MotoGP, Gran Premio di San Marino. Cristina Morbidelli: "La nostra storia non è come tutte"

MotoGP, Gran Premio di San Marino. Cristina Morbidelli: "La nostra storia non è come tutte"
  • di Emanuele Pieroni
La mamma di Franco racconta il figlio in un'intervista. “Una gioia immensa, se l’è meritata e se la meritano tutti quelli che in questi anni gli sono stati vicino"
  • di Emanuele Pieroni
13 settembre 2020

Scarpe da tennis, pantaloncini neri a righe bianche e canottiera con in testa un cappellino su cui campeggia il numero 21. Cristina, la mamma di Franco Morbidelli, è arrivata così, con un sorriso a viso pieno, davanti allo stand del fan club di Franco, appena pochissimi minuti dopo che la tv aveva mandato in onda le scene dal podio, con Morbidelli sul gradino più alto.

“E’ una gioia immensa, se l’è meritata e se la meritano tutti quelli che in questi anni gli sono stati vicino e l’hanno aiutato a credere in un sogno. Quella di Franco, la sua storia - anzi la nostra storia - non è come tutte. C’è stata tanta sofferenza, ma oggi bisogna ridere e basta”

Come ha seguito la gara?

“Stringendo questa stella tra le mani. E’ un nostro simbolo, è la stella di Franco. La feci io tanti anni fa, quando ancora non c’era chi si occupava del merchandising, perché lo sapevo che questa la sua stella si sarebbe accesa e avrebbe brillato. Si capiva sin da quando era piccolissimo che Franco avrebbe fatto grandi cose”

Tanto che vi siete trasferiti nel Pesarese, proprio per dargli migliori opportunità.

"Livio, mio marito e suo babbo, era stato pilota. Sapeva che questa era terra di piloti e che qui sarebbe stato più facile avere a che fare con persone in grado di aiutare Franco a far esplodere il suo talento. Lasciammo tutte le sicurezze che avevamo a Roma per venire qui, per inseguire un sogno. Ma non senza piedi per terra, questo vorrei dirlo. Abbiamo sì inseguito un sogno, ma consapevoli che c’era un talento vero alla base di tutto e che ci sarebbe stato da darsi tanto da fare”

Che figlio è stato?

“Non mi posso lamentare. Alla fine il motociclismo lo ha tenuto fuori da tutti gli altri pericoli. In questo senso dico sempre che il motociclismo non è affatto uno sport pericoloso”

Cioè?

“E’ uno sport che investe sulla passione, sulla capacità di essere insieme istintivi e ragionevoli. E io sono brasiliana, come potevo non amare il motociclismo? Le emozioni che si provano nel motorsport altrove non esistono, non c’è paragone con niente”

Nemmeno con l’emozione di vedere Franco sul gradino più alto del podio nella pista su cui è cresciuto?

“E’ diverso. Ovvio che questa gioia non è nemmeno descrivibile. Oggi qua ci sono tutti i parenti di Roma, sono venuti per assistere alla gara da Tavullia. Non voglio dire che ce lo immaginavamo, ma qualcosa, o qualcuno, ci ha spinti a stare insieme”.

Delle pagine tristi ne parliamo?

"Sono note e non è un problema parlarne. Ma oggi è il giorno della gioia."

Giusto. A proposito, Franco aveva detto che se fosse andato a podio si sarebbe fatto fare le treccine da lei…

“Se è vero che lo ha promesso toccherà fargliele, anche se non sono convinta che gli stiano bene. Ma sono una mamma e gli ho insegnato a mantenere le promesse, quindi non mi tiro indietro”.