Nico Cereghini: "Piloti e passione"

Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Nico descrive i tanti campioni conosciuti nella sua carriera. Da Mike Hailwood a Rossi. passando per Agostini, Biaggi, Capirossi. | di N. Cereghini
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9 dicembre 2009


Qualcuno ha condiviso il discorso sulla passione di 15 giorni fa, però si è un po’ agitato: perché partire da Valentino? Non sarà che sono ossessionato da ‘sto Rossi?
Va bene, ditemene un altro.

Mike Hailwood? Sì Mike è perfetto, l’ho visto correre, ci ho parlato, mitico; ha fatto delle cose talmente belle che per me rappresenta la passione allo stato puro per tutto ciò che ha un motore: le cose gli venivano bene, anche in F1 era fortissimo e in F2 ha vinto il titolo europeo, poi è tornato sulla moto, la Ducati, e ha vinto al TT quando aveva 38 anni. Per pura passione.

Mike Hailwood rappresenta la passione allo stato puro per tutto ciò che ha un motore
Mike Hailwood rappresenta la passione allo stato puro per tutto ciò che ha un motore


Agostini? Qui nicchio. Sì, Mino è grandissimo, il più grande in assoluto nel numero delle vittorie e certamente è stato il primo professionista della moto.
 Lui si è inventato il mestiere del pilota moderno: preparato, meticoloso, concentrato, durevole. Prima di Ago erano tutti meravigliosi dilettanti. L’ho conosciuto bene, ci ho corso insieme, sono andato tre volte sul podio della 500 con lui. Era molto veloce, però non era acceso dal sacro fuoco dei motori. Era piuttosto appassionato di successi, di donne e di denaro. Mica poco, mica stupido, non dico di no, dico solo che Ago non dava la sensazione di mettere i motori davanti a tutto.
Come Max Biaggi, che è stato un fuoriclasse della 250, guida pulitissima e intelligente, ma a me sembrava più attratto dal diventare famoso. A 17 anni sognava di fare il calciatore, mica il pilota

Max, come il grande Ago, subisce il fascino della notorietà. Difficile dargli torto, quando ha le fattezze della Pedron
Max, come il grande Ago, subisce il fascino della notorietà. Difficile dargli torto, quando ha le fattezze della Pedron

E poi, non per sminuire, però Max non ha mai vinto un titolo della massima cilindrata, e non sto qui a sindacare come e perché, ma per incarnare la Passione con la maiuscola, secondo me, il nostro riferimento non può avere dei limiti. Altrimenti andrebbe bene anche Capirossi, anzi andrebbe benissimo perché è tosto, fin da bimbo, lo spezzi ma non lo pieghi, indomito. Ma oltre la 250, come campione, Loris non è andato.

E qualcuno potrebbe suggerire Saarinen e Pasolini, Cadalora, Read: lui sì che è titolato in 125, 250 e 500.
Ma Rossi è qui, caldo e ancora vincente, chissà dove potrà arrivare. E’ un mito attivo. Per questo ho scelto lui invece che Mike the bike. Poi voi scegliete quello che volete, anche Ago o Rainey o Schwantz, l’importante è la moto.


Nico Cereghini

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