MotoGP. Shinichi Sahara, Suzuki: “L’obiettivo 2021 è fare primo e secondo”

MotoGP. Shinichi Sahara, Suzuki: “L’obiettivo 2021 è fare primo e secondo”
Giovanni Zamagni
Il capo progetto della Casa Giapponese non nasconde le ambizioni: prima dice prudentemente: “Siamo dei contendenti per il titolo”. Poi, però, si sbilancia. “Non è più come in passato che ci accontentavamo di vincere qualche GP: adesso vogliamo provare a fare primo e secondo. Brivio perdita importante, ma non ci saranno problemi".
9 febbraio 2021

Davvero un bel personaggio Shinichi Sahara, project leader, capo progetto MotoGP Suzuki: a differenza di tanti tecnici giapponesi, risponde a tutte le domande, con grande serenità e riuscendo anche a metterci un po’ di ironia. Piacevole da ascoltare, Sahara-san ha chiacchierato via Zoom, ovviamente, senza nascondersi e senza incertezze, affrontando con il sorriso anche il delicato argomento dell’uscita e dell’eventuale sostituzione di Davide Brivio.

Come faremo a sostituire Brivio? - affronta subito l’argomento -: è anche la mia domanda…”

Un bel modo per iniziare. Poi Sahara-san entra più nel dettaglio.

“Ogni team è formato da tante persone chiave, noi nei abbiamo sette, me compreso, nei posti fondamentali. Tutti sono coinvolti nella gestione, credo si possa continuare così. In questi anni con Davide (Brivio, nda), io ero comunque coinvolto anche negli aspetti del suo lavoro: c’era un grande scambio di informazioni, anch’io gli ho dato dei consigli. Credo che tutti abbiamo fatto esperienza anche in aspetti differenti dal nostro lavoro specifico, per il momento crediamo di poter continuare così. Quando mi ha detto che sarebbe andato in F1 gli ho chiesto di che anno parlava… Sono rimasto un po’ sorpreso, ma possiamo andare avanti”.

Ma sarà così anche in futuro? Ed eventualmente cercherete un nuovo team manager all’interno o all’esterno della Suzuki?

Non so, vediamo cosa succede, come funziona in questa stagione, se sarà necessario avere un team manager. Eventualmente, potremmo anche scegliere qualcuno di esterno, ma al momento non saprei chi. A me piace anche l’idea di promuovere qualcuno dall’interno, ma se promuovi uno, poi devi cercare un sostituto per il suo lavoro… Vediamo come va la stagione”

Lo sviluppo dei motori è congelato, quale è stata la vostra priorità per il 2021?

Il nostro primo obiettivo è sempre il bilanciamento della moto, non ci concentriamo su un solo aspetto per raggiungerlo: cerchiamo equilibrio nelle prestazioni. Sicuramente dobbiamo migliorare in qualifica, anche se la priorità rimane il risultato in gara. Lavoreremo sulla rigidità del telaio, per migliorare il feeling del pilota con l’anteriore.

Quanto è stato importante Sylvain Guintoli nella crescita della moto?

Sylvan è stato molto importante per noi, sia per sviluppare la mito sia per seguire una direzione: i suoi commenti sono sempre molto interessanti. Vi racconto un aneddoto: una volta, c’era una novità di elettronica da provare, ma per uno sbaglio, non era stata inserita nella centralina montata sulla moto. Quando è tornato ai box ci ha detto: io non sento alcuna differenza… E aveva ragione! Purtroppo nel 2020 si è provato poco a causa del Covid, ma abbiamo anche un pilota giapponese, Tsuda, per fare i test in Giappone.

Siete i campioni del mondo: per difendere il titolo, Suzuki vi ha dato più risorse tecniche ed economiche?

Preferisco dire che siamo dei contendenti per poter vincere il titolo… Ogni anno ti poni degli obiettivi e adesso che abbiamo conquistato il mondiale è chiaro che le aspirazioni sono differenti, non ci accontentiamo più di conquistare qualche GP. Confermarsi è sempre difficile, ma il nostro obiettivo per il 2021 è fare primo e secondo, vincere il titolo dei team e anche quello dei costruttori. Sicuramente abbiamo più pressione rispetto al 2020, ma è una nuova sfida per noi.

Ma nel 2020, la Suzuki era la moto migliore?

E’ difficile da dire e se senti i piloti, loro non sono mai contenti al 100%… Sicuramente Mir è migliorato molto al suo secondo anno in MotoGP e Rins va molto forte: abbiamo due ottimi piloti. Ma noi siamo convinti di avere una moto competitiva, anche se c’è sempre la possibilità di migliorare. Continueremo con la nostra politica: provare a migliore la moto passo dopo passo.

Sarà complicata la gestione dei piloti?

In Suzuki non c’è mai stato un numero uno e un numero due, entrambi partono allo stesso livello: noi siamo una grande famiglia, credo che con l’aiuto di tutti si possa fare bene. Abbiamo due piloti molto forti, tra loro c’è grande rispetto: non dovrebbero esserci problemi. Brivio ha contribuito a creare una buona atmosfera nel box, credo sarà ancora così.

Com’è la situazione per un eventuale team satellite?

Sotto questo aspetto, Brivio era quello che aveva più contatti con altre squadre, ma anch’io ero coinvolto. Senza Davide è più difficile, ma non rinuncio a questa idea, anche se sono molto più occupato di prima. Diciamo che Suzuki non ha detto di no, ma il progetto è stato un po’ accantonato, si procede lentamente per portarlo avanti.

Ti piacerebbe vedere una Suzuki con il numero uno in pista?

Mi è bastato vederla a Valencia con il numero uno… Certo, sarebbe bello, ma per me va bene qualsiasi scelta farà Mir (la scelta è stata fatta, verrà comunicata il 12 febbraio, nda).

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