Quale futuro per Ducati?

Quale futuro per Ducati?
Giovanni Zamagni
In grave crisi sia in Motogp sia in SBK, la Casa di proprietà dell'Audi si trova di fronte a una crisi sportiva senza precedenti. Ritrovare la competitività è sempre più difficile | G. Zamagni, Misano
14 settembre 2013

Punti chiave

 

MISANO ADRIATICO – Una volta, almeno, c’era la SBK con la quale consolarsi, adesso nemmeno quella: la stagione sportiva della Ducati è a dir poco disastrosa. Prevedibile, per la verità, anche se non in questi termini, perché la GP13 non è cambiata più di tanto dall’anno scorso – e se prendeva paga nel 2012 non si capisce perché non avrebbe dovuto prenderla nel 2013 - e la Panigale è sembrata in grande difficoltà fin dai test invernali.

“Sapevamo che sarebbe stato molto difficile, ma è vero che speravamo di metterci meno tempo” ripete continuamente Andrea Dovizioso, al quale non si può rimproverare nulla, anche se le motivazioni cominciano a venire meno. Come peraltro era successo ai suoi predecessori, a cominciare da Valentino Rossi.

Purtroppo le prospettive, per entrambi i campionati, sono piuttosto deprimenti, perché il distacco è così elevato che, presumibilmente, ci vorrà molto tempo per essere colmato. In MotoGP, Honda e Yamaha continuano a spingere sull’acceleratore, alzano l’asticella a livelli pazzeschi e per una piccola Casa come la Ducati – come ha confermato anche l’ingegnere Jan Witteveen a Moto.it – diventa difficilissimo tornare competitiva. I cambiamenti fatti all’interno del reparto corse avrebbero dovuto soprattutto accelerare i tempi, ma Bernhard Gobmeier ha impiegato molto tempo per capire i complicati meccanismi di Borgo Panigale, con un ulteriore ritardo sullo sviluppo della nuova moto.

 

CRUTCHLOW: CONTRATTO DI UN ANNO, PIU’ OPZIONE

A Misano, il collaudatore Michele Pirro effettuerà la sua ultima gara come sostituito di Ben Spies – ormai prossimo al licenziamento: un’altra “grana” da affrontare -, poi tornerà a fare il collaudatore a tempo pieno in tre importantissimi test al Mugello. A Valencia, nell’ultimo GP stagionale, dovrebbe portare al debutto una Desmosedici profondamente modificata, il primo prototipo per il 2014. Quando arriverà Cal Crutchlow, definito dal numero uno di Ducati Claudio Domenicali: “il pilota giusto per la nostra moto”.

Basterà Crutchlow a risolvere tutti i problemi di Borgo Panigale?
Difficile ipotizzarlo: ormai dovrebbe essere chiaro che il problema non è il pilota, ma la moto. Tra l’altro, è praticamente certo che Cal abbia firmato con Ducati un contratto di un anno più un opzione a suo favore per il 2015: in pratica, a luglio 2014, se Crutchlow dovesse constatare una scarsa competitività della Desmosedici, potrà svincolarsi per il 2015, quando scadranno i contratti di tutti i piloti ufficiali. Paolo Ciabatti, responsabile del progetto MotoGP, ha negato che sia così (“Fa fede quello che c’è scritto sul comunicato ufficiale, che parla di due anni di contratto” aveva risposto un po’ stizzito quando era emersa questa clausola del contratto), ma la verità è che Crutchlow, con il benestare di Carmelo Ezpeleta, ha accettato di correre per la Ducati per una cifra molto elevata (più vicina ai 3 che ai 2 milioni di euro) solo con la possibilità di rompere il contratto a fine dell’anno prossimo se la situazione dovesse essere disastrosa come quest’anno.

Nicky Hayden
Nicky Hayden


HAYDEN: NO ALLA DUCATI SBK

A tutto questo, bisogna aggiungere che la Ducati vede sfumare la possibilità di schierare in SBK Nicky Hayden, che ha provato la Panigale al Mugello due settimane fa.
“Era tantissimo tempo che non guidavo una SBK, non ho termini di paragoni” si è limitato a dire ufficialmente Hayden: la verità è che Nicky non si è certo esaltato guidando la Ducati SBK e ha ormai deciso di rimanere in MotoGP, con l’Aprilia del team Martinez.
Insomma, anche in SBK si prospettano tempi duri per la Casa di proprietà dell’Audi: speriamo che riesca a risollevarsi al più presto, perché entrambi i campionati hanno bisogno di una Ducati competitiva.