Auto e Moto d'Epoca Bologna 2025: tra leggende da corsa, rarità britanniche e hyperbike [VIDEO]

Dalle moto da GP di Redman e Hayden all'esclusiva Virus Alyen passando per rarità come la Hesketh Vampire e occasioni in vendita come la Gilera Piuma con documenti originali del '90, eccovi il nostro video racconto tra pezzi unici, aneddoti dimenticati e passione pura alla fiera bolognese
17 novembre 2025

Auto e Moto d'Epoca 2025 segna un passo avanti importante per il mondo delle due ruote: alla 42ª edizione della manifestazione bolognese, il padiglione 32 è stato interamente dedicato alle motociclette, separato dal tradizionale mercato automobilistico. È solo la terza edizione con questa configurazione, ma la crescita è stata importante quest'anno grazie alla presenza di pezzi unici e rarità.

A testimoniare l'importanza crescente del settore classic per valorizzare anche l'heritage di marca, ci ha fatto davvero un grande piacere vedere una Casa motociclistica come Honda occupare una parte rilevante del padiglione non con modelli nuovi, ma con moto che hanno segnato la sua e la nostra storia. Un viaggio nei ricordi ma anche nella consapevolezza di cosa questa grande azienda ha rappresentato e continua a rappresentare per tutti gli appassionati. Attorno all'esposizione di Honda abbiamo potuto chiacchierare con collezionisti che hanno esposto pezzi rarissimi e anche con una startup italiana nata per salvare le moto d'epoca attraverso i ricambi. Un mondo che non è solo nostalgia, ma cultura motociclistica viva e sa anche essere business perché no.

Vyrus Alyen, l'unica moto moderna presente di diritto ad Auto E Moto D'Epoca 2025
Vyrus Alyen, l'unica moto moderna presente di diritto ad Auto E Moto D'Epoca 2025
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Virus Alyen: l'hyperbike artigianale da 204 cavalli

La prima bocca aperta della giornata è per la Virus Alyen, un concentrato di tecnologia e artigianalità italiana che non lascia indifferenti. Ogni componente è ricavato dal pieno in alluminio ergal, con fusioni in magnesio che sembrano avere una texture quasi organica e un utilizzo massiccio di fibra di carbonio.

Il cuore è il bicilindrico Ducati V2 da 1.003 cc che eroga 204 cavalli, il più potente bicilindrico al mondo. Ma sono i dettagli a fare la differenza: le sospensioni Öhlins derivano dalla 24 Ore di Le Mans Audi e sono progettate per resistere alle alte temperature grazie a uno stelo che attraversa il corpo dell'ammortizzatore senza creare camere d'aria separate.

I comandi di sterzo utilizzano tecnologia aeronautica: cuscinetti lunghi 2 metri con sfere in acciaio e gabbia in teflon, identici a quelli dei flap degli aerei. Persino gli sganci rapidi per l'accesso ai componenti ricordano i ganci degli scarponi da sci, trasformati in oggetti di design.

Con un prezzo di circa 200.000 euro e solo 25 esemplari prodotti (tutti già venduti a scatola chiusa), la Virus Alien è omologata Euro 5 Plus e rappresenta l'approccio artigianale al mondo delle hypercar applicato alle due ruote. Come spiega Ascanio: "Non è il mercato delle moto comuni, devi venire a bottega e fartela cucire su misura".

Hesketh Vampire: l'astronave inglese da 12 esemplari

Tra le rarità esposte, la Hesketh Vampire è un pezzo di storia del motociclismo britannico che lascia senza parole gli amanti dei "fairings". Nata dalla visione di Lord Hesketh, patron di Formula 1 negli anni '70, questa "astronave" degli anni '80 rappresentava il tentativo di portare nobiltà ed eleganza nel settore motociclistico.

Il bicilindrico a V da 1000 cc offre un mix tra coppia generosa stile Harley-Davidson e carattere sportivo da Ducati. La particolarità? La carenatura è completamente removibile: basta sganciare il fairing e agganciare il faro sulla forcella per trasformare la Vampire nella versione naked standard, senza alcuna modifica.

