MotoGP. GP del Portogallo a Portimao. Marc Marquez. “Sorpreso dal risultato e dalle sensazioni”

MotoGP. GP del Portogallo a Portimao. Marc Marquez. “Sorpreso dal risultato e dalle sensazioni”
Giovanni Zamagni
Appena finite le FP1, chiuse al terzo posto, Marc ha commentato sui social: “Felice”. E lo era anche dopo le FP2: “La velocità c’è, adesso sono più tranquillo. Rimane il dubbio sulla tenuta fisica, so già che domani sarà peggio. Continuo a non pormi obiettivi”
16 aprile 2021

La sua contentezza l’ha espressa subito a caldo, attraverso i social, pochi minuti dopo la fine delle FP1, chiuse con il terzo tempo assoluto. “Difficile trovare una singola parola dopo la mia prima sessione, però mi sento molto FELICE”.

E Marc Marquez lo era anche dopo le FP2, finite al sesto posto a 0”473 dalla pole virtuale di Pecco Bagnaia. Grande Marc Marquez, ben tornato. E non sono mancati i brividi: nel giro chiuso in 1’40”339 non sono mancati i rischi.

«Effettivamente - sorride - l’ultimo giro è stato un po’ “pazzo”, anche perché sembra che faccio più fatica con le gomme nuove, mi sento più a mio agio con quelle usate. In quel giro, nel cambio di direzione tra la 6 e la 7, il mio corpo non ha seguito quello che la mia testa voleva fare».

Dopo questo rientro fantastico, adesso ti poni qualche obiettivo?
«No, ancora no. Sinceramente, non ho ancora capito come sto guidando la moto. E’ difficile da spiegare, ma non capisco ancora qual è il limite. Oggi ho usato la moto con l’assetto base di Bradl, domani farò dei cambiamenti, ma non posso pormi un obiettivo: nelle FP1 mi sono sentito molto bene, ma nelle FP2 avevo qualche problema fisico in più. Per questo sono sorpreso di aver ottenuto il sesto tempo, anche perché nel mio giro tirato ho fatto un po’ di errori. Tutto dipenderà dalle mie condizioni fisiche di domani, so già che farò più fatica di oggi».

Qual era lo stato d’animo generale?
«Come prevedevo, prima delle FP1 ero molto nervoso, anche perché le condizioni della pista erano complicate e sono tanti i punti di domanda che ti poni. Una volta in pista, ero un po’ preoccupato dalla frenata, temevo sempre di non riuscire a inserire la moto in curva, non avevo riferimenti precisi. Adesso posso dire che sono più tranquillo, perché la velocità c’è. Rimane il dubbio sulla tenuta del braccio: so però che andrà migliorando gara dopo gara».

Qual è il limite del braccio?
«In generale è a posto, a livello osseo non ci sono problemi, altrimenti non sarei qui. Soffro un po’ muscolarmente, anche perché alla spalla destra ero stato operato a fine 2019, il nervo non era perfetto nemmeno nel 2020, avevo faticato un po’ durante l’inverno e l’inattività di tutto questo tempo non ha aiutato. E, come sempre, una cosa è lavorare in palestra, quando sei fermo, un’altra è essere in pista con tutti i movimenti della moto. Vediamo domani come starò».

Temi che possa essere peggio di oggi?
«Adesso non sento la fatica, ma il mio fisioterapista mi ha già avvertito che domani il mio fisico starà peggio. Credo sia normale. Temo che soffrirò soprattutto in qualifica, perché, come ho detto, ero meno a mio agio con le gomme nuove: nelle FP2 ho dovuto fare quattro giri prima di riuscire a spingere e ho anche rischiato di cadere. Non devo pormi obiettivi, continuare sia questa strada, pensare che va bene tutto quello che arriva».

Eri preoccupato per una eventuale caduta?
«Non vai in pista pensando di poter cadere: prima o poi capiterà, magari domani o domenica. Ma non è questo il punto. Nelle curve a destra mi manca un po’ di mobilità del braccio, non ho la forza che vorrei per spingere sull’anteriore come piace a me. Ma stiamo parlando di dettagli».

I tuoi rivali non sono sorpresi, tu lo sei dalla tua prestazione?
«Io sì. Sono sorpreso per dove sono, per il risultato, per le sensazioni sulla moto».

Cosa hai detto ai tuoi tecnici quando sei tornato al box dopo la prima uscita?
«Che la MotoGP è più facile della moto stradale… Mi sentivo bene sulla moto, ero a mio agio. Poi, nelle FP2, le sensazioni erano un pochino peggiori».

Tecnicamente, puoi dire qualcosa?
«Ho usato l’assetto di base di Bradl per non perdere la strada. Sicuramente possiamo migliorare, ma non è quella la priorità, ho bisogno di fare più giri».