MotoGP, Brno 2016: Iannone: “Ogni curva pregavo di non cadere”

MotoGP, Brno 2016: Iannone: “Ogni curva pregavo di non cadere”
Giovanni Zamagni
Al comando fino al 16esimo giro, Andrea ha dovuto rallentare drasticamente a causa dei problemi alla gomma anteriore. “Temevo che scoppiasse da un momento all’altro”. Rimane la soddisfazione di essere stato competitivo in ogni condizione. “Anche qui, abbiamo raccolto meno delle nostre possibilità”
21 agosto 2016

BRNO – Dalle stelle alla stalle, il passo è breve. Dopo la strepitosa doppietta di una settimana fa, dopo aver sognato con quattro moto ai primi quattro posti (per tre giri, dal settimo al nono: Iannone, Redding, Dovizioso e Barbera), la Ducati può gioire per il quarto posto di Loris Baz, il quinto di Hector Barbera, il sesto di Eugene Laverty, il settimo di Danilo Petrucci, ma mastica amaro per l’ottava posizione di Andrea Iannone e il ritiro di Andrea Dovizioso. Questa volta, il più deluso è Iannone, al comando dal quarto al 15esimo giro, terzo fino al 19esimo, ma poi solo ottavo al traguardo con la gomma anteriore distrutta: è già un miracolo che sia arrivato alla fine.


«Quando guidi in quelle condizioni, te la fai addosso ogni volta che entri in curva: sai che la gomma potrebbe scoppiare da un momento all’altro» spiega Iannone, davvero bravo a portare la sua Desmosedici al traguardo.


«Sono partito molto bene, sono stato davanti per tre quarti di gara, ma stavo gestendo la situazione, non ho mai spinto al 100%, proprio per non affaticare troppo le gomme. Poi, anch’io come tanti altri, ho iniziato ad avere problemi con l’anteriore: se non altro, io sono riuscito a finire il GP, controllando un po’ meglio la situazione. Quando ci sono queste condizioni, si fa fatica a capire quale pneumatico scegliere, che strategia adottare: diciamo che è un’altra grande lezione per il futuro, abbiamo capito meglio il comportamento di queste gomme. E’ chiaro che adesso si può dire che bisognava azzardare la gomma più dura, ma non era così semplice: l’ho utilizzata nei due giri di allineamento, ma non aveva grip, non avevo feeling e memore anche dell’esperienza negativa di Assen, ho optato per quella più morbida. Purtroppo, è un altro GP dove abbiamo raccolto troppo poco rispetto alle nostre potenzialità: siamo stati competitivi in ogni condizione».


Pensavi che sarebbe stata una gara “flag to flag”?

«Sì, ero convinto che saremmo rientrati a cambiare moto e gomme, ma, a differenza di quanto era accaduto al Sachsenring, la pista non si è mai asciugata completamente».


Perché altri piloti, come Marquez, hanno consumato meno la gomma anteriore, pur avendo la tua stessa scelta anche al posteriore?

«Non lo so. Forse Marquez, essendo più piccolo, stressa meno le gomme. Poi, però, Baz, che è grande e grosso, ha avuto meno problemi. Boh… Forse il bilanciamento della moto può influire su determinati aspetti, ma è chiaro che per le condizioni che c’erano la gomma anteriore morbida non è stata la scelta giusta. Magari ci sta anche che, prevedendo un flag to flag, abbia spinto troppo all’inizio (qui però Iannone si contraddice un po’ con quanto affermato prima, che non stava tirando, NDA) e quando, durante la gara, è caduta qualche goccia, ho sperato che iniziasse a piovere, ma così non è stato».


Durante il warm up hai avuto un problema: anche questo può aver influito sulla gara?

«Nel warm up, non avevo grip davanti, mi si chiudeva lo sterzo in rettilineo senza nemmeno accelerare. Sono tornato ai box, ho cambiato gomma anteriore e sono subito stato velocissimo. Ma un conto è fare tre giri, un altro farne 9 o 10: forse, senza quel problema, avremmo potuto avere le idee più chiare. Ma è anche vero, che le condizioni erano molto differenti: nel warm up c’era tanta acqua in pista, in gara poca».