MotoGP. Casey Stoner: "Siamo vicini alla perfezione"

MotoGP. Casey Stoner: "Siamo vicini alla perfezione"
Giovanni Zamagni
Imbattuto. Casey Stoner ha lasciato la Malesia imbattuto: quando ha girato, nessuno gli è stato davanti. Il mondiale 2012 è già deciso prima di iniziare? | G. Zamagni
8 marzo 2012

Punti chiave

Imbattuto. Casey Stoner ha lasciato la Malesia imbattuto: quando ha girato, nessuno gli è stato davanti. Soltanto quando non ha potuto provare – nel primo test il primo giorno per i problemi alla schiena, nel secondo test il secondo giorno perché fermato ai box dalla Honda – il suo nome non è comparso in cima alla lista dei tempi: vista così, quello del campione del mondo è stato un autentico dominio!
«Siamo vicini alla perfezione – si è lasciato andare Casey. Per poi correggersi-. Non siamo riusciti a eliminare il chattering, che rimane il problema da risolvere della RC213V».

Un inconveniente dovuto in parte alle nuove gomme Bridgestone, che sembrano innescare la fastidiosa vibrazione della ruota anteriore alla massima inclinazione, in parte alla “zavorra” di 4 kg dovuta aggiungere dalla Honda per rientrare nel peso minimo di 157 kg, imposto quando la RC213V era stata pensata e progettata per pesare 153 kg.

A Sepang, il lavoro dentro al box HRC è stato focalizzato proprio attorno al chattering, perché dopo il primo test è stata scelta una direzione univoca a livello di ciclistica: sia Stoner sia Pedrosa utilizzano lo stesso telaio. A inizio febbraio, la Honda aveva portato quattro differenti soluzioni – tre per i piloti ufficiali, uno per quelli satelliti -, che si sono ridotti a due (uno per il box HRC e uno per gli altri) in questa occasione. Come dire che, finalmente, dopo tanti anni, la Casa giapponese potrà seguire una strada univoca nello sviluppo, con Stoner e Pedrosa d’accordo nell’utilizzare lo stesso materiale. Certamente un vantaggio, che permette di non disperdere le forze.

Tutto perfetto ma...


Insomma, sembrerebbe che tutto stia procedendo alla grandissima in Casa Honda, decisa ad riaffermare la supremazia del 2011. Ma la realtà è un po’ differente. Intanto perché c’è il campanello d’allarme suonato il secondo giorno, quando i quattro piloti sono stati precauzionalmente tenuti fermi ai box, in attesa di un riscontro dal Giappone. E’ successo infatti che al termine del primo giorno, Dani Pedrosa ha visto accendersi sul cruscotto la spia rossa che indica un’anomalia più o meno grave: Dani è stato svelto a tirare la frizione e a spegnare il motore, ma una volta ai box i tecnici non hanno potuto verificare l’origine del problema (i propulsori ormai sono così sofisticati che in pista non ci sono nemmeno tutti gli attrezzi per poterli smontare completamente!).

Fa pensare che Stoner, Pedrosa, Bautista e Bradl non hanno mai compiuto più di quattro giri consecutivi: come mai?



«Per questo motivo – ha spiegato Shuhei Nakamoto, responsabile in pista della HRC – il quattro cilindri è stato spedito in Giappone, dove si è perso un po’ di tempo per le procedure doganali. Poi sono iniziate le indagini: l’inconveniente è stato individuato e risolto, ma quando in Malesia è arrivato il via libera, era ormai troppo tardi. Per questo motivo i nostri piloti non hanno provato mercoledì: la sicurezza viene prima di tutto».

Impossibile naturalmente sapere cosa si sia veramente rotto, ma nell’ultimo giorno, tutti e quattro i piloti Honda hanno provato senza inconvenienti: insomma, non dovrebbe trattarsi di nulla di preoccupante.
Piuttosto, fa pensare che Stoner, Pedrosa, Bautista e Bradl non hanno mai compiuto più di quattro giri consecutivi: come mai? Normale via vai dai box in una fase in cui bisogna provare tanto materiale, o c’è dell’altro, legato al chattering o proprio alla rottura del motore di Pedrosa?

Ora, è vero che Stoner nei test non ha mai fatto troppi giri consecutivi e che anche Pedrosa non è certo un amante della durata, ma è più difficile comprendere come Bautista e Bradl – che hanno molto bisogno di girare e non hanno praticamente materiale nuovo da testare – facessero “run” così brevi. Ecco perché è giusto sollevare qualche dubbio sui test di Casa Honda.

Shuhei Nakamoto


Per il resto, la competitività della RC213V non si discute, anche se Nakamoto afferma che «La Yamaha è cresciuta tantissimo, fa paura». Per poi aggiungere, scherzando, «Se potessi, mi piacerebbe comprare il loro telaio…» piuttosto preoccupato dal chattering.
Shuhei Nakamoto
Shuhei Nakamoto

«Dobbiamo migliorare la moto sotto questo aspetto: stiamo cercando di capire esattamente da cosa sia determinato. Sicuramente le Bridgestone 2012 favoriscono l’insorgere di questa vibrazione, ma bisogna adattarsi: da quando l’abbiamo messa in pista la prima volta, la ciclistica ha subito delle evoluzioni, ma il chattering continua a dare fastidio».

Poi un altro mistero. «C’è anche un altro aspetto che dobbiamo migliorare, ma non dico quale…».
In ogni caso, i due piloti ufficiali apparentemente non erano troppo preoccupati. Per Casey il pensiero principale, più che per il chattering, era per la figlia Alessandra Maria nata il 16 febbraio, tanto che il secondo giorno, quando non ha potuto salire in sella, si è lasciato andare su Twitter: «Per me è una pena essere qui a fare niente, quando potrei stare a casa con la mia bimba». Come al solito, Stoner non ha fatto tanti giri, ma tutti di grandissima qualità, mentre Pedrosa ha lavorato molto per trovare il bilanciamento ottimale.

Dani Pedrosa


«Fin dal primo giorno – ha detto Dani – mi sono trovato più a mio agio che nel precedente test. Abbiamo fatto tante prove di messa a punto, posizione di guida con l’obiettivo di migliorare la moto in frenata. Sono soddisfatto di come abbiamo lavorato e il primo giorno ho anche girato sull’acqua, con buoni riscontri».
La verifica a Jerez.