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Quando uno chef seguito da un vero e proprio esercito di persone sui social ti racconta che la sua prima moto è stata una GSXR K5, capisci subito che non sei di fronte a un motociclista qualunque. Daniele Rossi, volto noto del panorama culinario italiano, è molto più di uno chef che ama le moto: è un autentico appassionato cresciuto letteralmente all'ombra del Mugello, dove ha vissuto per oltre 30 anni.
Dopo esserci conosciuti a una festa speciale, proprio a Firenze, abbiamo deciso di conoscere meglio Daniele. E quale contesto migliore se non una vera cucina?
"Tutto è nato dai racconti di mia madre su mio padre", confessa Daniele mentre prepara una delle sue specialità in cucina. "Mi parlava delle Kawasaki Ninja delle prime serie, della Yamaha Turbo che non andava niente finché non entrava in pressione la turbina, e poi volava".
Ma c'è un altro protagonista nella sua storia motociclistica: "Mio zio ha una custom Yamaha bellissima, ha 82 anni e la guida ancora, ha pure i cerchi color oro. È lui che mi ha trasmesso questa passione". Una passione che si è consolidata vivendo a Scarperia, a pochi chilometri dal circuito più iconico d'Italia.
La scelta della prima moto rivela molto sul carattere di Daniele. La Suzuki GSXR K5 non è certo una moto per principianti. "È l'unica che ho venduto e poi sono andato a ricercarmela per ricomprarla", ammette con un sorriso. "È old school, non facile da guidare. Se hai imparato su quella, puoi guidare tutto". Una moto nuda e cruda, senza controllo di trazione, ABS o altri aiuti elettronici.
Nel suo garage sono passate anche altre sportive di rilievo: Aprilia RSV4, Tuono, Honda CB1000R. "Sono un motociclista sportivo, mi piacciono i semimanubri", conferma. "Anche se in città una sportiva non te la godi. Meglio una scrambler o una maxi enduro per certi contesti".
Crescere accanto a un circuito leggendario come il Mugello ha significato avere un intero territorio di strade magnifiche a disposizione. "Tutti i giorni uscivo dal lavoro, facevo un'ora e mezzo di pausa. Mangiavo veloce, mi mettevo tuta, stivali, guanti, casco e via", racconta Daniele. "Facevo Scarperia-Firenzuola e ritorno. Ci mettevo più tempo a vestirmi che a fare il giro, ma ne valeva la pena".
I suoi passi preferiti? "Il passo del Giogo ci andavo tutti i giorni. Poi il passo della Sambuca e la Raticosa. Arrivi su, paesaggio bellissimo, e c'è uno chalet dove ti fermi con tutti i motociclisti a parlare del più e del meno".
"Sono due passioni diverse che alla fine si incontrano sulla stessa strada", spiega lo chef mentre emulsiona burro e limone per le sue linguine. "Quando scendi dalla moto, almeno io, ho fame. E dopo un bel giro sportivo è bello condividere la passione anche a tavola".
Durante l'intervista, Daniele prepara un piatto che definisce perfetto per i motociclisti: linguine al limone con tartare di tonno e capperi fermentati. "È quasi fit. Quando ti levi la giacca scoppi di caldo, vuoi mangiare qualcosa di fresco. Io vado più in moto d'estate, perché se vado in inverno e trovo il cinghiale con la polenta, dopo non mi entra più il giubotto".
Il parallelismo tra le due passioni è evidente: "La cucina è passione, evasione, creatività. La moto è esattamente la stessa cosa. Puoi personalizzarla, puoi divertirti. È quella mezz'ora, quell'ora dove fai il passo di montagna o il circuito e sei in un altro mondo. Stacco completamente la spina".
Come la cucina si è evoluta negli ingredienti e nelle tecniche, così le moto sono cambiate radicalmente. "Se una cosa era buona non significa che non possa essere fatta meglio", riflette Daniele. "I piatti che abbiamo oggi non sono gli stessi perché sono cambiati gli ingredienti, ci siamo evoluti, mangiamo in maniera diversa. La moto rispecchia lo stesso cambiamento".
L'elettronica moderna, le appendici aerodinamiche, le normative Euro sempre più stringenti: "Vanno a garantire una sicurezza maggiore rispetto alla mia K5 che non ha niente", scherza, ma con un fondo di verità.
Sulle moto elettriche si dichiara curioso: "Non ho mai provato una moto elettrica seria, a parte le biciclette. Ho un'auto elettrica e mi trovo bene. Styven di Fani Motors mi ha fatto provare il Neos e sono rimasto male per l'accelerazione. Sarebbe stato devastante quando ero ragazzetto".
"È un po' come la cucina", conclude Daniele mentre completa l'impiattamento con gesti da chef stellato. "La moto la vedo come un viaggio interstellare, un qualcosa che ti fa uscire fuori dagli schemi. Parcheggio la moto, faccio tre passi e mi giro a guardarla. Ogni tanto vado in garage, apro e la guardo, insomma, sono un fissato".
"Per me la moto è passione, evasione, creatività. È quella mezz'ora, quell'ora dove sono proprio in un altro mondo. È quell'adrenalina, quella spinta emozionante. Mi sarebbe piaciuto fare il pilota da piccolo. Poi si torna con i piedi per terra, ma la moto rimane quel momento dove esco dal quotidiano".
L'intervista completa allo Chef Daniele Rossi è sul nostro canale Youtube.
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 Robassomero
(TO) - Italia
011 9213711
https://moto.suzuki.it/
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