Rossi: "Punto su Galbusera"

Rossi: "Punto su Galbusera"
Giovanni Zamagni
Il nove volte iridato per la prima volta senza Burgess. “La MotoGP è cambiata, contano di più i dettagli” | G. Zamagni, Valencia
11 novembre 2013

Punti chiave

VALENCIA – In una giornata nella quale i due piloti HRC non sono saliti neppure in sella, Jorge Lorenzo ha continuato a lavorare sulla M1 2013, per poi provare la 2014 negli ultimi 15 minuti, migliorando subito la sua prestazione, l’interesse principale era per il debutto di Cal Crutchlow sulla Ducati (“non è né peggio né meglio di quanto mi aspettassi, semplicemente diversa dalla moto che ho usato fino adesso” ha commentato il pilota britannico, che nel box ha confermato, naturalmente, tutti i difetti evidenziati dagli altri piloti) e per la “prima volta” di Valentino Rossi senza Jeremy Burgess al box, sostituito da Silvano Galbusera.

«E’ stata sicuramente una giornata emozionante, diversa, dopo tanti anni (14, NDA) con Jeremy al box. Conoscevo Silvano perché con lui avevo fatto due test in SBK (nel 2010, dopo l’infortunio alla gamba destra, NDA), mi piace come lavora» dice Valentino.

 

Ma perché Galbusera?

«E’ stata una scelta umana prima che tecnica: non ha esperienza in MotoGP, ma punto su di lui. Sicuramente ci vorrà un po’ di tempo di adattamento, ma mi piace. Per quanto riguarda il metodo di lavoro, credo che adesso in MotoGP siano molto importanti tutti i dettagli, bisogna stare attenti alle piccole cose. Adesso, studiando i dati, si può capire molto bene il comportamento della moto, cosa serve per andare più forte. Jeremy aveva un altro stile di lavoro, si basava più sulle sensazioni del pilota», giustifica così la sua scelta.

 

Per quanto riguarda la M1 2014, il primo giudizio (confermato anche da Lorenzo) è positivo.

«Si guida bene, ha un buon motore e maggiore potenza in uscita di curva, è un po’ più stabile e sono stati fatti dei correttivi per limitare il consumo: sono arrivato a 93 millesimi da Jorge (1’31”257 per Lorenzo, il più veloce dei test, 1’31”350 per Rossi, secondo, con Stefan Bradl, terzo, a 0”494). La prima impressione è buona, ma bisogna ancora lavorare».

 

GALBUSERA: “ELETTRONICA? COME IN SBK”

Per Galbusera il compito è tutt’altro che semplice, non solo perché dovrà sostituire una icona del motociclismo, ma perché dentro al box si trova meccanici australiani che consideravano Burgess come una sorta di “Dio”.

«E’ chiaro che ci vorrà un po’ di tempo per integrarsi al meglio, ma sono tutti dei super professionisti: non credo ci saranno problemi».

 

Piuttosto riservato, quasi stupito di trovarsi qui, a fianco di Valentino Rossi (“non ci credevo quando mi ha chiamato”), Galbusera assicura che, dal punto di vista elettronico, una MotoGP non è poi troppo differente da una SBK.

«Non è che nella SBK ce n’è così tanto meno: cambia la centralina, cambiano i nomi dei canali, ma alla fine sono simili. Il mio compito sarà soprattutto quello di capire le esigenze del pilota e tradurle in “dati”, in interventi per migliorare il rendimento della moto: spero di poter dare a Valentino quello che gli manca».