Spies torna in Superbike

Spies torna in Superbike
Giovanni Zamagni
L'accordo con la BMW è stato raggiunto, affiancherà Melandri. Spies lascia un ambiente che non ha mai amato e che, probabilmente, non lo rimpiangerà | G. Zamagni, Laguna Seca
28 luglio 2012

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LAGUNA SECA – Il ragazzo triste lascia il Motomondiale senza quasi lasciare traccia. Troppo timido, troppo introverso, troppo musone, troppo lontano da un ambiente che non ha mai amato e che, di conseguenza, non lo ha mai troppo considerato. Dopo 46 GP, 1 vittoria, 6 podi, una pole position, Ben Spies dice addio alla Yamaha per tornare in SBK con la BMW, con la quale avrebbe già raggiunto l’accordo per affiancare Marco Melandri nel 2013. Una scelta rispettabile, per carità, ma fatta in un modo quanto meno discutibile.


«Lascio la Yamaha a fine anno: mi spiace solo per pochissime persone e loro sanno chi sono» ha vomitato

Lascio la Yamaha a fine anno: mi spiace solo per pochissime persone e loro sanno chi sono

la sua incomprensibile rabbia verso una Casa che ha avuto il “torto” di portarlo in SBK (mondiale vinto alla grande), quindi in MotoGP, prima nel team satellite poi in quello ufficiale, dandogli tutto per vincere. Purtroppo, però, Ben non ci è riuscito e i risultati sono stati deludenti e ben al di sotto delle aspettative di un pilota che in SBK aveva fatto sfracelli. Non è la prima volta che accade, anzi: prima di lui, in 500/MotoGP avevano fallito mostri sacri – o comunque ottimi piloti - del mondiale per derivate dalla serie come, in ordine sparso, Troy Bayliss, Colin Edwards, James Toseland, Anthony Gobert e così via.


Spies, per la verità, tra tutti i campioni passati da un mondiale all’altro sembrava il più consistente, quello con più possibilità di inserirsi costantemente tra i grandissimi del motociclismo. Non ce l’ha fatta e così ha deciso di tornare in SBK, dove, sicuramente, farà molto bene, perché talento e qualità non gli mancano di certo. Chissà cosa è successo con la Yamaha: dall’esterno, la sua rabbia pare incomprensibile, ma è evidente che qualcosa deve essere accaduto, che qualcosa – o qualcuno – ha infastidito questo americano che non è mai stato capace di inserirsi nell’ambiente. Così come era evidente che per dire le cose che ha detto contro la Casa che più di tutti l’ha coccolato, doveva già avere un contratto in tasca per il 2013: ce l’ha con la BMW, ed è sicuramente una grande opportunità. In bocca al lupo Ben: è un peccato non avere mai avuto la possibilità di conoscerti bene.
 

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