Di questa versione carenata esistono solo 12 esemplari superstiti su 15-16 prodotti. L'esemplare esposto proviene dal National Motorcycle Museum di Birmingham (donato personalmente da Lord Hesketh) ed è impreziosito da una verniciatura rosato metallizzato che vira all'oro, di un'eleganza tipicamente britannica.

La storia produttiva durò appena 2-3 anni a causa di problematiche tecniche: mancò all'ultimo la fornitura dei cambi con cardano, costringendo a invertire il senso di rotazione del motore per adattarlo alla catena. Problemi di surriscaldamento dell'olio vennero risolti con un radiatorino aggiuntivo, ma il danno commerciale era fatto. Probabilmente Lord Hesketh non voleva nemmeno industrializzarla davvero, preferendo creare poche unità per gli amici. Risultato: ogni esemplare è un cimelio vivente.

Gilera Saturno Bialbero Piuma: 004 di 50 con storia completa

Tra i tesori nascosti nei padiglioni spunta una Gilera Saturno Bialbero Piuma numerata 004 su 50 esemplari prodotti. Questa super mono da corsa rappresenta l'ultimo capitolo dell'evoluzione Gilera nel settore racing e ha una storia documentata in modo maniacale.

Datata aprile 1990, costava all'epoca 18 milioni di lire e veniva consegnata direttamente al pilota Walter Grilletto di Roma tramite il concessionario di zona. Il proprietario conserva tutta la documentazione originale: fatture di Gilera e del concessionario, nulla osta del motore firmato da Roberto Giancamerla (reparto Racing), bolla d'accompagnamento per beni viaggianti, foto delle gare, classifiche dei piazzamenti e persino un olio su tela raffigurante la moto.

Con un peso di soli 120 kg e accensione tramite batteria esterna (si inseriva il jack, si premeva il pulsante, si staccava e si entrava in pista), rappresenta la tecnologia da corsa dei primi anni '90. Il prezzo attuale? 35.000 euro, considerato congruo rispetto agli 18 milioni del 1990, inflazione compresa.

Come dice il proprietario: "Le Gilera sono poche, ma sono ancora tutte vive. Nessuno le ha mai demolite".

Pezzi unici di Honda ad Auto e Moto D'Epoca 2025
Pezzi unici di Honda ad Auto e Moto D'Epoca 2025

Honda: 600 mq di heritage dal Giappone all'Italia

Honda Italia ha allestito uno stand monumentale di 600 metri quadri attraverso il progetto Honda Classic, nato per valorizzare la storia aziendale che ispira ancora oggi i modelli contemporanei. La presenza è significativa perché Honda non porta modelli nuovi in vendita, ma solo celebrazione dell'heritage.

Le due tempi di Atessa: quando Honda parlava italiano

Una sezione celebra la produzione italiana delle due tempi nello stabilimento di Atessa, capitolo fondamentale spesso dimenticato. Qui troviamo la Honda NS 125 del 1987, prima moto Honda costruita in Italia ed esportata persino in Giappone (da Atessa direttamente a Tokyo, un percorso inverso straordinario).

La collezione prosegue con l'NS 125-2 Rothmans con doppio disco anteriore, l'innovativa NSR 125F del 1988 che introduceva il telaio in alluminio pressofuso mostrato volutamente a vista, la NSR 125 Repsol del 1992 con la sua livrea divisiva (nuda, con faro particolare e colori fortissimi anni '90), e le versioni SP (Sport Production) che hanno formato intere generazioni di piloti, tra cui Lucio Cecchinello, oggi team manager in MotoGP.

Le pietre miliari: CB 750 Four e RC30

Impossibile parlare di storia Honda senza la CB 750 Four del 1968, considerata la prima superbike della storia: questo quattro cilindri in linea rese prestazioni da competizione accessibili al grande pubblico, cambiando per sempre il mercato. Prima di lei, la CB 450 del 1965 ("il bombardiere nero") aveva iniziato a scardinare i pregiudizi verso le case giapponesi.

