MotoGP. Finalmente si torna in circuito. Il diario di viaggio di Zam

Giovanni Zamagni
Al tempo del Covid cambia tutto, anche, naturalmente, il modo di seguire i GP. Dopo sette mesi, lo zam torna in un paddock, tra mille restrizioni e obblighi procedurali. Ecco il resoconto di un viaggio che una volta era semplicissimo e adesso diventa molto complicato. E ansioso…
15 aprile 2021

Complicato. E’ tutto più complicato. E’ così da quando c’è il maledetto Covid, è così per le cose importanti e anche per quelle futili, come una gara di MotoGP. Fino al 2019 era relativamente facile entrare nel paddock per un giornalista: “bastava” avere un pass stampa (tra virgolette, perché avere un pass dalla Dorna è tutt’altro che semplice) e il gioco era fatto. Adesso, naturalmente, è tutto differente. Il primo problema è stato proprio avere il pass, ma in questo caso il Covid non c’entra… Una volta avuto il pass, bisogna scaricare una app specifica della Dorna, dove va caricato, di volta in volta, il pdf con l’esito negativo del test PCR (il tampone): quando la app ti dà “semaforo verde” puoi entrare in circuito. Il mio semaforo è diventato verde solo questa mattina, dopo mille problemi per caricare il referto del tampone: ero un po’ teso, ma adesso sembra tutto a posto.

Il mio GP del Portogallo inizia martedì 13 aprile nel laboratorio di analisi CDI di viale Abruzzi, Milano. 120 euro per fare il tampone con esito entro le 24 ore, perlomeno così c’è scritto sul sito. Quando mi presento all’esame, però, mi dicono che non è così scontato che l’esito arrivi entro le 11 di mercoledì 14 aprile, quando ho l’aereo per Lisbona. Lo faccio presente e, fortunatamente una gentilissima ragazza mi assicura che segnalerà al laboratorio che c’è una certa fretta. La mia ansia sale, ma alle 21 di martedì ecco l’esito del tampone nella mia posta elettronica. Molto bene.

Adesso posso fare il check in, compilare due moduli sul sito della Tap air portugal. Dalla Dorna ricevo una lettera che certifica che “Giovanni Zamagni lavora nella MotoGP”: è una sorta di lascia passare per muoversi liberamente in Portogallo senza fare la quarantena. C’è anche una lettera rilasciata dal circuito di Portimao, che però io ho ricevuto solo giovedì mattina, quando ero già a destinazione...

In aeroporto, al check-in, dicono che tutto quanto compilato fino adesso non serve a nulla, bisogna entrare in un sito del Portogallo e fare una richiesta specifica per il volo aereo. “E’ una novità di ieri” dice l’assistente al banco del check in, mandando in panico tutti quelli in coda (tutta gente del motomondiale, praticamente). La richiesta viene accettata praticamente in tempo reale, si riceve una email di conferma da mostrare, assieme all’esito negativo del tampone, per ottenere il check-in.

Finalmente si parte. L’aereo è quasi pieno, mascherina (chirurgica) ovviamente obbligatoria, ma nessun distanziamento sul volo: tutti i sedili sono occupati. All’arrivo a Lisbona si deve passare un ulteriore controllo: viene verificato il referto del tampone e la lettera della Dorna permette, effettivamente, di evitare la quarantena.

Prendo la macchina a noleggio e raggiungo Portimao facendo un meraviglioso giro turistico lungo la costa: piove a dirotto, ma il paesaggio è meraviglioso. Finalmente, alle 20 locali (le 21 in Italia) arrivo in hotel, di fronte all’oceano: che spettacolo. Essendo ancora mercoledì sera, si può uscire per andare a cena, c’è più di un ristorante aperto, solo con tavoli all’esterno: erano almeno sei mesi che non andavo fuori a cena. Da giovedì parte la “bolla”, chi entra nel paddock può fare solo albergo-circuito-albero, è vietato uscire a cena. E le restrizioni dentro al paddock sono tantissime. Ma questo ve lo racconto domani.