Nico Cereghini: “Già trent’anni di Dorna. E a me sta bene”

Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Carmelo Ezpeleta entrò in punta di piedi nel ’92, oggi Dorna Sport è padrona della MotoGP e della SBK. E’ un dominio che per certi versi non ci piace affatto, ma che ha dato al Motosport stabilità e crescita anche in tempi molto difficili. Non so dove saremmo oggi senza Dorna
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
24 gennaio 2022

Ciao a tutti! Il tempo passa in fretta e sono già trent’anni che la Dorna gestisce il mondiale GP (e la SBK dal 2013). Entrò nel febbraio del ’91, firmando a Madrid un accordo con la FIM e battendo Ecclestone e Flammini, e così acquistò i diritti televisivi e la “commercializzazione delle gare dal ’93 al ’97”. Poi di fatto anticipò le operazioni al 1992 (in coabitazione con IRTA, e la TWP di Ecclestone che decideva il calendario), e nel tempo si è mossa bene: Ezpeleta è un uomo abile e il giro si è allargato un bel po’.

Oggi Dorna Sports è titolare esclusiva dei diritti commerciali e televisivi del mondiale FIM Road racing GP (la MotoGP) fino al 2041 e quelli della SBK fino al 2036. Più altri campionati secondari come la MotoE, il CEV, le Talent Cup, la Rookie Cup… Principali azionisti sono i fondi gestiti da Bridgepoint e Canada Investment, Ezpeleta è il CEO, Aldama il direttore finanziario, Arroyo e Serracanta i direttori generali. Con quasi trecento dipendenti e altri 300 collaboratori part time.

Negli anni ci sono stati momentacci sia in pista sia fuori: tanti soldi, montagne di soldi, generano movimenti difficili da controllare. Sfiorò la Dorna lo scandalo dell’azionista Banesto, quando la banca centrale spagnola scoprì che il presidente di Banesto, Conde, aveva occultato perdite per quasi quattro miliardi di euro. Colpì direttamente la Dorna il pasticcio del maggio 2019, quando il neo-presidente FIM Viegas si lasciò scappare il progetto di togliere a Ezpeleta la SBK, e fu rimesso rapidamente in riga.

Non è tutto oro quello che luccica, insomma, e se torno al 1992 -Wayne Rainey campione del mondo della 500, Luca Cadalora della 250, Alex Gramigni della 125 con l’Aprilia davanti a Fausto Gresini- un po’ di nostalgia mi prende. Sia per i ricordi personali, perché allora seguivo tutti i GP ed ero il telecronista, sia per la bellezza delle gare di allora, l’ambiente, la colonna sonora oggi quasi dimenticata, la Cagiva che vinceva per la prima volta in 500 e il rientro della Gilera in 250… 

Era un bel periodo, e il video celebrativo qui disponibile e che Dorna aveva preparato qualche mese fa può darvene l’idea. Compare pure la mia faccia barbuta, nelle immagini, di fianco al regista delle MotoGP di oggi Sergi Sendra che proprio allora muoveva i primi passi come mio operatore. 

In questi trent’anni siamo andati avanti o siamo tornati indietro? Al di là degli umani rimpianti, io sono convinto che senza la Dorna avremmo perso probabilmente la strada. Non so se lo sport a due ruote, gestito dalla FIM o da un’altra società privata, avrebbe superato altrettanto bene le crisi finanziarie e quella sanitaria di oggi, e non so nemmeno se avremmo saputo sfruttare le nuove tecnologie disponibili. 

Le critiche ci stanno –Ezpeleta è un accentratore, le tivù sono troppo previlegiate rispetto ai siti come il nostro, Spencer è evanescente nelle sanzioni, Uncini non arriva dappertutto, il contratto con la Michelin andava fatto in un’altra maniera e avanti così- ma oggi abbiamo un bel calendario, i regolamenti stabili, le griglie piene, tanti team che possono sopravvivere, gare appassionanti dalla tribuna e alla televisione. E un livello di sicurezza che è migliorabile, certo, ma accettabile. Non è poco, anzi: è tanto.