Campagna OMS: "Salviamo 5 milioni di persone! Si può"

Campagna OMS: "Salviamo 5 milioni di persone! Si può"
Moto.it
  • di Moto.it
E’ la campagna dell’OMS, organizzazione mondiale della sanità, sulla sicurezza stradale da qui al 2020. Con interventi a 360° su strade, sicurezza dei veicoli, cure mediche e comportamento individuale
  • Moto.it
  • di Moto.it
18 ottobre 2013

Punti chiave

Rea Tech si è tenuto dal 10 al 12 ottobre a Fiera Milano City, un evento completamente dedicato alla disabilità. Chi ha potuto andarci, chi ha avuto la fortuna di andarci, ha respirato un’atmosfera davvero speciale: lì la disabilità è diventata accessibilità, inclusione, autonomia. I meno fortunati si sono sentiti protagonisti, e i tanti ragazzi delle scuole hanno avvicinato questo mondo parallelo attraverso lo sport, i personaggi, le esperienze.

Tanti anche i convegni: sull’inclusione delle persone disabili, l’autonomia dei malati, la valorizzazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, la sicurezza stradale. E di questo ci siamo occupati, perché l’OMS, cioè l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato due anni fa una campagna sulla Sicurezza della Strada di cui pochi sono a conoscenza, partita nel 2011 e che si concluderà nel 2020. Lo scopo è quello di ridurre sensibilmente il numero delle vittime della strada nel mondo, che oggi è enorme: pari a 1.200.000 decessi all’anno. Il 47% dei quali sono nella categoria più vulnerabile: ciclisti, motociclisti, pedoni. Luke Leenen, Presidente di ESTES (European Society for Trauma and Emergency Surgery), ha introdotto i lavoro parlando della necessità di prevenire gli incidenti stradali, ma insistendo sull’importanza sanitaria: soccorrere e guarire meglio di quanto si faccia oggi. Sono intervenuti anche chirurghi, docenti universitari, scuole che hanno fatto lavori in tema, enti e associazioni; particolarmente significativa la relazione della dottoressa Laura Valsecchi dell’unità spinale di Niguarda, una delle più avanzate in Italia. Abbiamo anche ascoltato relatori di Pirelli, Fiat Auto, Ducati e Dainese. Tutti, nel loro campo, hanno illustrato a che punto siamo con la sicurezza dei veicoli, la protezione dell’uomo, le strade, i soccorsi e le cure. Gli aspetti della sicurezza sono molteplici.

Per il momento vi passiamo l’intervista al dottor Francesco Mitis, che è il curatore della campagna mondiale per quanto riguarda la parte europea; Mitis lavora all’OMS di Copenhagen, nell’ufficio regionale di un’Europa allargata e composta da 53 Paesi, compresa Israele e le nazioni dell’ex-URSS.

“Con questo trend - ci informa Mitis - i decessi diventerebbero almeno due milioni nel 2020. Noi vogliamo ridurre questo numero e salvare almeno cinque milioni di vite entro il 2020. Lavoreremo sulle infrastrutture, cioè strade e trasporti, sui veicoli e la loro sicurezza attiva e passiva, sui sistemi sanitari che devono migliorare e sul comportamento dei singoli: cioè leggi, controlli e rispetto delle regole”

Come è la situazione mondiale?

“Parto dal fondo. Soltanto il 50% dei Paesi ha buone leggi, mentre i controlli devono migliorare e deve crescere la consapevolezza. Naturalmente servono investimenti, ma direi che servono soprattutto protezioni, e le infrastrutture vanno adeguate”.

Partiamo dalle leggi: cosa intende per buone leggi?
“Faccio un esempio: in molti Paesi delle ex-Unione Sovietica manca ancora il limite di velocità dei 50 orari in città, e nonostante i numerosi inviti a provvedere, aumentano le vittime nei centri urbani. Circa la guida in condizioni critiche, e l’alcool nel sangue, in Italia abbiamo una buona legge, con il limite di 0,5 che scende a zero per le categorie protette, cioè neo-patentati e autisti di mezzi pubblici; ma in tanti Paesi, e penso per esempio all’Irlanda e a tanti dell’area ex-Urss, i limiti sono ancora molto alti. E poi i controlli, che rappresentano un elemento fondamentale. Riguardo al casco per i motociclisti, nel 90% dei Paesi europei abbiamo buone leggi, ma se parliamo di buoni controlli allora scendiamo parecchio, intorno al 46%”.

Cinture e seggiolini per i bambini? Se ne vedono molti anche in Italia, di bambini che scorazzano in auto durante il viaggio…
“Soltanto tre Paesi, nella mia area di competenza, son privi di leggi sull’obbligo delle cinture; e il 90% dei Paesi ha la legge sui seggiolini per i bambini. Ma l’applicazione è molto scarsa: manca la consapevolezza, che è l’elemento fondamentale, e i controlli sono inefficaci”.