Nico Cereghini: “Una stagione eccezionale”

Nico Cereghini: “Una stagione eccezionale”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Quella che sta per partire si annuncia altamente spettacolare. Mi pare che regga il confronto con gli anni migliori, anche con lo straordinario 1982. Anzi, per me vale anche di più
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
21 marzo 2017

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Ciao a tutti! Cresce la febbre, da venerdì riparte la musica, le aspettative sono altissime. Sarà il campionato più avvincente della storia? Tanti pensano di sì, giusto domani Giovanni Zamagni proporrà qui la sua inchiesta tra gli addetti ai lavori, e qualcuno di voi potrà ragionevolmente affermare che il 2004 con Rossi alla Yamaha, o la vigilia del 2011 con Stoner alla Honda e Valentino sulla Ducati, hanno fatto lo stesso rumore. E allora dico la mia: ci sono stati tanti anni belli, anche qualche anno bellissimo ma - ragionando per ora sulla carta - a questo campionato riesco personalmente a paragonare soltanto un'altra stagione: il 1982.


Quella volta tornava la Honda, per vincere davvero (dopo quattordici anni!) con le NS due tempi a tre cilindri affidate a Spencer, Katayama e al campione del mondo in carica, Marco Lucchinelli; la Yamaha aveva Roberts e Sheene, la Suzuki Uncini e Mamola, la Kawasaki (all’ultima stagione) Kork Ballington, e tra i privati c’erano Crosby, Fontan, Frutschi, Coulon, Van Dulmen, Middelburg, Parrish, Ferrari, Graziano Rossi, Reggiani e Paci; tutti piloti capaci di vincere un GP, o almeno andare a podio, in sella a 500 due tempi potentissime e leggere. Fu una stagione all’altezza delle aspettative e piena di colpi di scena. In Francia esordì in 500 la prima pilotessa donna, l’americana Gina Bovaird, che cadde in gara; in Spagna corse anche Angel Nieto con una NS ufficiale (vinse la 125, volò via in 500), ad Assen tornò la terza e ultima versione della famosa Honda NR quattro tempi a pistoni ovali, con Haslam, in Belgio vinse per la prima volta Freddie Spencer e fu record di precocità (20 anni e 196 giorni); in Inghilterra Sheene si ruppe quasi tutte le ossa delle gambe nelle prove libere, finendo su una 250 (!) che era rimasta in mezzo alla pista dopo la caduta del suo pilota, mentre il babbo di Valentino cadde al Tamburello di Imola (in una gara dell’italiano), rischiò la vita e dovette ritirarsi.


Dodici gare in calendario, nel 1982: sette piloti diversi in pole position, sei diversi vincitori, e il nostro Franco Uncini (Suzuki ufficiale del Team Gallina) campione del mondo con cinque successi. Eppure, oggi è ancora meglio di trentacinque anni fa. Parere personale, certo, ma ne sono convinto: le moto vanno fortissimo e non sono tanto più difficili da guidare, pneumatici e software unici allineano le prestazioni, alla fine emerge il pilota, e pure lo spettacolo ci guadagna. Al Nazioni di Misano quell’anno vinse Franco Uncini, secondo Spencer a 12” e terzo Crosby a 29”; al San Marino del Mugello primo Spencer, secondo Mamola a 17”, terzo ancora Crosby a 25”. Le gare erano un po’ più lunghe di oggi, 130-140 chilometri, ma quelli erano i distacchi. Poi si sa: guai a fare confronti a distanza di anni, sembra che sia una faccenda piuttosto impopolare, ma questa è la storia.

Una stagione eccezionale