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La spettacolare pista di Phillip Island ha ospitato per la prima volta un GP del motomondiale nel lontano 1989, vittoria di Gardner e Schwantz in pole. E sette anni dopo il GP d’Australia diventava finalmente una prova fissa del calendario e chiudeva il campionato ’97 con la vittoria di Crivillè e il titolo a Doohan.
Storia complessa, per questo tracciato in riva all’oceano; che divenne permanente negli anni Cinquanta, fu abbandonato una trentina d’anni dopo e infine recuperato nel 1985 con un investimento governativo di cinque milioni di dollari australiani. Ora però c’è uno scoglio: l’accordo tra MotoGP e Phillip Island scade alla fine del 2026, il GP è in programma per i giorni 22-25 ottobre, ma poi? Il futuro del Gran Premio d'Australia su quel circuito è in bilico.
Anche se è amatissimo da tutti i piloti e dal pubblico televisivo di mezzo mondo, Phillip Island è difficile da raggiungere e necessita di aggiornamenti infrastrutturali per adeguarlo ai circuiti moderni. Dista circa due ore da Melbourne, la viabilità è critica e il numero di spettatori al Gran Premio d'Australia è basso rispetto a molti altri eventi in calendario. Persino il Gran Premio d'Indonesia di inizio ottobre rappresenta un'alternativa interessante per molti australiani del nord.
Insomma, si fatica a far quadrare i conti e servono nuove risorse. Per questo il Bass Coast Shire Council, il consiglio della regione locale, ha lanciato una petizione: l’obiettivo è spingere il governo dello stato di Victoria a impegnarsi in un accordo a lungo termine per mantenere la MotoGP a Phillip Island.