Gigi Dall’Igna (Aprilia SBK): "Vinceremo anche senza Biaggi"

Gigi Dall’Igna (Aprilia SBK): "Vinceremo anche senza Biaggi"
Carlo Baldi
Dall’Igna ci racconta cosa si aspetta dal mondiale Superbike 2013. Ringrazia Biaggi senza tanti rimpianti. La Superbike è il campionato più spettacolare e deve restare tale | C. Baldi
8 febbraio 2013

Punti chiave


«Bisogna stare attenti a modificare regolamenti che hanno permesso alla Superbike di essere il più interessante e spettacolare campionato del mondo - ha dichiarato Gigi Dall'Igna -. Per noi si è chiuso un bellissimo capitolo ma vogliamo iniziarne un altro altrettanto vincente».


Deciso e diretto come sempre, Gigi Dall’Igna ci racconta cosa si aspetta dal mondiale Superbike 2013 e dai suoi piloti. Ringrazia Biaggi per il lavoro svolto, ma senza tanti rimpianti. Si chiude un capitolo e se ne apre un altro. Il Direttore Tecnico e Sportivo di Aprilia Racing difende gli attuali regolamenti che hanno permesso alla Superbike di destare l’interesse delle case e di essere il campionato motociclistico più spettacolare al mondo. Cambiare solo se si può migliorare, questo in sintesi il pensiero di Dall’Igna che è contrario a tramutare le Superbike in Stock.


State per iniziare la prima stagione senza Biaggi, ma con un team comunque molto competitivo.
«Lo scorso anno si è chiuso un capitolo importante e bellissimo, fatto di tante vittorie e di momenti bellissimi, ma ora se ne apre un altro che ci auguriamo sia altrettanto ricco di soddisfazioni. Abbiamo due piloti molto veloci. Laverty è stato autore di un finale di stagione incredibile, culminato con la vittoria di Portimao, ed ha aiutato tutto il nostro team a vincere il titolo mondiale. Nei test invernali l’ho visto molto determinato ed ha una struttura ed una squadra nella quale lui si è integrato perfettamente. Sono sicuro che farà una grande stagione. Per quanto riguarda invece Guintoli, sono convinto che abbiamo fatto la scelta giusta. E’ un pilota che mi piace da sempre e che seguo da quando correva con Aprilia in 250. E’ sempre stato estremamente veloce e l’anno scorso, nonostante una stagione un po' travagliata, ha ottenuto molti risultati positivi, segno che Sylvain è nel pieno della sua maturità e che potrà far bene nel nostro team».


La RSV4 ha dimostrato nei test di Jerez di essere una delle moto più competitive della Superbike. Siete soddisfatti del livello raggiunto o pensate di poterlo migliorare ulteriormente?
«Quando si pensa di essere arrivati al top si scoprono sempre altri punti sui quali lavorare per migliorarsi. Penso che la nostra moto sia lo stato dell’arte delle superbike e non per niente è la moto campione del mondo. Durante l’inverno abbiamo comunque apportato dei miglioramenti importanti, anche se non abbiamo potuto lavorare come avremmo voluto a causa delle avverse condizioni meteo. Partiamo per l’Australia con una moto migliore rispetto a quella con la quale abbiamo concluso la stagione 2012 e nei test di Phillip Island faremo tutte quelle prove che non abbiamo potuto fare quest’inverno e che ci permetteranno di iniziare la stagione con un mezzo altamente competitivo. Inoltre a Noale stiamo lavorando su alcuni sviluppi che riguardano il propulsore e che contiamo di utilizzare sulle moto di Guintoli e di Laverty a partire dal round di Monza. Sono soddisfatto ed orgoglioso del lavoro che stiamo facendo sulla RSV4 e che siamo certi ci permetterà di confermarci ai vertici della Superbike».


Quanto c’è di Max Biaggi in questa moto?
«I progetti vincenti hanno tanti padri mentre quelli perdenti sono spesso invece orfani. Al di fuori di metafora io penso che siano tante le persone che hanno reso vincente questa moto, ma i due padri della RSV4 sono il gruppo Piaggio e l’Aprilia Racing. Loro hanno reso possibile la realizzazione di questa meraviglia tecnologica che è l’Aprilia RSV4».

 

Non è una cosa facile e bisogna stare attenti prima di metter mano a regolamenti che hanno permesso alla Superbike di essere il più interessante e spettacolare campionato del mondo

Questo lavoro di sviluppo sulla vostra moto potrebbe però interrompersi al termine del 2013 se, come sembra, la Dorna tramuterà le Superbike in Stock.
«La Dorna sta lavorando per ridurre i costi. Negli anni passati Infront Motorsports aveva fatto molto in questo senso, con la decisione ad esempio, di utilizzare una sola moto, che ci aveva consentito di ridurre il numero di meccanici. Attualmente la nostra RSV4 ha un costo di 400.000 euro, ma stiamo lavorando alla proposta di Ezpeleta di portare a 250.000 euro il costo massimo di una Superbike. Penso sia giusto proseguire in questa direzione. Aprilia è favorevole a questa politica ed abbiamo già inoltrato a Dorna una proposta in linea con quanto l’organizzatore si aspetta e che potrebbe ridurre i costi senza però stravolgere i regolamenti attuali che hanno fatto sì che in Superbike siano presenti molti costruttori e tutti molto competitivi. Se andassimo a snaturare queste regole e se equiparassimo la Superbike ad una Stock rischieremmo di perdere molte delle case che attualmente sono presenti nei mondiali delle derivate dalla serie. Dobbiamo lavorare tutti insieme per cambiare i regolamenti con l’obiettivo di migliorarli. Non è una cosa facile e bisogna stare attenti prima di metter mano a regolamenti che hanno permesso alla Superbike di essere il più interessante e spettacolare campionato del mondo».

 
Cosa comporterebbe per un costruttore come Aprilia se a correre in Superbike fossero le attuali Stock?
«Siamo convinti che ci sia un abisso dal punto dei vista dello sviluppo tecnologico sulla moto tra una Superbike ed una Stock. Con il regolamento Stock il lavoro che si può fare è estremamente limitato e quindi lo sviluppo che un'azienda può andare ad utilizzare poi sulle versioni stradali è estremamente ridotto. Su una Superbike le possibilità di intervento è maggiore e quindi è maggiore anche il ritorno che un costruttore può avere sulle proprie moto di serie. Le case produttrici sono presenti in Superbike per sviluppare tecnologicamente le proprie moto di serie e non può non essere che così. Per assurdo un campionato MotoGP potrebbe anche fare a meno dei costruttori, come ad esempio succede in parte in F1, mentre non avrebbe invece alcun senso un mondiale Superbike senza la partecipazione diretta delle case».