MotoGP test. Dovizioso: "La classifica è poco veritiera"

MotoGP test. Dovizioso: "La classifica è poco veritiera"
Giovanni Zamagni
Andrea soddisfatto dei primi test, ma non crede in 4 Ducati ai primi 4 posti: “Sul singolo giro siamo veloci, ma la gara è un’altra cosa. Abbiamo un’ottima base, qui siamo più competitivi del 2018, ma c’è ancora da fare”
8 febbraio 2019

SEPANG – Quattro Ducati ai primi quattro posti sembrano non lasciare dubbi: la Ducati è super competitiva. Non è esattamente così. O meglio: la Ducati è molto competitiva nel giro veloce, ma su altri aspetti si può ancora migliorare. Lo sa bene Andrea Dovizioso, comunque ottimista dopo il primo test della stagione.


«La classifica conferma il nostro potenziale ed è bello che ci siano quattro Ducati davanti. Ma il risultato finale non rispecchia i valori in campo: i piloti Honda non sono al 100%, la Yamaha è messa molto meglio di quanto dicano i tempi sul giro, perché Vinales è andato molto forte. E anche Rins ha un passo piuttosto veloce. Per quanto ci riguarda, abbiamo fatto un buon test, siamo riusciti a migliorare un po’, anche se non è facile farlo quando hai una buona base come la nostra».

 

Come va il nuovo telaio?

«Non male, ma va riprovato meglio in Qatar, dove sarà importante fare la scelta per la stagione. Si potrebbe anche iniziare con due ciclistiche differenti, perché stiamo parlando di dettagli, ma è sempre meglio averne uno solo dentro al box».

 

La nuova carenatura, invece?

«Mi è piaciuta, ma anche quella va riprovata».

 

Perso Lorenzo, ti ritrovi altri tre piloti Ducati piuttosto forti…

«Sono ben contento che tutti i piloti Ducati siano competitivi: siamo in una buonissima situazione, possiamo fare dei bei risultati. In Pramac hanno un debuttante forte e Miller, io e Petrucci siamo una bella squadra. Il tempo di Danilo non mi sorprende affatto: lui è sempre stato veloce. Adesso sta cercando di capire su cosa lavorare per la gara, ma il suo potenziale è superiore a quello che crede la gente».

 

Si può fare già un bilancio dei valori in campo?

«E’ difficile, non basta un solo test per capire. E’ vero, però, che la Yamaha sembra più forte dell’anno scorso. Loro qui sono arrivati molto carichi per recuperare e hanno fatto bene, ma anche la Suzuki con Rins è stata veramente efficace. La Honda, invece, non si può giudicare».

 

I test sono andati come ti aspettavi?

«Speravo di migliorare di più in alcuni aspetti (tesi confermata anche dall’ingegnere Gigi Dall’Igna, NDA), ma abbiamo comunque provato tutto quello che avevamo e andiamo a casa più competitivi di quanto lo fossimo nel 2018. Quello era l’obiettivo».

 

Bagnaia ha detto che questa moto è intuitiva: è un po’ quello che dicono tutti quelli che guidano la Ducati per la prima volta, Lorenzo a parte. E’ veramente così?

«L’errore che si fa è quello di fare paragoni con il passato, ma adesso la situazione è molto differente e già due anni fa, quando è arrivato Jorge, la moto era molto competitiva. In questi due anni abbiamo ulteriormente migliorato la base e adesso la Ducati funziona un po’ con tutti gli stili di guida, come era in Yamaha qualche anno fa. Credo che per come è fatta la Ducati sia relativamente facile iniziare, per la gestione del motore e dell’elettronica, per come è bilanciata: siamo più o meno messi bene dappertutto. Con questa moto è più facile andare forte con le gomme nuove, ma in gara è un po’ differente. Negli ultimi anni si è visto come i tempi dei test contino pochissimo: tutti vanno velocissimo, ma esserlo per 20 giri è tutta un’altra cosa e pochi ce la fanno».