Spiccano anche la Pacific Coast 800 del 1989 (pioniera del concetto gran turismo con carenatura avvolgente e retrotreno alzabile per i bagagli), la leggendaria VFR 750R RC30 del 1987 con monobraccio e sound degli ingranaggi a cascata, la visionaria NR 750 con pistoni ovali (costava 100 milioni di lire e mantiene ancora oggi un design attuale), e la CX 650 Turbo, testimonianza della sperimentazione con la sovralimentazione nei primi anni '80.

Racing: da Jim Redman a Nicky Hayden con Carlo Fiorani

La sezione racing ospita moto originali dal museo di Motegi, tra cui la moto di Jim Redman (sei volte campione del mondo, 94 anni, che sarà presente personalmente allo stand) e la Honda RC212V di Nicky Hayden, campione del mondo 2006.

Carlo Fiorani, memoria storica delle corse Honda, accompagna tra i cimeli spiegando il legame personale con molte di queste moto. Il confronto tra le moto storiche e la LCR Honda di Zarco del 2024 è impressionante: dove le moto di Redman o la RS500 di Valentino Rossi mostrano linee pulite e strumentazione analogica (contagiri meccanico, ponte di comando essenziale), la moto moderna presenta una foresta di pulsanti per gestire abbassatori, mappe motore, controlli elettronici. "Su quella ci saliamo sopra e sappiamo farla partire, su questa serve una lezioncina", scherza Fiorani.

Norton e Brough Superior: l'eleganza britannica

Lo stand God Save the Queens celebra l'heritage inglese con diversi esemplari di Norton Commando, pietra miliare del motociclismo britannico. "Sono troppo di parte, ne ho tre personali", confessa Alessandro Altinier. "È una moto incredibile da usare".

Accanto ai Commando classici troviamo il Commando 961, ultimo capitolo pre-acquisizione TVS, che mantiene forte il richiamo estetico al modello originale confermandosi una moto tecnicamente riuscita.

Presente anche una Brough Superior proveniente dal National Motorcycle Museum, utilizzata per il calendario 1938 e ancora oggi di una bellezza che toglie il fiato, con cromature impeccabili che testimoniano la cura costruttiva dell'epoca.

Bimota DB1 Super Mono: da Rimini al Giappone e ritorno

Curiosa la storia della Bimota DB1 Super Mono 650 in livrea blu, equipaggiata con motore Rotax proveniente dall'Aprilia Pegaso (poi utilizzato anche da BMW). Questa versione biposto è stata acquistata in Giappone da un collezionista di Gubbio, chiudendo un cerchio che l'aveva vista partire da Rimini per il mercato nipponico.

"Da Rimini è andata in Giappone, poi dal Giappone a Gubbio. Riportata verso casa", spiega il proprietario davanti alla moto che monta una monosospensione Boscone e il telaio caratteristico Bimota.

Recambio: salvare le moto d'epoca attraverso i ricambi

Interessante la presenza di Recambio, startup italiana nata due anni fa da due amici che si sono conosciuti "sulle piste proprio con le Guzzi". La piattaforma mette in comunicazione domanda e offerta di ricambi originali o equivalenti originali per moto classiche, risolvendo un problema cruciale: la polverizzazione dell'offerta.

"C'è tantissima offerta sparsa ovunque, ma non trovi niente quando serve. Essendo molto settorializzata, la nostra piattaforma permette di trovare molto più facilmente e garantiamo la consegna", spiega Jacopo.

Attualmente Recambio si specializza in Moto Guzzi fino alle Griso dei primi anni 2000, con l'intenzione di espandersi ad altre marche italiane nel 2026. Oltre ai ricambi, la piattaforma fornisce manuali d'uso e manutenzione, codici ricambio verificati e videocorsi on-demand.

L'iniziativa organizza anche Mettici le Mani Day, eventi pratici dove gli appassionati possono lavorare direttamente sui motori sotto supervisione. "Di teoria ce n'è molta, di pratica ce n'è poca. Noi facciamo mettere davvero le mani, ogni banco ha il suo motore", spiegano i fondatori.