Stoner come Doohan

Giovanni Zamagni
Stoner sogna di ripetere l’impresa di Mick Doohan, quando nel 1998 a Phillip Island salì sul gradino più alto del podio e conquistò il quinto titolo iridato | G. Zamagni, Phillip Island
13 ottobre 2011


PHILLIP ISLAND – La primavera australiana accoglie la MotoGP con il solito vento pungente, ma anche con un pallido sole appena più caldo del solito. Per domani, primo giorno di libere, il meteo prevede nuvoloso con 50% di possibilità di pioggia, per sabato nuvoloso con 70% di possibilità di pioggia e per domenica nuovamente nuvoloso con 30% di possibilità di pioggia e una temperatura compresa tra 11 e 16 °C. Insomma, il solito GP d’Australia, ma l’atmosfera è differente, perché Casey Stoner ha la reale possibilità di conquistare il suo secondo titolo in MotoGP davanti ai sui tifosi. Per riuscirci, l’australiano della Honda deve lasciare Phillip Island con almeno 50 punti di vantaggio su Jorge Lorenzo: quindi deve vincere (come ha fatto negli ultimi quattro anni con la Ducati) e sperare che il rivale non vada oltre il quarto posto.
“Penso solo a guidare – commenta più duro del solito -: conquistare qui il titolo è difficilissimo, perché Lorenzo è sempre molto competitivo. Più del freddo, è il vento a mettere in difficoltà un pilota, perché non sai mai cosa aspettarti ogni volta che affronti una curva”.

Al di là delle dichiarazioni, è chiaro che Stoner sogna di ripetere l’impresa di Mick Doohan, quando nel 1998 qui a Phillip Island salì sul gradino più alto del podio e conquistò il quinto titolo iridato: allora il rettilineo venne invaso da migliaia di appassionati festanti con le bandiere australiane al vento, per una celebrazione ancora oggi da pelle d’oca.
“Non ricordo nemmeno se avevo visto la gara” taglia corto Stoner, come al solito restio a lasciarsi andare ai sentimentalismi.


CAMPIONATO CHIUSO


Al di là del fatto che lo vinca domenica o no, il campionato comunque è chiuso. Lo dice anche Jorge Lorenzo, senza troppi giri di parole.
“E’ ancora aperto solo per la matematica”, ammette onestamente, conscio che recuperare 40 punti in tre gare a questo Stoner è un’impresa non impossibile appunto solo per la matematica. Anche perché la Yamaha 2011 non si è dimostrata all’altezza della situazione, con sviluppi che non hanno portato i benefici sperati: da tempo Lorenzo ha abbandonato il telaio 2011 per quello dell’anno scorso e anche il nuovo propulsore non va come sperato.
“A Motegi andava come quello vecchio se non peggio” è la sconsolata analisi del campione del mondo in carica. Forse alla Yamaha manca Valentino Rossi, perlomeno per lo sviluppo della M1?