Dakar 2023-D10. Di Nuovo Ross Branch, “K” Benavides Passa al Comando [GALLERY]

Piero Batini
  • di Piero Batini
Apre Luciano Benavides, Husqvarna, vince Ross Branch, Hero, passa in testa Kevin Benavides. La tappa non è micidiale come si poteva immaginare, ma molto delicata, probabilmente un’anteprima “tattica” del bello che sta per arrivare
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
11 gennaio 2023

Shaybah, 11 Gennaio. L'11 Gennaio sarà sempre un giorno velato di tristezza. 18 anni fa, durante l’edizione del 2005, perdeva la vita Fabrizio Meoni. Per me e per molti la Dakar non sarebbe stata più la stessa, e ad ogni nuova corsa la forza di quell’evento avrebbe dovuto fare i conti con la brutale interruzione di un flusso di passione che ad ogni passo lasciava tra i granelli di sabbia quesiti e incredulità. È la forza del destino, quando a illustrarlo sono i grandi Uomini. È successo ormai molto tempo fa, eppure Fabrizio è così forte nel presente da essere una parte di noi ancora viva. Dopo così tanto tempo Fabrizio manca non solo tra le dune del suo Deserto, non solo tra le strade e le case di Castiglion Fiorentino, non solo in quell’angolo dello Sport che lo ha celebrato migliore del Mondo. Fabrizio vive nella nostra relazione con questa Gara e ancor più nella quotidianità costantemente bisognosa di riferimenti, di indicazioni. Per questo oggi vedo quella tristezza in qualcosa di più dolce. Una malinconia di fatti esaltanti e dolorosi della vita, per sempre nella nostra vita.

Non bastasse nell’aria galleggia il senso di grande frustrazione per la sciagura fatale che ha colpito il turista italiano (che non ha ancora un nome comfermato) in giro per la Dakar in Arabia Saudita. Com’è possibile trasformare una vacanza in una tragedia? Com’è che le cose virano, ad un certo punto, da gioie a ossessioni senza ritorno? Non mi capacito, non riesco a immaginare una sequenza di evento logici che in qualche modo spieghino. Mi dispiace tantissimo, e immagino che l’investitore incolpevole avrà nella sua mente un marchio a fuoco per tutta la vita. La vita di quel signore che l’ha persa andandosene in giro a fotografare la sua passione.

Ma sì, è anche Gara. Una bella gara e una strana Speciale, appena 114 chilometri in un castone di Tappone da oltre 600, tutto il resto di trasferimenti. Una speciale tutta di sabbia, di dune e di navigazione, seppure corta in grado di aprire una grande finestra sulle capacità di questi dei del Deserto. Un’ora e tre quarti per il vincitore, Ross Branch, Hero, quasi il doppio per Franco Picco, Fantic, per darvi un’idea. Sicuramente è stata una Tappa difficile per la navigazione. Difficile e delicata, perché sbagliare e perdere anche dieci minuti diventa un gioco perverso, aprire e sapere che il gioco buono lo stanno facendo quelli dietro una frustrazione. Inevitabile, certo. Però non è ancora quel tipo di Tappa micidiale che i Concorrenti continuano a temere sin dall’annuncio del percorso della Dakar 2023. Con un senso di certezza, scommetterei sulla 11ma.

Luciano Benavides, che aveva vinto la nona Tappa, è stato comunque bravissimo. L’argentino ufficiale Husqvarna ha aperto dal primo all’ultimo dei 114 chilometri della Speciale, alle sue spalle la sicurezza di un esperto come Toby Price. A fare il tempo, però, era quelli partiti dietro, Ross Branch, Kevin Benavides, Adrien Van Beveren, anche il giovane sudafricano Docherty e il dolorante, polso, Walkner. Il risultato della Speciale, dunque, porta una nuova vittoria nelle casse di Hero Motorsport. Ross Branch primo, Kevin Benavides secondo, Mattias Walkner terzo. Gran gara di Paolo Lucci, che è 14mo, giusto alle spalle del “sacrificato” Luciano Benavides, e davanti a Toby Price e Skyler Howes, che chiudono rispettivamente del 17° 3 18° posto. Molto indietro, a quanto pare, Missoni e Mestrami.

C’è un piccolo cambiamento nella Generale provvisoria che propone un nuovo leader. Kevin Benavides, KTM, passa al comando, davanti a Skyler Howes, un minuto e mezzo di ritardo, e Toby Price, KTM, poco più di due minuti. Come si può vedere la corsa resta sostanzialmente aperta, così come lo è dall’inizio. Van Beveren, quarto a meno di dieci minuti sembra essere ancora in grado di rientrare nel giro, un po’ meno Quintanilla e Klein, le cui lame cominciano a perdere il filo. Tanto di cappello alla corsa di Lucci, che è 17° assoluto.

E vediamo, ora, questo undicesimo Tappone Shayba-Empty Quarter Marathon con i suoi 274 chilometri di dune, prima frazione della doppia senza Assistenze al bivacco. L'11ma potrebbe essere la Tappa cruciale di questa Dakar. Vecchie storie tattiche e strategie in mano ai Big storici.

 

© Immagini ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI

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