Nico Cereghini: "Simoncelli e Iannone: il nostro futuro"

Nico Cereghini: "Simoncelli e Iannone: il nostro futuro"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
A Jerez Andrea ha vinto, Supersic no però non ci è andato lontano. Guidano bene entrambi, hanno carattere, sono maturi, io tifo per loro | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
5 aprile 2011

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Ciao a tutti! Non tornerò sulla vicenda Rossi/Stoner sulla quale si è già scritto abbastanza. Spiace per Casey, che aveva il diritto di fare la sua gara e pure di arrabbiarsi; spiace per Valentino che sentiva profumo di vittoria e invece ha sbagliato come un dilettante. Ma succede, che cosa ci volete fare. Non è il primo incidente di gara e non sarà l’ultimo. L’importante è che nessuno si sia fatto male. E il tempo guarirà le ferite dell’anima, come direbbe il dottor Costa.

Invece torno su due nuovi fenomeni che si sono visti domenica a Jerez. Nuovi fino a un certo punto, però quasi nuovi nel ruolo, e per questo più belli: Supersic e Iannone. Il primo che poteva addirittura vincere la MotoGP, il secondo che ha dominato la Moto2. Che bravi, tutti e due. Di Marco mi è piaciuto l’entusiasmo che saltava fuori dalla sua guida. Deve essere fantastico restare in testa alla gara più importante, ancora più bello se è la prima volta che ti capita, e se ti trovi bene proprio nelle condizioni che gli altri temono. Il più veloce in pista: una sensazione che immagino meravigliosa. Poi non gli è andata bene, un piccolo errore e la gara di Marco è finita sul più bello; però ha rappresentato una tappa importante della sua carriera, perché adesso il Sic sa che vincere si può. E dopo che avrà vinto una volta sarà pronto a rifarlo ogni domenica. Insomma, adesso è lanciato e chissà fin dove potrà arrivare.

 

E Andrea, impeccabile. In difficoltà in prova, come già in Qatar, in gara ha rimontato alla Rossi; ma senza sbagliare

E Andrea, impeccabile. In difficoltà in prova, come già in Qatar, in gara ha rimontato alla Rossi; ma senza sbagliare. La sua Suter non è ancora perfettamente a posto nelle condizioni di asciutto, lui stesso deve ancora organizzarsi, ma sul bagnato ci ha messo una pezza. Guida benissimo, ha carattere, sembra più lucido e concentrato di quanto appariva l’anno scorso. Insomma, è uno dei più forti piloti della sua classe e adesso può davvero pensare in grande.

Abbiamo bisogno di Simoncelli e Iannone. Sono il futuro del motociclismo italiano. Non sono due ragazzini: Marco ha ventiquattro anni e Andrea ne farà ventidue ad agosto. Ma secondo me hanno l’età giusta, basta con i bambini prodigio: loro sono giovani ma hanno esperienza ed ora sono maturi. Valentino è il dottore, ha la laurea; ma gli studenti crescono.