MotoGP, le pagelle di fine anno. Promossi e bocciati

MotoGP, le pagelle di fine anno. Promossi e bocciati
Giovanni Zamagni
Pagelle di fine anno, al termine di una stagione lunghissima, con la novità delle CRT, così inferiori che è impossibile giudicare l'abilità dei piloti | G. Zamagni
5 dicembre 2012


Pagelle di fine anno, al termine di una stagione lunghissima, con la novità delle CRT mischiate alle poche (12) MotoGP rimaste. Come succede da un po’ di tempo a questa parte, tre piloti – Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa e Casey Stoner, rispettando l’ordine di classifica – hanno fatto una differenza mostruosa, dividendosi le 18 gare in calendario e impedendo, di fatto, a qualsiasi altro di salire sul gradino più alto del podio. Un 2012 ricco di spunti interessanti al giovedì, al venerdì, al sabato, ma, purtroppo non alla domenica, con una sola gara da vedere e rivedere al videoregistratore: quella di Brno, con la spettacolare sfida tra Pedrosa e Lorenzo, risoltasi a favore di Dani solo sul traguardo. Per il resto, tante corse purtroppo noiose, con pochissimi sorpassi e imprese da ricordare. Anche per questo è stato un 2012 dominato soprattutto dalle notizie di “mercato” – “iniziato troppo presto” come ha detto più volte il protagonista principale Valentino Rossi - con il clamoroso ritorno di Rossi in Yamaha, dopo due anni disastrosi con la Ducati, e dal ritiro di Casey Stoner, anche questo annunciato con troppa fretta, dopo appena tre GP.
Avanti con i voti, quindi, ma solo ai piloti della MotoGP (rispettando la classifica generale), perché le CRT erano così inferiori che, a mio modo di vedere, è impossibile giudicare chi le guidava. Come sempre, i voti non tengono conto solo dei risultati, ma anche delle aspettative e di tutto quello che ruota attorno a un pilota. Comunque sia, grazie a tutti i campioni della MotoGP, anche quelli che hanno deluso, sportivamente parlando: basta vederli da bordo pista per capire che ciascuno di loro, nessuno escluso, fa cose straordinarie.


JORGE LORENZO VOTO 9

Un solo errore – quello di Valencia – peraltro a campionato già conquistato, quindi ininfluente. Ha guidato forte, fortissimo Jorge, vincendo sei GP e tenendo testa ai due piloti HRC, singolarmente più veloci di lui, ma complessivamente meno costanti. Il suo è stato un campionato di altissimo livello, altro che poco entusiasmante: è un pilota tenace, lucido, determinato, difficilissimo da battere.


DANI PEDROSA 8,5


Più che a Misano, dove è stato abbattuto senza colpe da Barbera, dopo essere stato retrocesso sullo schieramento per un errore della sua squadra (non il primo, purtroppo), ha perso il campionato a inizio stagione, quando veniva regolarmente battuto da Lorenzo e Stoner. Poi, con la vittoria al Sachsenring (una delle sue piste preferite) ha svoltato, diventando velocissimo in ogni circostanza, con l’asciutto e con il bagnato, in prova e nella sfida ravvicinata con il rivale. L’assenza forzata del compagno di squadra gli ha dato ulteriore carica, la sua autostima è aumentata e Dani ha messo in pista una aggressività mai mostrata prima in MotoGP. In Australia è caduto per provare a battere l’imbattibile - a Phillip Island - Casey, ma il suo finale di stagione è stato eccellente. Ha conquistato sette GP, più di tutti, trionfando non solo sui “pistini” come previsto dai suoi detrattori: questo Pedrosa fa paura anche in prospettiva 2013.
Casey Stoner
Casey Stoner


CASEY STONER 7


Dopo un 2011 impeccabile, senza errori, nel 2012 Stoner è tornato “genio e sregolatezza”, capace di imprese memorabili – le vittorie di Laguna Seca e Phillip Island, il quarto posto di Indianapolis con la caviglia destra devastata sono quelle più eclatanti -, ma anche di errori per certi versi ingiustificabili, come la caduta all’ultima curva al Sachsenring (la sensazione è che Stoner volesse “umiliare” il compagno di squadra sulla sua pista preferita) o quella in qualifica a Indianapolis al quarto giro, quando aveva un secondo di vantaggio sul secondo, perdendo lì il mondiale, o, comunque, la possibilità di lottare fino all’ultimo GP. Sulla sua stagione ha inevitabilmente influito anche l’annuncio del ritiro: nel bene o nel male, comunque, Casey è uno di quelli capace di regalare sempre emozioni.


ANDREA DOVIZIOSO 7


Dà sempre la sensazione di arrivare fino a un certo livello – altissimo -, ma poi di non riuscire a fare l’ultimo, decisivo passo per potersela giocare con i grandissimi della MotoGP. I numeri, però, sono tutti dalla sua parte: da quando esiste la MotoGP (2002), solo Marco Melandri (nel 2005) era salito più volte sul podio – 7 contro le 6 di Dovi – con una moto di un team satellite. E’ questa la migliore conferma del valore di Andrea, che ha chiuso la sua esperienza con la Yamaha con un solo zero in classifica (a Silverstone) e una buona costanza di rendimento, nettamente migliore di quella del compagno di squadra. Adesso lo aspetta una sfida difficilissima, ma sicuramente stimolante.


