Nico Cereghini: “Ferrari e Ducati, buona la prima”

Nico Cereghini: “Ferrari e Ducati, buona la prima”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Vittoria alla prima gara, e c’è il precedente felice del 2007 con entrambi i titoli. Ma tocchiamo ferro e accontentiamoci di ragionare intorno alle belle pagine di allora
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
27 marzo 2018

Punti chiave

Ciao a tutti! La vittoria un po’ inattesa della Ferrari, domenica a Melbourne, ha sollevato il cuore di tutti, perché quasi niente scalda più della Ferrari. E naturalmente dall’esordio vincente della rossa di Maranello si è risaliti in automatico all’altra rossa fresca di successo, quella di Borgo Panigale vincitrice col Dovi a Losail la settimana prima. E subito è saltato fuori che esiste un solo precedente, per questa nazional-doppietta italiana (anzi emiliana) nei due mondiali: quello della stagione 2007, che per Borgo Panigale sarebbe diventata indimenticabile. Perché domenica 11 marzo di quell’anno il neo acquisto della Ducati, Casey Stoner, esordì in Qatar con il capolavoro; e otto giorni dopo, il 18 marzo, fu la volta di Kimi Raikkonen. Per la Ferrari fu la 193esima vittoria, una delle tante, ma per la Ducati fu molto importante: a fine stagione, come tutti ricordano bene, arrivò anche il titolo mondiale della MotoGP. In tanti hanno gridato: “Un precedente che porta bene!” e a Borgo Panigale, immagino, hanno toccato immediatamente tutto il ferro a disposizione e anche (se vale) tutto l’acciaio al cromomolibdeno.


Siamo soltanto alla prima gara… ma intanto fa piacere rivivere quella vittoria di Stoner. Bisogna ricordare che anche l’anno prima, 2006, la Ducati era partita forte: il 26 marzo in Spagna Loris Capirossi non soltanto vinse la corsa d’apertura -quarto successo della storia Ducati dal 2003- su un nugolo di Honda (Pedrosa, Hayden, Elias, Melandri e Stoner), ma era anche scattato dalla pole e stabilì il giro veloce. Loris avrebbe vinto ancora due gare, nel 2006, concludendo la stagione al terzo posto dietro all’iridato Nicky Hayden e a Valentino Rossi.


Ma naturalmente con Stoner fu festa completa. Fin dai primi test invernali Casey dimostrò di trovarsi particolarmente bene con la nuova 800 di Filippo Preziosi. Per l’australiano era soltanto la seconda stagione in MotoGP, e sì, con la Honda di Cecchinello aveva fatto bene nel 2006 -giusto a Losail aveva centrato la sua unica pole- ma era anche caduto molto e la Ducati era arrivata a lui soltanto per ripiego; qualcuno ricorderà che era Melandri il pilota più desiderato. Vincendo alla grande quella prima corsa del 2007, battendo proprio Valentino che con la Yamaha era scattato dalla pole position, Stoner fece capire alla “triade” di Preziosi, Domenicali e Suppo che ci si sarebbe divertiti parecchio. Fu quinto alla seconda gara di Jerez, poi vinse la terza in Turchia (Capirex terzo), e poi ancora in Cina, a Barcellona, Donington, Laguna, Brno, Misano, Phillip Island e Sepang. Dieci vittorie (undici con quella di Loris a Motegi), e arrivò il titolo mondiale con tre gare di anticipo.


Quello è rimasto purtroppo l’unico titolo Ducati in quindici stagioni di MotoGP; questa appena partita è la sedicesima. Soltanto un pilota riusciva a sfruttare tutte le domeniche la tostissima GP7 di allora, mentre oggi la Desmosedici sembra più facile, lo dice anche Freddie Spencer. E il Dovi ci va benissimo, certo, ma perché Lorenzo non sembra ancora in grado di farla vincere?

Ferrari e Ducati, buona la prima
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