Rossi racconta in un video la sua storia con Yamaha

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Valentino ripercorre la sua storia in Yamaha. Ogni anno è scandito dalla descrizione della moto che ha guidato. Una carrellata emotiva e tecnica dei sette anni di matrimonio Rossi e Yamaha
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12 novembre 2010

 

Valentino ripercorre la sua storia in Yamaha. Ogni anno è scandito dalla descrizione della moto che ha guidato. Una carrellata emotiva e tecnica dei sette anni di matrimonio Rossi e Yamaha.

Prima parte


Seconda parte



2004

«E’ la mia prima Yamaha. Ho cercato di renderla più bella anche nei colori. All’inizio era un po’ bruttina. Abbiamo lavorato molto sul motore. Dei tre che mi hanno messo a disposizione abbiamo scelto non quello più potente ma quello più dolce da guidare e piano piano i tecnici hanno lavorato sulla potenza. Abbiamo lavorato anche sulla stabilità».


2005

«Forse è la M1 migliore della nostra storia insieme. Rimane l’agilità dell’anno precedente ma con un motore potente e veloce nel dritto. Si può dire che sia l’antenata di tutte le versioni successive. Una anche delle più belle. Abbiamo lavorato molto anche sull’elettronica. Credo che l’equilibrio fosse il segreto di questa moto, veloce ma facile da guidare e da mettere a punto».


2006

«Molto simile alla 2005. Abbiamo tentato di fare migliorie ma abbiamo sfortunatamente creato un problema che prima non c’era: il chattering. Vibrazioni ad alta frequenza nella parte anteriore che fanno perdere aderenza. Abbiamo impiegato le prime 5 gare per risolvere questo problema e il campionato era compromesso. Poi abbiamo avuto anche qualche problema con le gomme».


2007

«Le regole cambiarono: dalle 1000 si passò all’800. Noi non capimmo il perché. In molti non lo capirono, ma tutti dovettero cambiare radicalmente le moto. E’ stata una stagione difficile abbiamo dovuto lottare con le Ducati, davvero veloci quell’anno. Abbiamo vinto qualche gara, ma avevamo troppi problemi per puntare al titolo, non eravamo abbastanza veloci».


2008

«Yamaha fece un grande passo avanti. La moto migliorò sotto molti punti di vista: un motore più potente con consumi più contenuti e più veloce. Allo stesso tempo l’elettronica migliorò moltissimo sotto tutti i punti di vista. Il passaggio dalle Michelin alle Bridgestone e richiese un grande lavoro sulla distribuzione dei pesi. Alla fine abbiamo vinto il campionato quindi gran bei ricordi con questa moto».


2009

«Non cambiò molto rispetto alla precedente versione. Abbiamo migliorato il software che si adattava in funzione di tutte le differenti situazioni in cui ci saremmo trovati a correre. Anche in questa moto il salto in avanti dell’elettronica fu davvero grande».


2010

«Un altro cambio di regolamento comportò molto lavoro. Tutta la stagione, 18 gare, con solo 6 motori. Bisognava fare un motore veloce come quello degli anni scorsi ma in grado di fare molti più chilometri. Non puoi spingere troppo con i motori, se ne rompi uno non puoi concludere la stagione. Questa è la mia ultima stagione, la fine della mia storia. A guardare le moto, le differenze tra la prima e l’ultima sono evidenti. La moto è più veloce e anche più bella. Vedremo per il futuro…».