Test MotoGP, di nuovo a Sepang. Ha senso?

Test MotoGP, di nuovo a Sepang. Ha senso?
Giovanni Zamagni
Si gira di nuovo in Malesia a tre settimana dal precedente test: perché ancora qui? Rispondono Suppo, Meregalli, Dall’Igna, Brivio e Albesiano, i responsabili rispettivamente di Honda, Yamaha, Ducati, Suzuki e Aprilia | G. Zamagni, Sepang
23 febbraio 2015

Punti chiave

SEPANG – A un’ora e mezzo dal termine del primo dei tre giorni di prove a Sepang, inizia a piovere. Davanti a tutti c’è Valentino Rossi con il tempo di 2’00”414: Valentino ha iniziato subito forte, girando costantemente con un buon passo e realizzando tre giri sotto i 2’01” (2’00”414, 2’00”911, 2’00”793). Rispetto al precedente test, ci sono alcune novità tecniche anche importanti (che vedremo più tardi nel dettaglio), ma ha senso provare sullo stesso circuito a tre settimane di distanza? Rispondono i responsabili tecnici e sportivi delle varie Case.
 

Livio Suppo (Team Principal HRC): «E’ il modo più economico per fare due test spedendo il materiale in una sola pista. Dal punto di vista tecnico, quella di Sepang è comunque una pista molto valida, decisamente più significativa, per esempio, di Valencia. Anche Phillip Island andrebbe bene, ma i costi aumenterebbero: alla fine, provare due volte qui è un buon compromesso».


Maio Meregalli (Team Manager Yamaha): «Si prova due volte a Sepang per differenti ragioni: qui le condizioni meteo e della pista sono pressoché sempre le stesse e puoi fare prove comparative significative; si risparmiano soldi perché il materiale viene lasciato tutto in circuito tra un test e l’altro; siamo vicini al Giappone ed è quindi facile per noi intervenire. Per quanto mi riguarda, credo che fare due test qui e uno in Qatar sia la soluzione migliore».


Gigi Dall’Igna (Direttore generale Ducati Corse): «Probabilmente non ha molto senso venire a provare due volte nello stesso circuito, sarebbe meglio trovare una pista differente con condizioni climatiche accettabili. Nel nostro caso specifico, però, con la GP15 da comparare con la 14.3 è sicuramente positivo provare due volte sullo stesso circuito».
 


Davide Brivio (Team Manager Suzuki): «Ha senso perché in questo periodo dell’anno sono poche le possibilità di provare al caldo. L’alternativa sarebbe Phillip Island, ma le condizioni sarebbero molto differenti rispetto al GP. Dal punto di vista operativo, rappresenta un grosso risparmio, perché con un solo trasporto fai due test».


Romano Albesiano (Direttore Tecnico Aprilia): «Per noi che non abbiamo riferimenti in MotoGP provare sullo stesso circuito è la soluzione migliore, anche perché questa è una pista critica e difficile».


Nel 2016, comunque, si tornerà almeno per un test a Phillip Island: vista la criticità di quel tracciato per le gomme, la Michelin ha chiesto (e ottenuto) di andare a fare una sessione invernale di tre giorni.

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