Maglia Azzurra vince la Six Days!

Un successo perentorio per l'Enduro italiano. Merito delle potenzialità individuali, ma soprattutto della tenacia e del gioco di squadra degli Azzurri. Il VIDEO dei Campioni
19 novembre 2007
Sei Giorni Enduro: La Maglia Azzurra è Campione del Mondo! Il 2007 ha regalato all'Italia una serie impressionante di successi tra le discipline a motori. In Formula Uno con Ferrari, nel Motomondiale con Ducati e Aprilia, nel motard con Husqvarna, nel cross col fenomeno Cairoli. Un vero stillicidio di titoli iridati. Solo l'Enduro sembrava relegato al ruolo di Cenerentola (i titoli della serie WEC sono andati a Salminen, Ahola e Cervantes rispettivamente nelle classi E1, E2, E3). Una maiuscola nazionale italiana ha messo a posto le cose nella gara a squadre più attesa, la Sei Giorni, che quest'anno ha fatto tappa in Cile. Questi i piloti che hanno portato sulla vetta più alta del mondo il tricolore: Maurizio Micheluz, Alessandro Belometti, Fabrizio Dini, Alessandro Botturi, Andrea Belotti, Alessio Paoli e Alex Salvini (al posto dell'infortunato Simone Albergoni). Gli Azzurri del Trofeo Junior sono arrivati solo quattordicesimi. Prima la Spagna, seguita da Francia e Finlandia. Una Sei Giorni che ha vissuto colpi di scena clamorosi, come l'esclusione di Juha Salminen, testa di diamante della nazionale finlandese. Proprio lui, uso a non sbagliare mai, si è fatto spingere lungo il percorso: inevitabile la squalifica. Ma la vittoria di Maglia Azzurra non poggia sulle altrui disgrazie, come ci dice Simone Albergoni: "La sorpresa della Finlandia esclusa? Con o senza la Finlandia eravamo comunque primi, a dimostrazione del coraggio dei piloti della Maglia Azzurra! Nella Sei Giorni ci vuole tutto, anche fortuna... Salminen in tutto il mondiale non era mai incappato in un errore del genere, ieri era in difficoltà ed è stato aiutato: la Six days devi vincerla tu, la moto e la squadra, zero aiuti”. La notizia della vittoria è arrivata solo al termine della sesta e ultima giornata, quella che prevedeva le estenuanti prove speciali nella pista di motocross. Le manche corse nel pomeriggio hanno fatto salire la tensione. Allo start della prima sembrava che tutto girasse dalla parte giusta: Salvini primo, Micheluz a 1’40”. Ma la Francia aveva ancora la possibilità di scartare un risultato (Gauthier a 2'40" il peggiore) e dopo la E1 rosicchiava ben 1 minuto. Maglia Azzurra è matura: i ragazzi indossano con orgoglio la divisa della nazionale e mettono da parte il risultato individuale, per premiare la squadra. Nella seconda manche (E2), infatti, il pensiero è solo la vittoria. La paura non è presente negli occhi dei nostri piloti. Vince Aubert, Belometti chiude a 58 secondi, Dini a 1'31". Il doppiaggio di Deparrios, così, ci dà ancora ancora più fiducia. Nella terza (E3) non c'è scampo. Vince Tarkala, la Francia non c’è più, la Maglia Azzurra sì. Siamo campioni per la 14esima volta con l'Enduro ed è la seconda stella (ventesimo titolo) per la Federazione Motociclistica Italiana. Un plauso enorme ai piloti, al CT Fossati, ai meccanici e a Casa Azzurra. La vittoria del gruppo, di Salvini ultimo arrivato, di Belotti fratturato, di Albergoni non partito per infortunio. La vittoria della FMI e della Maglia Azzurra. La vittoria, ancora una volta in questo fantastico 2007 dei motori, dell'Italia. ENDURO AZZURRO, LA STORIA DELLA NAZIONALE ITALIANA ALLA SEI GIORNI Questa disciplina era identificata come Regolarità, e la Sei Giorni è sempre considerata la massima espressione della specialità nata negli anni '30 in Inghilterra. La Regolarità, oggi Enduro, è probabilmente una delle discipline motociclistiche più antiche: la conferma arriva dal numero delle Sei Giorni disputate (con la nostra compagine sempre presente). Sino al 1978 il sistema di scelta dei componenti della nazionale era basato quasi esclusivamente sulla marca della moto che aveva il maggior numero di piloti. Allora la Federazione acquistava una sola marca di moto (vedi Ducati, Morini, Gilera), poi si sceglievano i piloti che avrebbero corso la Sei Giorni con quella marca di moto solo ed esclusivamente per questo evento. In definitiva un atleta sottostava alla difficoltà dettata dalla diversità del mezzo rispetto a quello che aveva guidato durante la stagione (con problematiche in termini di risultati e assistenza). Mai vincitori, la truppa italiana ha dovuto accontentarsi di cique vittorie nel Vaso d’Argento: nel 1960, 1963, 1968, 1975 e 1978. Arriva il 1979 e finalmente la FMI riesce a far accettare che la Nazionale di Regolarità non debba per forza essere monomarca. Trovata una soluzione si riscontra un altro problema: la diversità di marche scatena una guerra commerciale e tra le aziende presenti sul campo non vi è collaborazione. Nello stesso anno la Federazione Motociclistica Italiana riesce a mettere d’accordo KTM e SWM sulla composizione della Nazionale di Enduro e sui rispettivi piloti (3 per ogni marca) e subito arriva l’eclatante risultato: la prima conquista di un Campionato Mondiale a squadre in Germania. Risultato di prestigio, bissato nelle due successive stagioni: 1980 in Francia e 1981 in Italia. Dal 1979, dunque, si è abbandonata la formula del monomarca e da allora le cose sono notevolmente cambiate. Oggi si riscontra un problema contrario: per poter predisporre la Nazionale in base alla competitività degli uomini, ci siamo ritrovati con una miriade di case motociclistiche perché alcuni atleti arrivano da team piccoli, con pochi elementi, e quindi troviamo schierate 5 o 6 marche. Il problema viene arginato dalla professionalità dei team a supporto dei piloti che, per l’occasione, indossano orgogliosamente una maglia che li accomuna: la Maglia Azzurra della Nazionale di Enduro. (Fonte: FMI)
Andrea Perfetti Foto: www.federmoto.it

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