SBK, le pagelle 2013 dei team

SBK, le pagelle 2013 dei team
Carlo Baldi
Siamo alla fine del 2013 ed è tempo di consultivi. Dopo aver dato i nostri voti ai piloti valutiamo ora il lavoro e i risultati delle squadre che hanno preso parte al mondiale Superbike 2013 | C. Baldi
11 dicembre 2013

Punti chiave


Kawasasaki Racing Team - Riporta il titolo mondiale ad Akashi vent'anni dopo Russell. La Pirelli dà una mano alla ZX-10R con una gomma morbida che dura per tutta la gara e Sykes fa il resto. Il team ispano-giapponese commette pochi errori e siccome squadra che vince non si cambia, il prossimo anno punterà a riconfermarsi al vertice con Sykes e a valorizzare definitivamente il talento di Baz. Voto 9


Aprilia Racing Team – Resiste al doppio addio di Biaggi e Dall’Igna e porta a casa il titolo mondiale marche. Mette in pista una moto quasi perfetta che permette a Laverty e Guintoli di lottare per il titolo sino all’ultima gara. Niente giochi di squadra, anche perché i due piloti sono sempre stati molto vicini in classifica ed avrebbe avuto poco senso aiutare uno anziché l’altro. Non potendo schierare tre moto ed avendo firmato un contratto biennale con Guintoli, sarà purtroppo Laverty a lasciare il posto a Melandri. Partire con i favori del pronostico non è mai facile e sia Melandri che Albesiano dovranno dimostrare di essere più forti della pressione che si crea quando si è “obbligati a vincere”. Voto 8,5


BMW Motorrad Goldbet SBK – La corrazzata tedesca ha un cuore italiano, ma nemmeno nel suo ultimo anno in Superbike riesce a portare a casa il titolo mondiale. Riconsiderando la storia della BMW in Superbike è singolare constatare come i risultati siano stati inversamente proporzionali rispetto ai budget investiti e quando le redini della squadra sono passate al team BMW Motorrad Italia, la casa bavarese ha investito molto meno ed ha ottenuto i risultati migliori. Nel box BMW però, nonostante gli sforzi di Buzzoni e Foti e le indubbie capacità dei tecnici, non si è mai respirato il giusto spirito di squadra e alla fine, un quarto e un quinto posto non sono certo i risultati sperati a inizio stagione. Voto 6,5


Team Ducati Alstare
– Anche il team ha contribuito all’anno più buio della Ducati in Superbike. Alle difficoltà di una moto che non si è mai dimostrata in grado di competere con le altre Superbike ed ai continui infortuni di chi la moto l’avrebbe dovuta rendere competitiva, si sono aggiunte le esternazioni di Batta, la prima delle quali già nel quarto round di Monza. Ma se Marinelli ed il suo team hanno saputo superare questo “annus horribilis” nulla li può più spaventare. Il rinnovamento è iniziato e le scelte della casa di Borgo Panigale vanno viste anche nell’ottica di un futuro fatto solo di Evo. Voto 5


Pata Honda World SBK - Una stagione da dimenticare per il team olandese, per la Honda e per i suoi due piloti. Ad una moto che non è mai stata la più competitiva, quest’anno si è aggiunta un’elettronica inutilizzabile che ha fatto solo danni. Per condire il tutto si sono aggiunti cadute ed infortuni che hanno limitato di molto l’apporto di Haslam e messo a lungo fuori gioco Rea. Non ne può che derivare che un voto insufficiente, ma non certo per i tecnici ed i piloti, che di più non potevano fare. Ma la Honda quanto è davvero interessata alla Superbike? Voto 5


Fixi Crescent Suzuki – La cura rinvigorente del team inglese ha fatto bene alla ormai datata GSX-R1000 che alla fine non sfigura davanti a moto più recenti e performanti. Camier e Cluzel riescono a mettersi in mostra e salgono sul podio solo a Silverstone, circuito di casa per il team di Paul Denning. Una stagione positiva per la squadra della Suzuki, che il prossimo anno punta in alto con Laverty, ma anche con il giovane talento Alex Lowes (che nei test di Jerez ha già messo dietro il suo più celebre compagno di squadra). Voto 6


Althea Racing – Iniziamo l’elenco dei team privati partendo dalla squadra di Genesio Bevilacqua. Al suo primo anno con la RSV4 e con il solo Giugliano, la squadra italiana è riuscita nel doppio intento di ben figurare e di lanciare definitivamente Davide tra i top rider della Superbike. Dopo qualche gara necessaria a prendere le misure alla moto di Noale, i tecnici del team Althea hanno messo a disposizione del loro giovane pilota un’ottima moto che spesso ha potuto competere con le ufficiali. Voto 7,5


Red Devils Roma – Una partenza fantastica con Michel Fabrizio, ma poi un lento declino sino all’arrivo di Toni Elias, che ha riportato entusiasmo nella squadra capitolina. Un’annata non facile anche a causa di qualche sponsor che se n’è andato sul più bello.
Onore ad Andrea Petricca ed ai suoi ragazzi che non hanno mai mollato nemmeno nei monti più difficili, ma i risultati alla fine nel loro carniere resta solo il terzo posto di Michel in Australia. Voto 6


Team Pedercini – Bisognerebbe fare un monumento alla famiglia Pedercini che ogni anno si presenta al via del mondiale Superbike con qualche pilota giovane e un budget che non consente certo di fare miracoli. In quattordici anni i Pedercini non hanno mai saltato una gara ed hanno onorato tutti i loro impegni. Sandi e Lundh hanno fatto molta fatica e la Kawasaki del team di Volta Mantovana non è certo quella di Sykes o Baz, ma la voglia di lavorare e di lottare non è mai mancata nel box Pedercini, e nel finale con il dottorino Aitchison è arrivata anche qualche meritata soddisfazione. Il passaggio alla Evo potrebbe favorire la squadra italiana che intanto continua a lanciare giovani di talento nella Stock 1000. Voto 6,5


Grillini Dentalmatic SBK – Ecco un altro team privato che ha lavorato sodo, senza mai saltare una gara e non si è mai arreso alle difficoltà. Purtroppo i risultati non hanno mai dato ragione alla squadra di Grillini che si spera si possa potenziare dal punto di vista tecnico affinché il prossimo anno possa competere ad alti livelli nella categoria Evo dove potrà contare su Sheridan Morais e sulla voglia di riscatto di Michel Fabrizio. Voto 5,5


MR Racing – La squadra tedesca, ma con tecnici italiani, creata per permettere a Neukirchner di fare il suo rientro nel mondiale Superbike, ha impattato sulla scarsa competitività della Panigale. Max è spesso stato a contatto dei due piloti ufficiali Ducati e di più non avrebbe potuto fare. Voto 6

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