ALVARO BAUTISTA 6,5


Ha salvato una stagione, per certi versi deludente, conquistando due podi e finendo in crescendo. Personalmente mi aspettavo un po’ di più dal pilota del team Gresini, ma nella sua valutazione bisogna anche ricordare che era l’unico a utilizzare sospensioni Showa, che in molte occasioni hanno rappresentato un limite.
Valentino Rossi
Valentino Rossi

 


VALENTINO ROSSI 6


Se si crede che la Ducati fosse competitiva, o comunque non così scarsa, allora la sua stagione è da 4 in pagella. Personalmente, però, sono convinto che con quella moto lì non avrebbe vinto nessuno, nemmeno Stoner (tranne in Australia…), anche se, quasi sicuramente, avrebbe ottenuto risultati migliori di Valentino, capace comunque di sfruttare al meglio le due occasioni favorevoli (Le Mans e Misano). In prova Rossi ha sempre sofferto più del dovuto, ma in gara ha quasi sempre ottenuto il massimo risultato possibile, arrivando nel mondiale davanti a Crutchlow con la Yamaha e a Bradl con la Honda. Il 2013 chiarirà meglio se la mancanza di risultati della coppia più sognata dagli appassionati fosse più colpa del pilota o della moto.


CAL CRUTCHLOW 6,5


E’ cresciuto moltissimo rispetto al 2011 e in prova è stato capace di conquistare ben sette volte la prima fila, a conferma di una velocità assoluta sul singolo giro. In gara, però, sbaglia ancora un po’ troppo e per questo ha ottenuto solo due podi, contro i sei del compagno di squadra. E’ comunque un buon pilota: se nel 2013 sarà più regolare, potrebbe stare più vicino ai primi.


STEFAN BRADL 6,5


Guida bene, ma sono tra i pochi a non considerare così positiva la stagione del pilota del team di Lucio Cecchinello. Essendo al debutto in MotoGP merita sicuramente un’ampia sufficienza, ma dopo un inizio certamente promettente, nella seconda parte della stagione la sua crescita si è un po’ fermata. Ma la Honda crede molto in lui, tanto che gli ha già rinnovato il contratto per il 2014.


NICKY HAYDEN 6


Il voto va all’impegno, alla dedizione, più che ai risultati, sicuramente non buoni. In prova è spesso stato lui il più veloce dei piloti Ducati, ma in gara ha faticato moltissimo con l’indomabile Ducati. Nel finale di stagione si è anche fatto male, ma non si è mai risparmiato.

Ben Spies
Ben Spies


BEN SPIES 4


E’ la più grande delusione della stagione: dopo aver finito il 2011 sfiorando la vittoria, nel 2012 è stato disastroso, annichilito da problemi tecnici e da errori su errori. Sul talento di Spies non si discute, piuttosto sono molti i dubbi sul suo stile di guida, non compatibile con queste MotoGP e con queste gomme Bridgestone.


HECTOR BARBERA 4,5


Ha talento, come conferma la sua capacità di essere veloce sul giro singolo, ma è irritante nel suo modo di lavorare, sempre alla ricerca di un “gancio” per fare il tempone. Gli avversari, nessuno escluso, lo odiano: ci sarà un motivo. Eppure, senza casco e tuta, Hector è un ragazzo davvero straordinario: peccato che si sprechi così.


KAREL ABRAHAM 4


Nel 2011 aveva fatto vedere anche cose discrete, pur cadendo molto. Quest’anno ha continuato a cadere, ma senza più riuscire ad andare forte in nessuna occasione. Lascia la MotoGP per una Aprilia CRT: forse è quella la sua dimensione.


CRT 4


Dal punto di vista sportivo, la neonata CRT è stata un disastro assoluto, peraltro come ampiamente previsto: a parte le ART (voto 7,5) – le Aprilia, diciamo così, strettamente derivate dalla SBK – le altre CRT erano troppo lontane dalle MotoGP, tanto da rendere impossibile qualsiasi giudizio su chi le guidava. E’ chiaro, però, che il ruolo delle CRT era soprattutto “politico”, un’arma in mano a Carmelo Ezpeleta per costringere le Case Costruttrici a rivedere la folle politica di esasperazione tecnologica.


GOMME BRIDGESTONE 5


L’anno scorso erano state criticate perché faticavano a entrare in temperatura nei primi giri, provocando tante cadute. Un problema superato nel 2012 ma, paradossalmente, le Bridgestone vanno criticate perché troppo perfette: è anche per questo, anzi, soprattutto per questo, che le gare sono poco spettacolari.
Stoner e Pedrosa
Stoner e Pedrosa


HONDA 9


Nel 2011 lo sforzo era stato grandissimo per arrivare, finalmente, al titolo iridato, ma anche nel 2012 la HRC non è stata da meno, riuscendo a risolvere in corsa i problemi di inizio stagione, quando la RC213V non riusciva proprio a digerire la nuova anteriore della Bridgestone. Ma sfornando telai come panini, lavorando continuamente su elettronica e motore, la RC213V è diventata quasi imbattibile. La Honda ha vinto il campionato costruttori, ma perso quello piloti, ma non ha nulla da rimproverarsi.


YAMAHA 7,5


Partita fortissimo, la Yamaha M1 1000 è stata molto più competitiva della sorella da 800 cc, ma da metà stagione in poi è stata inferiore alla Honda, senza riuscire a reagire alla tecnologia messa in pista dalla Honda. E’ comunque una moto più che valida, molto equilibrata. E, come dice Lorenzo: “Se la moto non è competitiva, non vinci il titolo”.


DUCATI 5


Un passo in avanti rispetto al 2011, ma Honda e Yamaha rimangono lontanissime. Durante l’inverno, a Borgo Panigale non si sono risparmiati pur di fornire a Rossi e Hayden una ciclistica “tradizionale”, ma i problemi sono rimasti quelli della passata stagione e i risultati ugualmente negativi. Totalmente negativi. Non dimentichiamoci, però, che la Ducati è rimasta l’unica Casa a tentare di contrastare due super colossi come Honda e Yamaha: solo per questo merita onore e rispetto.