MotoGP. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP di Brno 2017

MotoGP. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP di Brno 2017
Giovanni Zamagni
Quali sono state le chiavi del GP? Lorenzo è stato richiamato al box attraverso il cruscotto di bordo, Dovizioso con la tradizionale tabella: perché? In che posizione era Marquez quando è rientrato in pista?
6 agosto 2017

Spunti, considerazioni, domande dopo il GP della Rep. Ceca.

 

Quali sono state le chiavi del GP?

1) La gomma morbida di Marquez. Per sua stessa ammissione, Marquez ha sbagliato la scelta iniziale della gomma posteriore: la morbida da bagnato non gli ha dato i benefici sperati. Così, in grande difficoltà rispetto ai rivali, Marc ha deciso di anticipare i tempi di rientro per il cambio moto: è stata, senza ombra di dubbio, la mossa vincente;

2) La capacità di Marquez di rischiare. In testa al campionato, Marc era teoricamente il pilota che avrebbe dovuto prendersi meno rischi. Invece, una volta che ha capito che le sue prestazioni erano al di sotto delle aspettative, ha anticipato il cambio moto, tornando in pista con le slick in condizioni veramente difficili, grazie a capacità di guida e a un controllo davvero eccezionali;

3) L’errore Yamaha. Dopo i problemi avuti nel 2016, quando Rossi aveva ignorato la scritta box, questa volta Valentino si è fidato di quanto gli veniva segnalato con la tabella: il cambio moto doveva essere effettuato un giro prima. Se l’avesse fatto, Valentino si sarebbe giocato il secondo posto con Pedrosa;

4) Gli errori Ducati. Tanti, troppi: tempo eccessivo per preparare la moto da asciutto; ritardo nel richiamare Dovizioso; moto di Lorenzo non pronta nonostante il pilota fosse stato richiamato ai box. Così è svanito un possibile podio.

 

Nel secondo giro, quando è rientrato ai box, Marquez ha perso parecchie posizioni: come mai?

Marc sostiene che la gomma era già finita, che non riusciva proprio a guidare. Il sospetto, però, è che Marquez, una volta deciso di anticipare il rientro, non volesse fare da riferimento agli avversari e si sia fatto sfilare da parecchi piloti per evitare che i rivali lo seguissero.

 

Cosa è successo ad Andrea Iannone?

Risponde Iannone: «Ho fatto una partenza incredibile: da ventesimo ero 12esimo o 13esimo (in realtà, alla fine del primo giro era 16esimo, NDA) e sono entrato subito al box (al terzo giro, NDA): visto quanto ha guadagnato Marquez, avrei potuto recuperare un sacco di posizioni. Purtroppo ho avuto il problema con Espargaro, ma non è colpa sua: il regolamento dice che chi rientra ha la precedenza, mentre chi riparte deve controllare se arriva qualcuno e poi andare. Aleix ha fatto quello che fanno tutti i piloti: ripartire il più velocemente possibile. Era il meccanico che avrebbe dovuto segnalargli che arrivavo: così, per non prenderlo, ho frenato e sono caduto. Ma, in ogni caso, avrei perso 4-5 secondi, non di più, non avrei buttato la gara. Invece, la moto aveva una slick all’anteriore e una rain al posteriore: è stato uno sbaglio della squadra, può capitare».

Considerando anche tutto quello che era successo sabato in qualifica (ritardo nel montare una gomma, motore rotto), non è stato certo un GP da ricordare per la Suzuki.

 

Per questo motivo, A.Espargaro è stato sanzionato, costretto a cedere tre posizioni in gara: giusto?

No, perché a sbagliare non è stato il pilota, ma il team: bisognava sanzionare l’Aprilia, non Espargaro.

 

Lorenzo è stato richiamato al box attraverso il cruscotto di bordo, Dovizioso con la tradizionale tabella: perché?

Entrambi i piloti, naturalmente, hanno la possibilità di vedere le segnalazioni della squadra sul cruscotto di bordo, ma Andrea, d’accordo con la squadra, ha chiesto che gli fosse segnalato attraverso la tabella.

 

In che posizione era Marquez quando è rientrato in pista?

19esimo a 22”138 da Lorenzo. Al 4 giro era 12esimo a 11”975 da Rossi, al quinto secondo a 2”336 da Zarco, al sesto primo con 11”612 di vantaggio su Zarco (che ancora non era rientrato per il cambio moto), al settimo primo con 19”109 di vantaggio su A.Espargaro.

 

La rimonta di Rossi.

Al sesto giro Valentino era 14esimo; 13esimo al settimo; 12esimo al nono; 11esimo al decimo; decimo all’11esimo; ottavo al 13esimo; settimo al 14esimo; sesto al 15esimo; quinto al 18esimo; quarto al 22esimo.

 

Perché Jonas Folger è rientrato due volte al box, una al secondo giro e una al terzo?

Perché quando è rientrato la prima volta, la sua moto non era pronta ed è quindi dovuto tornare in pista.

 

Vinales, in difficoltà sabato, è parso efficace in gara sull’asciutto: cosa è cambiato?

Maverick ha spiegato di aver “copiato” gli assetti di Rossi e di aver trovato così una buona base di messa a punto.

 

Visto quanto è successo, si può ritenere ancora valida la regola del “flag to flag”?

Purtroppo non esiste una regola perfetta e il “flag to flag”, alla fine, sembra la soluzione meno peggiore. Va rivisto, però, qualcosa nella gestione dell’entrata e uscita dai box, le squadre devono essere responsabilizzate sotto questo aspetto.

 

Giri veloci in gara (tra parentesi il giro in cui è stato realizzato).

Vinales 1’57”052 (17); Pedrosa 1’57”052 (19); Rossi 1’57”092 (20); Folger 1’57”130 (15); Dovizioso 1’57”183 (11); Crutchlow 1’57”315 (17); Marquez 1’57”419 (9); Zarco 1’57”466 (21); Lorenzo 1’57”684 (18); Petrucci 1’57”854.

 

La gara della Moto2, interrotta giustamente dopo 7 passaggi, è stata ridotta a 6 giri: giusto?

No. D’accordo che è imperativo che la MotoGP parta alle 14, qualsiasi cosa accada, ma così è sinceramente troppo: ci vuole più rispetto per i piloti.

 

Le tre frasi più belle del GP

3) Fenati: “In Austria vado da debuttante… Nel 2016 le strade con il mio vecchio team (VR46, NDA) si sono divise: alla fine è stato meglio così”.

2) Iannone: «Per una volta, sono scagionato, non sono io il colpevole».

1) Rossi: «Io e il team siamo stati dei somari. Ma prima della fine della mia carriera riuscirò a infrangere il tabù del “flag to flag”.