meno che non fossero accompagnate da un’intera “istruttoria” critica, fino alle conclusioni del verdetto, a quel punto inappellabile. Sono persone così che rendono granitico l’ambiente dell’Enduro!

Se n’è andato uno di noi, ci si stringe il cuore, ci abbracciamo tra sopravvissuti e ci stringiamo all’affetto dei suoi cari.

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