Italiano MotoRally - Raid TT. Via a Fuoco in Toscana [VIDEO]

Piero Batini
  • di Piero Batini
Quasi 300 partenti, un’ondata di novità, sorprese, idee. La stagione del Rally-Raid all’italiana parte con il clamore delle grandi sfide. Tonelli Star passato a GasGas, Cerutti con Aprilia, Salvini e Fantic. La nuova GPX
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
6 aprile 2023

Riotorto, Livorno, 3 Marzo. A parte i carciofi, ragione per la quale questo angolo di Toscana è famoso in questa stagione, nel punto d’incontro tra Maremma e mare che corrisponde alle coordinate di Riotorto, Livorno, non ci sarebbe una gran vita. La Primavera stenta, l’estate che riempie spiagge, coline e strade è di là da venire. Ci sarebbe da annoiarsi nella gran tranquillità edonistica… non fosse che all’improvviso l’area geografica si accende di Fuoristrada. È il gong dell’Italiano Motorally e dell’Italiano Raid TT. La manifestazione è complessa, affollata, eccitata. Non solo perché è la prima Gara dell’anno. Ci son novità che surriscaldano l’atmosfera e che hanno acceso la miccia dell’impazienza già durante l’inverno.

“Sono Antonio!” (con la “S” sciacquata del romagnolo purosangue). È il jingle più gettonato della tre giorni toscana che inaugura i Campionato Italiani 2023 in materia di Rally-Raid. Antonio corrisponde al cognome Assirelli, responsabile e coordinatore federale, soprattutto buon inventore e traduttore della specialità in lingua italiana. Il fatto che debba identificarsi mille volte al giorno dipende dal fatto che Assirally passa buona parte del lungo week end alla radio, a sorvegliare lo sviluppo della Gara e a dirimere le infinite questioni che gli piovono addosso dall’etere della partecipazione, fiorite ben più velocemente della Primavera. Il Motorally è una cosa, il Raid TT un’altra. L’uno si sviluppa sulle singole giornate di gara, due nella fattispecie, l’altro sui tre giorni caratteristici del Rally-Raid producendo un esito globale. In comune, al netto di varianti e personalizzazioni, i percorsi. Ma poi, sull’una e l’altra direttrice, ci sono le classi, le categorie… le novità.

Su classifiche e risultati vorremmo sorvolare (e poi i definitivi ufficiali prendono troppo tempo), e passare direttamente all’indice di qualità. Intanto per le graduatorie abbiamo un inviato specialissimo, il nostro Perfetto in gara per tutto il Campionato con una Fantic, e poi, a dire il vero, classi e categorie sono tantissime, per una bibbia di archivio e un camion di coppe e trofei. Ci concediamo, quindi, alle “qualità” dell’insieme e dell’evento, anche perché ne abbiam percepite tante. E allora brani dall’opera, idee, e novità. Una, tanto per cominciare da qualche parte, di sostanza. È la creazione della classe GPX. Per capirla abbiamo interpellato Daniele “Dansan” Santini, che ne è un po’ la “centralina”. All’inizio era un monomarca promosso da Yamaha, ora la GPX è di fatto una categoria del Campionato Italiano. Per il salto di qualità il bell’Antonio Boss ha tirato dentro Dansan e lo ha messo sotto la cupola di RMG, Rally Managing Group, alla gestione della nuova, e non facile, materia. Come funziona? Sostanzialmente con il GPS che sostituisce, e in un certo senso “copre”, il Road Book “tradizionale”. Lo sviluppo della gara si basa sul seguire una traccia GPS evidenziata su tablet o device di navigazione. La “bontà” della navigazione è validata dal passaggio su una serie di waypoint e, visivamente, dall’aderenza della freccia-moto alla traccia sullo schermo. Pronti-via, oltre 30 partenti per i tre giorni di gara di Riotorto, che saranno una diecina di appuntamenti sull’arco del Campionato, in gran parte ereditati dal monomarca dedicato alle Ténéré 700 bicilindriche. Immediatamente ecco arrivare le nuove Aprilia per il test inaugurale, una KTM, una Honda affascinante e oldtimer. La parte del leone la fa Yamaha, era scontato, con la maggioranza assoluta dei partecipanti in sella a quella che si chiama confidenzialmente “T7”. Prima giornata a Angelo Tazzari, Yamaha, seconda a Paolo Pettinari, Aprilia e, troppa foga e speed limit a go-go, il predatore finale è stato proprio quell’unica KTM nelle mani di Antonio Polidoro.

