MotoGP. Valentino Rossi non vuole avere rimpianti

Giovanni Zamagni
L’obiettivo di vincere il decimo titolo non è il motivo principale che spinge VR46 a mettersi in discussione per altri due anni: Valentino ha “paura” di un ripensamento, di pentirsi di un eventuale ritiro, come hanno fatto tanti campioni prima di lui. La sua passione per le moto è il vero stimolo a continuare
10 luglio 2020

Secondo il sempre ben informato Paolo Ianieri (Gazzetta dello Sport), settimana prossima a Jerez verrà ufficializzato l’accordo tra Valentino Rossi e il team Petronas.

Non è certo una sorpresa: da quando Yamaha ha annunciato la sua squadra ufficiale per il 2021-2022, con la scelta di affiancare Fabio Quartararò a Maverick Viñales, si sapeva che Valentino Rossi aveva già un accordo per finire la carriera nel team satellite, ma con moto e assistenza da super ufficiale. Come è giusto che sia.
Si sapeva perché lo aveva dichiarato il numero uno di Yamaha Corse, Lin Jarvis, dicendo chiaramente che qualora Valentino avesse deciso di continuare a correre, non avrebbe avuto alcun problema ad avere una M1.
Ecco, la voglia di continuare era l’unico dubbio: non c’era altro motivo, le ipotesi fatte da qualcuno di problemi di accordi contrattuali con la nuova squadra erano infondate, perché l’accordo di Valentino è direttamente con Yamaha, non con la squadra.

Rossi avrebbe voluto decidere dopo aver disputato qualche GP, dopo essere stato sicuro della sua competitività, ma il maledetto Covid-19 ha scombussolato i piani anche del nove volte iridato. Durante il lungo periodo di chiusura Valentino ha anche ipotizzato il ritiro, ha preso in considerazione la possibilità di dedicarsi ad altro: ma appena si è tornati a fare una vita più o meno normale, il campionissimo ha ritrovato motivazioni e stimoli, girando in moto praticamente tutti i giorni al Ranch, a Misano, nelle piste da cross.

Il ritrovato entusiasmo gli ha fatto capire che fare il pilota di moto continua a essere la sua priorità: smettere non avrebbe avuto senso.

Nessun Rimpianto

Molti ritengono, però, che Valentino, non più competitivo come ai tempi d’oro, avrebbe dovuto chiudere la carriera già un po’ di anni fa, mentre lui, da sempre, ha un’altra filosofia: non vuole avere rimpianti, non vuole fare come hanno fatto in tanti (quasi tutti) i campioni, di tornare sui propri passi, di riprendere a correre dopo aver annunciato il ritiro.

L’ultimo esempio, in odine cronologico, è Fernando Alonso, che dopo aver lasciato la F.1 ha deciso di rientrare nel 2021. Ecco, VR46 ha sempre avuto “paura” di un ripensamento, di pentirsi di una scelta che sarebbe dettata solo da risultati inferiori a quelli di qualche anno fa.

Ma in più di un’occasione, Valentino ha dimostrato di avere la velocità per giocarsela con i migliori e, aspetto ancora più importante, la sua passione va oltre i risultati, la sua voglia continua di sfide, di confronti, di mettersi in discussione, è il motore che lo spinge ad andare avanti per altri due anni. E’ per questo che continua: per una passione pazzesca per le moto.

E’ chiaro che in testa ha sempre il decimo titolo, ma personalmente non credo che sia questo il motivo principale che lo spinge a continuare: a fare la differenza, è la sua felicità nel fare quel mestiere lì. Personalmente, lo trovo ammirevole.