Effetto Aprilia. La grande novità Aprilia… strabilia! Di Aprilia back nel Fuoristrada abbiamo detto. Il fatto che la Marca si fosse presentata in mode Factory, con Cerutti Pilota di punta accanto a Francesco Montanari e la direzione tecnica del braccio armato di Noale, i Fratelli Vittoriano e Gianfranco Guareschi di GCorse, non era una novità. Il thriller è iniziato con la Gara – sai, quando scatta il numeratore dell’orologio – e il valore chiacchiere, promesse e propositi, puro intrattenimento, viene azzerato per lasciar parlare il silenzio implacabile del cronometro. E lì l’evento è diventato clamoroso. Che sia “colpa” di Aprilia, di Cerutti o dei Guareschi Brothers, sta di fatto che la Tuareg 660 “Kit” è andata subito al comando della classe di appartenenza, e immediatamente dopo all’assalto dell’Assoluta. È stato immediato effetto ostrica, quando cioè le bocche rimangono spalancate dalla meraviglia al passaggio del binomio Cerutti-Aprilia. “Storicamente” è il momento in cui la performance del Pilota e della “macchina” si impongono all’attenzione della platea e, soprattutto, della concorrenza assoluta. Probabilmente l’indice di gradimento più alto dell’intera manifestazione: scoprire (e scoprire di sé stessi) che ci siamo, che la bicilindrica made in Veneto e “maturata” in Romagna si rivela all’altezza del compito e ben più avanti dell’immaginabile immaginato. Una forza assoluta! Sarà interessante percorrere la stagione nel confronto stellare annunciato tra il neo ufficiale Aprilia e il Gigante di Lumezzane Alessandro Botturi, sinora idolo incontrastato della G-1000. Un autentico scontro tra Titani!

Motorally 1 e Motorally 2. Effetto Salvini. Dopo la Dakar Alex Salvini è andato a giocare a golf con Woods per tre mesi (scherzo, ma in moto lo si è saputo ben poco). All’improvviso il bolognese ti spunta a Riotorto. Bene, era ora che onorasse il contratto con Fantic, pensano i maligni. Poi la bordata di sorprese. Non solo Salvini c’è, Salvini c’è proprio! Immediatamente protagonista, Alex rischia a più riprese di vincere entrambe le gare spuntando tempi e prestazioni da capogiro. È avvantaggiato dall’ordine di partenza e non deve farsi andare in pappa il cervello con la navigazione, ma fa parte del gioco e il merito non cala. Sfortunatamente il Campione del Mondo è uno che ci da di gas con una certa irruenza e, si sa, al Motorally l’autovelox non perdona. Così quella che sulla terra è una prestazione maiuscola vien in parte ridimensionata dalla legge, che è uguale per tutti e che, non favorendo introiti di cassa in dollari a questo o quel comune, di fatto è ancora più uguale per tutti. A corollario dell’effetto Salvini non possiamo dimenticare la colorita partecipazione del GDeD, Gruppo Dakariani e Dintorni, Zacchetti, Missoni, Taverso, Perfetti, Stigiano pre-Marathon des Sables, Guru Gilardi e Internò organizzati in chiave Fantic da quest’ultimo e galvanizzati da quest’ penultimo.

Effetto Thomas Marini. È il vincitore della prima giornata di Gara, la qual cosa non deve meravigliare più di tanto perché Marini è bravo. Più stupefacente, anche in questo caso al limite del clamoroso, è che la vittoria di Marini corrisponda alla prima vittoria al primo colpo di una Marca al debutto: BiMoTa. Sì, la moto è in origine più verde che azzurra, più giapponese che Motor Valley, ma questa non sarebbe una vera novità e in ogni caso non cambia una virgola nel rapporto tra le bravure che generano il risultato. Se proprio vogliamo trovare il lato stupefacentemente clamoroso, direi incredibile al buon senso, in comune agli effetti Salvini a Marini, questo viene dai documenti ufficiali FICronometristi, che mandata in sovreccitazione il software, mettono sotto il culo di Salvini una leggendaria Honda 750 e sotto alle natiche di Marini niente meno che l’ormai introvabile, mitica Guareschi 850. Probabilmente anche i crono sono rimasti stravolti dal missile Aprilia dei fratelli CCorse.

Effetto Tonelli. È l’effetto meno clamoroso ma non meno concreto. Il Campione Italiano e vice 2022 ha cambiato assetto tecnico ma non attitudine generale. Leonardo da Cascina, infatti, si è spostato di qualche grado sotto l’azimut del Gruppo Pierer Mobility e corre adesso con una GasGas, sempre con la benedizione proseccoaspersoria della squadra di Claudio Zago, la supervisione di babbo Davide e, quel che più conta, il supporto tecnico di Garafi Moto. Morale, Tonelli vien su pian pianino, poi come gli capita non di rado, martella sul finire, aggiudicandosi così una giornata delle due di Motorally e la prima prov a Raid TT dell’Italiano 2023. Effetto finale Motorally, la calma performance di Paolo Lucci, astro nascente del Rally-Raid internazionale, e quella divertita del compaesano Gioele Meoni. Entrambi e per ragioni diverse, legati ad un progetto Dakar 2024 in pieno sviluppo. Della partita, ovviamente, anche il Dakariano Maurizio Gerini, crossover moto-auto, con una Husqvarna di Solarys.

Il Motorally si sposta in Abruzzo***, e non si capisce perché debba metterci quasi un mese per essere a Gioia dei Marsi il 29. Ancora meno si capisce perché per la seconda e ultima del Raid TT si debba attendere fino alla fine di Ottobre per la finalissima in Sardegna. Sarà l’impazienza?

© Immagini RMG - Aorilia - Yamaha Media - LT - Danesi

 

*** ALT! Nasce al mome to il dubbio che la gara in Abruzzo sia messa in discussione. Ilparere negativo dell'Ente Parco Abruzzo sarebbe il limite invalicabile per il progetto in atto e tradotto nel calendario del Campionato. Vedremo se si tratta di un impedikento definitivo. Vi terremo aggiornati.

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